utile canaglia

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Dopo un'estenuante giornata di colloqui coi professori di Hogwarts, finalmente Silente riuscì a tornare nel proprio ufficio, chiuse la porta dietro di sé e tirò un sospiro di sollievo. "Devo ricordarmi di non chiedere più a Kettleburn di portare il proprio piano di studi dell'anno, per poco non incendiava la biblioteca con quell'Ashwinder!" borbottò tra sé, esausto, poi però una luce tornò a baluginare nei suoi occhi con un guizzo.
"A noi, vecchia mia!" esclamò stentoreo e Fanny apparve di fronte a lui. Albus carezzò la sua testolina piumata e disse:" Portami nel luogo dove si sono recati Severus e Regulus l'altra sera!".
La fenice non se lo fece ripetere due volte e sparì in un vortice di fuoco, trascinando Silente con sé.
Il posto dove apparvero metteva i brividi, era quello che pareva un viale alberato pieno di arbusti spogli e che sembrava presagire la morte.
Silente, non sapendo dove andare, si lasciò guidare dalla fenice che lo condusse fino a una cancellata nera che mostrava una villa diroccata. Silente, guardandola, mormorò : “Ma che diamine di posto è mai questo, perché due dei miei studenti dovrebbero venire qui? Questo posto è una feccia e devo parlare con chi di feccia se ne intende. Andiamo, Fanny, vedo nubi scure all’orizzonte” e si smaterializzò insieme alla creatura fantastica.

Silente si ritrovò nei pressi di Notturn Alley e s’incamminò: non voleva perdere un minuto di più
Iniziò a girare per i vari vicoli, finché non arrivò a una specie di sgabuzzino, bussò tre volte a tempo con la bacchetta e l'ingresso si aprì di fronte a sé, percorse un piccolo corridoietto umido dalle pareti scrostate che sembrava non finire mai, arrivò a un bivio, due corridoi si diramavano a destra e a sinistra. Lui estrasse la bacchetta, l'agitò lentamente nell'aria ed esclamò "Revelio": una porta dai battenti dorati su sfondo rosso apparve magicamente di fronte a lui, Albus picchiettò un paio di volte con il battente e dall'altra parte si sentì una voce acuta "Parola d'ordine?"
"Piuttosto un babbano vero che uno del Ministero", una risatina si propagò di là dalla porta che si aprì con un cigolio. Albus oltrepassò l'ingresso e l'odore di Whiskey Incendiario, Gobbiglie Truccate e profumo da quattro soldi invase le sue narici. Aveva fatto il proprio ingresso nella bisca clandestina più malfamata del mondo magico.
Silente non dovette camminare molto, prima di trovare chi cercava, ma dovette districarsi tra topi, persone di dubbio gusto e gozzoviglie varie. Arrivò a un tavolo dove Mundungus Fletcher, vent’anni, era seduto insieme ad altri buon temponi del luogo.
“Mundungus…dovrei parlarti!” esordì Silente, mentre il ragazzo era impegnato nel suo gran vociare, “Mundungus, ti ho detto che ti dovrei parlare!”
“Mh Mh, Sì, Silente!?” biascicò lui.
“Ricomponiti e vieni con me!” sentenziò Silente, con uno sguardo che non ammetteva repliche.
“Scusate, ragazzi, devo andare!” disse Mundungus, poi si alzò e seguì il grande mago.
“Abbiamo un problema,” disse Albus risoluto, “tu vuoi ancora far parte dell’Ordine della Fenice, vero?!”
“Certo, signore, sì, signore, subito, signore!” esclamò il ragazzo fingendo di mettersi sull’attenti.
“Bene, allora ho una missione per te e ti impongo massimo discrezione. Due miei studenti, Severus Piton e Regulus Black, si sono cacciati in qualche guaio, sono stati visti introdursi in una villa diroccata che potrebbe essere dei Mangiamorte. Puoi informarti su quel posto e che loro non si siano cacciati nei guai?”
“Certo signore, sì, signore, subito, signore!”
Silente estrasse un bigliettino dalla tasca e lo passò a Mundungus: “Sai cosa fare!”, poi fece un sorriso compiaciuto, la sua rete di collaboratori costruita a fatica in tutti quegli anni adesso iniziava a dare i suoi frutti. Fece per andarsene, dette le spalle a Mundungus e iniziò ad avanzare verso la porta rossa e oro, prima di raggiungerla però si voltò di nuovo, il ragazzo era ancora lì che lo fissava con tanto d'occhi, la classe di Silente non passava inosservata nei circoli dove si riuniva la crème de la crème dei maghi e delle streghe, figuriamoci in un posto come quello.
"Mundungus...ne abbiamo già parlato, ma voglio ribadirtelo ancora una volta. Con le tue capacità puoi fare grande cose, a servizio di scopi onorevoli, intendo, lascia perdere le Gobbiglie Truccate e smetti di bruciarti col Whisky, tu sei meglio di così. Per qualsiasi cosa, sai dove trovarmi!" disse, poi si voltò e uscì dalla porta senza dargli tempo di ribattere, sapeva che il ragazzo ci avrebbe riflettuto e prima o poi avrebbe deciso di cambiare rotta, aveva conosciuto un altro ragazzo che a vent'anni aveva perso la bussola ed era finito in giri poco raccomandabili per poi ravvedersi giusto in tempo...lui stesso.
Adesso, però, non era il momento di perdersi in pensieri dolorosi: una nuova minaccia incombeva sul mondo magico e forse anche sui suoi studenti, quella villa non prometteva niente di buono e mentre Mundungus s'informava, qualcuno avrebbe dovuto sorvegliarla. Con gli anni aveva ben compreso che, per quanto capace, non poteva fare tutto da solo: per questo aveva creato l'Ordine della Fenice.

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