sotto tiro

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Capitolo 18: Sotto tiro

Fanny si smaterializzò in un vortice di fuoco e ricomparve a Grimmauld Place, si appollaiò su un ramo nascosto di un frassino e monitorò la situazione.
Qualche minuto dopo, Bellatrix uscì dal portone con i due ragazzi sottobraccio, uno per parte, e con il suo tono sghignazzante disse: "Spero che non soffriate di vertigini, ragazzi, ci aspetta un bel volo!" e gettò i due manici di scopa a Regulus e Severus.
I tre si innalzarono in volo, Regulus guardò Severus mortificato:" Perdonami, amico, non volevo rovesciare il vaso con la polvere volante."
"Certo, come no!" sibilò Severus tra i denti, "è stato il tuo tentativo in extremis per non andare, dì la verità! Non mi farò rovinare questo momento da te, dovessi volare anche su un Asticello."
Severus spronò la scopa, nessuno gli avrebbe rovinato quel momento, nessuno.
Volarono vorticosamente per minuti interi fino a che Bellatrix non atterrò davanti a una villa e poi si girò per guardarli atterrare, con un sorriso trionfante che le segnava il volto.
“Allora, ragazzi…” disse tronfia, “qualche indicazione, prima che voi incontriate lui. Non guardatelo negli occhi se non siete fidati, non contradditelo e soprattutto SOTTOMETTETEVI.E tu…” disse prendendo Regulus per il bavero della giacca, “se mi fai fare un’altra volta brutta figura, ti assicuro che sarai morto prima di riuscire a dire ʻAʼ. Sono tua cugina, ma non ho problemi ad ucciderti, è chiaro?!”
“Sì, certo!”
“Bene!” Poi si girò verso Severus e gli sorrise: “Sei il benvenuto, ragazzo, seguimi!”
Severus soppesò ogni passo che lo divideva da quel vecchio portone. Tutto in quel posto era tetro, il crepuscolo ammantava di luce bluastra le colonne in pietra diroccate che un tempo dovevano aver fornito un certo lustro all'abitazione che adesso altro non sembrava se non una carcassa fatiscente, eppure...eppure lui in quel momento si sentiva un re, pronto ad espugnare la fortezza tanto desiderata e così, a testa alta e con passo fiero e ben spedito, seguì il frusciare della coda del mantello di Bellatrix sul tappeto di sassolini, d'un tratto gli parve di sentire un suono sinistro come uno stridere d'ali, si voltò e vide solamente Regulus che cercava di trascinare il mantello troppo lungo per il suo corpo minuto in mezzo al sentiero di ghiaia. Severus sbuffò qualcosa testeggiando e tornò a seguire Bellatrix, per la felicità di Fanny che invece se ne stava segretamente nascosta tra le fronde di un imponente albero.

Il ragazzo entrò, l'odore di umidità, sudore e qualcosa di acre simile al sangue invase le sue narici, quel posto era a dir poco nauseante, ma qualcos'altro aleggiava lì dentro, uno strano sentore di potere. Severus continuò a camminare e si ritrovò in una stanza, appena illuminata, dove un giovane uomo dall'espressione inquietante stava facendo qualcosa di ancora più raccapricciante con il braccio di un tizio che riusciva a stento a trattenere le grida di dolore.
D'un tratto quell'uomo parve accorgersi di lui e si voltò nella sua direzione: "Oh, buonasera, mio giovane amico, tu devi essere Severus, non fare caso a me, io ho già iniziato a portarmi avanti con il lavoro di stasera, anche questo buon giovane che sto marchiando è alle prime armi come te!"
Severus non fece una piega di fronte a quell’omuncolo e continuò ad avanzare, credendo di essere seguito da Regulus, il quale, però, non fece nessun passo.
Severus si girò, il suo compagno era fermo in mezzo alla stanza e tremava, se la stava ancora una volta facendo sotto, Piton tornò indietro e prese Regulus per la spalla, inginocchiandosi alla sua altezza: “Amico, senti, mi hai portato tu qui, te lo ricordi?! Vuoi ancora una volta fartela sotto? Stanotte ci sarò io con te, non dovrai preoccuparti di nulla, ma devi fare l’uomo, ho bisogno che tu faccia l’uomo, per me, è chiaro?!” gli tolse la mano dal mantello, mentre Bellatrix arrivava alle loro spalle.
Regulus si ricompose e seguì Severus nella sua marcia verso il potere tanto agognato. Il tizio che era appena stato marchiato si alzò per andare a ricomporre le fila dei Mangiamorte, ma per il dolore appena subito traballò e si scontrò proprio contro il corpo del giovane Severus, macchiando di sangue il suo mantello nero. Regulus trasalì alla vista del sangue purpureo sulla veste color della notte, Voldemort si voltò incuriosito a vedere la scena, Bellatrix trattenne il fiato.
Severus percepì i loro occhi addosso e l'unica reazione che ebbe fu quella di scrollare via il sangue dal mantello col dorso della mano, senza fare una piega e disse al giovane in tono algido: "Guarda meglio dove metti i piedi, se non vuoi inciampare" e sfilò via senza degnarlo di uno sguardo. Nella sala calò il silenzio, poi, d'improvviso, il suono di una risata malefica risuonò dal centro del salone.
"AHAHAH! Cosa ho appena visto, amici, ma lo avete sentito? È o non è già un perfetto Mangiamorte questo ragazzo? Vieni Severus, vieni, lascia che mostri ai miei adepti che cosa cerco io in un mio collaboratore. PURO, SCHIETTO, FOTTUTO MENEFREGHISMO DELLA MORALE." e gli rivolse un applauso teatrale, accompagnato dal suo ghigno peggiore, seguito dalle risate, gli applausi e gli sghignazzamenti degli altri Mangiamorte, Bellatrix in primis che era fuori di sé dalla gioia per essere stata lei a proporlo e portarlo lì.
Severus avanzò verso Voldemort con un cipiglio sicuro, non era più il ragazzo che sentiva i suoi genitori litigare e che aveva incontrato Lily, era una maschera, una maschera di perfezione e serietà, di malignità e crudeltà, era nel suo elemento.
Raggiunse Voldemort che gli mise una mano sulla spalla e lo fece voltare: “Ragazzo, dato che mi hai colpito, entrerai a far parte della nostra famiglia. Prima di iniziare, signori,” disse rivolto anche a tutti gli altri, “posso presentarvi un'altra piccola chicca, o meglio, un piccolo mostro?! Giratevi, a destra!”
Tutti si girarono e videro un uomo muscoloso e spaventoso, coperto di cicatrici e tagli di ogni sorta.
“Questo, signori…” disse Voldemort estatico, ma freddo, “è Travers, la mia arma segreta!”
Bellatrix applaudì festante di fronte a quell’energumeno che non sprizzava un solo briciolo di umanità. Regulus invece provò un brivido guardando quegli occhi raggelanti, ma dovette darsi un contegno per evitare di finire ucciso direttamente per mano della malvagia cugina.
Voldemort riprese la parola, dopo che i Mangiamorte ebbero smesso di urlare e ciarlare: “Direi che possiamo cominciare, tutti i nuovi adepti vengano avanti. Allora per questa tranche sono Regulus, sì ragazzo mi ricordo di quando ti sei pisciato addosso dalla paura; Severus, ho grandi speranze per te; e Jacob, il nostro Mangiamorte con esigenze speciali!” e rise alla sua stessa battuta, “venite avanti, venite avanti. Ora, chinate la testa, datemi il braccio e SOTTOMETTETEVI!”
A quel punto Voldemort iniziò ad incidere il marchio sui propri adepti. Jacob e Severus riuscirono a tenere botta; Regulus invece a un tratto fu sul punto di urlare, poi vedendo l'espressione di sostegno di Piton riuscì a calmarsi e trasse un sospiro di sollievo. Da quando erano entrati lì dentro, gli era parso che il suo amico fosse diventato completamente un'altra persona e invece in quell'attimo aveva riconosciuto il volto del Severus di sempre.
Una volta finita quella tortura, Voldemort si radunò con quattro o cinque dei suoi servitori più fidati, tra cui Bellatrix, e confabularono qualcosa tra loro. Alla fine di quella piccola riunione, Tom prese la parola: "Severus, Regulus, la nostra fidata collaboratrice Bellatrix ci ha chiesto il favore di addestrarvi per un piccolo duello che dovrete tenere prossimamente con alcuni tirapiedi bamboccioni di Silente. Sarete lieti di sapere che, dopo la dimostrazione di stasera, i miei collaboratori più fidati si sono tutti offerti volontari per addestrare Severus, ma io ho rifiutato!"
La faccia di Piton sbiancò per un attimo, poi però Voldemort continuò: "E sai perché Severus? Perchè voglio essere IO ad addestrarti, con le mie cure sarai in grado di sbaragliare qualsiasi tuo nemico, specialmente se si tratta di un mocciosetto di Hogwarts!" Il volto del giovane mago si riaccese di nuovo e l'unica cosa che riuscì a dire fu: "Ne sono onorato, mio signore!" e chinò il capo in segno di rispetto.
Tom gli dette una pacca sulla spalla, con un sorrisetto soddisfatto, poi si voltò verso Regulus, guardandolo con aria strafottente: "Per quanto riguarda te, invece, Black, ritieniti fortunato che si sia offerta tua cugina di un compito tanto gravoso quanto ingrato!" Regulus avrebbe preferito sprofondare in quell'esatto momento, inghiottito dal pavimento nero, ma a suo modo, riuscì a non darlo a vedere e fece un sorriso di circostanza alla volta della strega di sua cugina.
“Prima che ve ne andiate…” disse Voldemort, “ho una cosa da farti vedere Regulus, in modo che tu non ti possa mai dimenticare di me e non ti possa mai dimenticare di quello che ti aspetta qua dentro!” e iniziò a emettere dei sibili.
A quel punto un serpente gigantesco apparve dietro di lui e avanzò verso Regulus che tremando non riuscì a muovere un passo, il serpente alzò la testa e lo fissò negli occhi sibilando.
“Stranamente piaci a Nagini, ragazzo!” disse Voldemort un po’ arrabbiato, “ma mi ha detto che ti controllerà, ti controllerà così come ti controllerò io. Ho comunicato anche agli altri di tenerti d’occhio, perché non voglio che tu abbia modo di vacillare. Jacob…” il Mangiamorte avanzò con il bastone che produceva un clank, fai sì che si calmi, per favore.”
“Certo, signore, subito, signore!” e diede un pugno a Regulus che rovinò per terra. Dopo quelle parole, Voldemort svanì, smaterializzandosi.

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