19 Ritorno in accademia

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La fede conta più della paura. 

Abbi fede e persevera, soltanto così arriverà il coraggio. 

(tratto da I pensieri confusi di Kendra Radiosi)



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KENDRA

L'Accademia era rimasta la stessa di sempre, in questi ultimi mesi era come se il tempo si fosse fermato, cristallizzato, ma sapevo che non era così.

La Primavera era in arrivo, con i suoi profumi, i suoi colori, la sua luce, peccato soltanto che il suo arrivo coincidesse con quello di un Eclissi di Sole. 

Nessuno sperava più nel nostro ritorno, e a dire il vero, non appena i primi studenti ci videro varcare la soglia della sala mensa, mano nella mano, non mi stupì il fatto che rimasero completamente a bocca aperta.

Eravamo come due tornati dall'oltretomba.

La sala era gremita di studenti Tramonto ed Alba, era straordinario vedere come a distanza di pochi mesi avessero iniziato a rapportarsi tra di loro, finalmente, seppur ancora facendosi sicuramente qualche scaramuccia a vicenda.

Tra i più testardi e restii al cambiamento regnavano ancora dei pregiudizi, ne ero sicura.

Nicolas Nerini e Filippo Rivali ci aprirono il cammino verso il centro della sala, erano loro i due nuovi insegnanti in Accademia, e non era affatto male averli ancora attorno a noi come tutor.

Questo mi rincuorava, eccezion fatta per i metodi poco civili e garbati di Nerini, che sosteneva di punire quanto prima i meno bravi con manette di Diamante grigio per aiutarli ad eccellere nella sua materia.

"Sono tornati." farfugliò qualcuno davanti a noi, era sgomento. Il volto paonazzo di un ragazzo paffuto era così dolce e tenero che mi fece quasi tenerezza, era un'Alba? No, un Tramonto.

Un Tramonto seduto tra due Alba.

Gli sorrisi con sollievo nel cuore.

"Allora, sono vivi!" esclamò una ragazza, schizzando in piedi con gli occhi chiari che rilucevano di luce e speranza.

"Guarda, sono in compagnia di due membri della cerchia interna dell'élite!" bisbigliò un altro allievo alle nostre spalle.

"Sono mano nella mano?" chiese una curiosona Tramonto del secondo anno, alzandosi sulle punte per osservarci oltre le spalle di una sua compagna di studi. Mi ricordavo di lei, amava sempre scrivere giornaletti di gossip gratuiti da distribuire in tutta l'Accademia.

"Tu." tuonò una voce familiare. "Sei davvero mio fratello?" esordì Gregory, scioccato, afferrando le spalle di Nathan per scrollarlo come un cucciolo per sincerarsi che fosse davvero sangue del suo sangue. Notò persino la sua cicatrice argentea e a mezzaluna sul collo, per accertarsi che fosse realmente lui e non un sosia.

"Si può sapere dove eravate finiti voi due?" aggiunse, serio e accigliato. Poi posò i suoi occhi su di me: "Dio, Kendra...stai bene? L'ultima volta che ti ho vista sembravi morta."

Era la prima volta da quando c'eravamo rivisti dopo anni che mi guardava così, un misto tra dolcezza e sollievo.

"Sono sopravvissuta grazie a tuo fratello." risposi, intrecciando sempre di più le mani con il mio sposo, mentre Giulio correva verso di noi: "Sorellina." esclamò sorpreso, abbracciandomi di slancio. "Ero così preoccupato, non sai quanto!"

The Keepers - Hope in LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora