segni indelebili

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Quando aprì gli occhi, il giovane si ritrovò nell'atrio di una villa ottocentesca, sembrava una residenza in disuso rispolverata per l'occasione. Dopo pochi attimi giunse anche Bellatrix, la quale si portò lentamente alle sue spalle e gli posò una maschera sul viso: “Non toglierla finché non te lo dice lui. Lord Voldemort vuole, giustamente, che l'attenzione si concentri su di lui durante le riunioni. Regulus fece un cenno affermativo con la testa e seguì la cugina, attraversarono un corridoio buio e, d'un tratto, si ritrovarono in un salone in pietra.
"Benvenuti, signori!" risuonò una voce rauca in fondo alla stanza, dove un giovane uomo se ne stava seduto di spalle davanti ad un caminetto che emetteva fiamme verdastre, come quelle delle fiaccole alle pareti.  Ai piedi dell'uomo un serpente gigantesco girava voluttuoso sulle sue spire, Regulus lo riconobbe subito: Nagini. Dopo pochi attimi il salone si riempì di altre figure, tutte coperte da una maschera come la sua.
“Sedetevi, sedetevi!” disse la voce suadente e serpentesca in fondo alla stanza, “vi aspettavo, mi servite tutti per portare a termine il mio grande piano, per rendere il mondo magico un posto…”, e qui si fermò un attimo, “incline ai miei desideri! Ditemi…” disse, girandosi, e tutti inorridirono, era più spaventoso che mai, “c’è qualche nuovo adepto?”
“Sì, mio signore!” risuonò la voce alta di Bellatrix, “mio cugino, Regulus Arcturus Black.”
“Ohhh, un giovane Black! Vieni qui, ragazzo, vieni qui!”
Regulus tremava, ma si alzò e tentò di sostenere lo sguardo di Voldemort, non riuscendoci.
“Bene, abbassi lo sguardo?!” lo prese in giro Voldemort, “sarai un ottimo elemento! Ora, da dove partiamo? Dall’eliminare le grandi famigliare magiche che ci stanno intralciando o dall’eliminazione degli sporchi babbani? Oh, guardate…ne stanno arrivando un paio!”
Due Mangiamorte entrarono dal fondo della sala, portando due babbani tremanti per i vestiti.
“Vi presento Jacob e Carl, due babbani che ho incontrato per caso e ho, ehm, convinto a venire con noi. Ci serviranno per un esperimento. Regulus…”
E il giovane si girò tremante, andando a mettersi davanti ai babbani.
“Ti hanno insegnato, a scuola, le Maledizioni Senza Perdono?”
“No, signore, il Preside ha ritenuto che non…”
“Ohhh, Silente!” disse Tom scuotendo la testa, poi proseguì, “dovrai dire Avada Kedavra e desiderare di ucciderli! Fallo, ora, ed entrerai nei nostri ranghi!”
La mano di Regulus tremava e la bacchetta gli stava per cadere.
“Ah, che strazio!” si lamentò Voldemort, prese la bacchetta dalle mani di Regulus e “AVADA KEDAVRA!” i due babbani caddero a terra, morti.
“Ci riproveremo, mio caro ragazzo. Per ora…Diffindo!” e uno squarcio si aprì sulla schiena di Regulus che urlò, cadendo sul pavimento.
Voldemort lo guardava sorridendo.
Regulus alzò gli occhi per cercare quelli della cugina, sentendosi tradito dal suo stesso sangue. Quindi era quello il meraviglioso destino che lo aspettava secondo la cara cuginetta? Era disgustato, ma gli occhi di lei lo erano ancora di più, lo stava guardando come si guarda un vecchio straccio d'abito di cui ti vergogni e che vorresti non dover mai indossare.
Il ragazzo capì che non c'era compassione in lei, né pietà, lei condivideva i modi barbari di Voldemort, erano fatti della stessa pasta. Non fece nemmeno in tempo a finire questo pensiero che lei si era già voltata verso Riddle che le tese una mano, facendole segno di andare verso di lui.
Bellatrix mise la propria mano, liscia e ben tornita, in quella ossuta e pallida di Tom, il quale la strinse con vigore e disse: “Illustri maghi e streghe, ho avuto modo di pensare, in questi giorni, alla rapida crescita che sta avendo il nostro gruppo e mi sono reso conto che non possiamo continuare a comunicare per mezzo di Nagini, ne saremmo rallentati e rischieremmo di essere scoperti. Quindi ho pensato ad un metodo più pratico che possa permetterci di comunicare senza sforzo, se non...un piccolo fastidio iniziale. Ovviamente ho pensato di iniziare con il fiore all'occhiello dei miei seguaci, la strega più forte, ambiziosa e audace che io conosca...Bellatrix, vuoi porgermi il braccio, mia cara?"
Bellatrix porse il braccio a Voldemort, come se non aspettasse altro. Questo cominciò ad incidere e fu un lavoro lungo e molto doloroso per Bellatrix che però sopportò il dolore con un sorriso eroico e trionfante sulla faccia, era lì per quello: aveva sempre sognato di far parte di quel grande progetto e non c’era tempo per il dolore che pur provava. Assaporò ogni momento di quel tatuaggio, perché era il suo tatuaggio.
Tom tolse la maschera a Bellatrix e ne sfiorò il volto con un indice: "Nemmeno una lacrima per il dolore, non avevo dubbi, tu sei la punta di diamante del mio progetto, arriveremo in alto e non ci sarà babbano o Sanguemarcio che non tremerà sentendo il mio nome e sentendo il vostro. Toglietevi le maschere, MANGIAMORTE, e venite a far imprimere il segno della vostra devozione per me e per la causa sulla vostra pelle!"
Tutti i presenti, chi con più riluttanza chi meno, tolsero le maschere e si avvicinarono uno alla volta a Voldemort, il quale incise il proprio simbolo sui loro avambracci. Fu una notte di sudore e sangue, Regulus iniziava a capire in cosa si stesse cacciando.

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