piuma nera

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MALFOY MANOR (un’ora dopo)

Malfoy Manor era avvolta nell’ombra quel pomeriggio, i quadri alle pareti fissavano in cagnesco le persone presenti nella sala.

Gli unici rumori erano le voci accalorate degli uomini e gli schiamazzi di Kreacher e Dobby che si affaccendavano in cucina.

Bellatrix era seduta con una mano sulla spalla della sorella, mentre Lucius stava davanti alla moglie e la osservava, poi, come destatosi da un lungo sonno proruppe: “Narcissa, Narcissa, che cosa devo fare con te? Tu hai messo a rischio il buon nome della nostra famiglia per via delle tue sciocchezze sui figli, ma tu pensi veramente,” disse piegandosi in avanti e guardandola negli occhi, “che io vorrò darti un figlio se queste sono le premesse? Ci hai quasi traditi e questo non te lo posso perdonare, ma posso essere magnanimo e accettarti di nuovo come moglie, se tu farai tutto quello che ti dico. Ora chiedi scusa a tua sorella, poi potremo parlare del resto!” disse stentoreo, alzandosi e dandole le spalle.

Narcissa sbiancò, un po' per l'affronto un po' per il disgusto nel vedere sua sorella tutta tronfia, porgerle la mano in gesto di pace.

"Avanti, Cissy, dai, non preoccuparti, il lavoro sporco lo abbiamo fatto noi, in questo momento Regulus e Severus avranno già sistemato per le feste Sirius, Potter e il resto dell'allegra compagnia, vedrai che saranno qui a momenti!"

Narcissa lanciò uno sguardo feroce alla sorella, il pensiero del cugino umiliato dal fratello minore non le andava ancora giù, ma per quieto vivere si costrinse ad abbozzare un sorriso e avanzò verso la bruna che le aprì le braccia fasciate di nero e la avvolse in un abbraccio freddo come un iceberg.

Mentre le due donne si scioglievano dall’abbraccio, qualcuno bussò alla porta. Bellatrix drizzò le orecchie, euforica, aspettava l’arrivo di Regulus e Severus da un momento all’altro. Così, la mora si fiondò verso l’ingresso, quasi come se si trovasse a casa propria e non a quella della sorella, ma una volta aperto con enfasi l’uscio rimase come pietrificata.

Di fronte a lei si trovavano un uomo alto, avvolto in un pesante cappotto e con un paio di baffi curati, si trattava di Barty Crouch Senior, il direttore del Dipartimento di Applicazione delle Leggi magiche. Vicino a lui, un adolescente smilzo, ma dal mantello sfarzoso, suo figlio: Barty Crouch Junior.

Notando l’improvviso silenzio della cognata, Lucius si fece avanti verso il portone e quando vide le due figure impallidì.

“Lucius!” esordì l’uomo con voce untuosa, “che piacere vederti!”

“Barty…” rispose freddamente Lucius, “non sai quanto fremevo dalla voglia di averti in casa mia!”, poi lanciò uno sguardo interrogativo al ragazzo, “e lui chi sarebbe?” chiese titubante.

“Ah, mio figlio, Barty Crouch Junior! L’ho portato con me per fargli conoscere due rispettabili maghi, come tu e la tua incantevole consorte, che danno una mano al Ministero della Magia!”

“Ah…va bene, entrate, entrate!” disse rapidamente Lucius, facendo da apripista nell’ingresso della magione e cercando di improvvisare qualche piano per poter celare l’identità di Bellatrix, già da un po’ di tempo il suo nome iniziava a circolare sui giornali tra quello dei possibili collaboratori di Voldemort, anche se non c’erano prove schiaccianti, né fotografie che la ritraessero con precisione.

Lucius messo alle strette, sperò che Crouch non avesse idea di quale fosse il suo volto.

“Lascia che ti presenti mia cognata Andromeda, la sorella di Narcissa!” disse indicando Bellatrix, la quale ebbe un sussulto.

Proprio in quel momento una testolina sbucò da sotto il mantello del ragazzo e tolse Bellatrix dall’impaccio. Barty Crouch Senior si massaggiò la nuca: “Ah, spero non sia un disturbo se abbiamo portato con noi Winky, la nostra elfa domestica, mio figlio odia separarsene”.

Lumos & NoxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora