CAPITOLO 18 II PARTE: QUELLA PARTITA CHE MI FECE SENTIRE A CASA

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Bologna,03 maggio 2018

LAURA POV'S

Appena staccai gli occhi da quella coppa che stavo rincorrendo da anni incrociando lo sguardo di papà e poi quello di mamma mi fece provare una sensazione di completezza che non avevo mai provato prima d'ora, consegnai la coppa a Nicky e raggiunsi i miei genitori in tribuna appena gli ebbi a un passo vidi lo sguardo di papà su di me è qualcosa che non riesco a descrivere; riesco a scorgere il suo essere fiero e orgoglioso di ciò che sono diventata ma percepisco anche la sua tristezza per essersi perso tutte le mie più grandi vittorie che viene sopressa dalla felicità di vedermi con la coppa in mano. Me lo ero sognata così tanto in tutti questi anni che ora che si è avverato mi mancano le parole vorrei correre da lui abbracciarlo dirgli quanto mi è mancato ma purtroppo le parole vengono a mancarmi eppure in tutti questi anni per me non è stata una passeggiata lontana da casa e cadere alzarmi sola senza un suo abbraccio o una sua semplice parola che mi poteva aiutare. Averlo a pochi passi da me sembra un sogno ad occhi aperti ma questo sogno si rivela essere realtà perché lui si avvicina a me abbracciandomi forte e mi sussurra: "Sono così orgoglioso e fiero della giocatrice che sei diventata mi dispiace soltanto non esserti stato accanto come avrei voluto." Prima di poter parlare con lui il mio sguardo cade su mamma la quale per tutto questo tempo si è messa da parte il suo sguardo è quello di una mamma fiera e orgogliosa di com'è diventata sua figlia ma riesco a scorgere un velo di tristezza per non essere potuta starle accanto e quando faccio per avvicinarmi lei mi precede sorprendendomi con la sua frase: "Sono fiera di te di ciò che sei mi vergogno di non averti cercata in tutti questi anni e di non esserti stata accanto come dovevo..." e da qui iniziai il mio discorso con lei a cuore aperto finalmente avevo ritrovato mia mamma quella che sapevo che non mi aveva abbandonata come per anni il giornalista fallito mi aveva detto. Laura: "Quel 03 Novembre 2010 quando Emanuele mi disse di andare a Milano speravo che tu o papà mi fermaste non perché non volessi andare ma perché in quel momento più che mai avevo bisogno di voi ma non vi faccio la colpa di non esserci stati anzi appena arrivai a Milano mi buttai a capofitto negli allenamenti non mi concedevo nemmeno uno svago cercavo di riuscire a migliorare e fare del mio meglio non soltanto per me ma anche per riempire quel vuoto che avevo per la vostra mancanza ma più il tempo passava più era insopportabile, nel frattempo il giornalista mi aveva adocchiata ed aveva capito chi ero e lì è iniziato il mio calvario ma ora che ho ritrovato Te e Papà, Sara e Giacomo sono a casa" Mamma mi guardò e disse: " Tu non immagini la sofferenza che abbiamo provato quando il giornalista ci ha minacciati abbiamo cercato qualsiasi modo per proteggervi anche quello di frequentare Giacomo era solo una nostra strategia per avere informazioni su come stavi o cosa stessi facendo a modo nostro abbiamo sempre cercato di proteggerti e quando Sandro ci chiamo e ci raccontò del fallimento della Squadra e del vostro ritorno a Bologna per noi fu come tornare a respirare riaverti a casa con noi e i tuoi fratelli era la notizia più bella ma duro poco perché Il Giornalista torno a minacciarci. Quando sei venuta in studio a firmare le carte il mio cuore e il mio istinto mi dicevano di dirti la verità ma il mio amore per te figlia mia mi ha fatta agire come ho fatto. Giacomo sapeva tutto fin dal principio ma tuo padre gli aveva espressamente chiesto di non dirti nulla fin quando lui non fosse riuscito a farlo arrestare poi è successo il caos dopo il tuo incidente tuo padre ha subito un crollo ed io anche non potevamo credere che fosse arrivato così a tanto pur di farci del male noi abbiamo sempre cercato di proteggerti. Non c'è stato momento in cui o io o papà non fossimo in ospedale a dare il cambio a Sara, Marta, Rachele, Mattia, Carla, Ambra, Luigi e infine Giacomo. Tu tesoro sei e sei sempre stata la nostra priorità. Vederti giocare oggi mi ha resa orgogliosa e fiera ma soprattutto finalmente ho visto in campo la grande Laura Astori di cui parlano tutti molto bene e mi sono resa conto che sei la mia piccola Laura che a poco a poco si sta facendo spazio nel mondo. Sono così fiera di te tesoro ma soprattutto ora che ti ho accanto sono finalmente felice." Non le dissi e l'abbracciai lei ricambiò in quel abbraccio racchiudevo tutto quello che le volevo dire quando mi staccai le dissi: "Mamma ciò che è stato non è affatto facile da superare ma averti qui oggi per me vale molto di più di una semplice ripresa dopo una caduta ora so che alle mie prossime cadute avrò accanto Te e Papà che mi aiuterete a rialzarmi." Dopo aver detto ciò mi sento prendere da dietro da due braccia molto forti che le riconoscerei sempre è Papà, mi volto verso di lui e non mi da nemmeno il tempo di parlare che inizia a dirmi: "Tu non puoi immaginarti la sofferenza che abbiamo provato quando il giornalista ci ha minacciati abbiamo cercato qualsiasi modo per proteggervi anche quello di assumere Giacomo in studio era solo una nostra strategia per avere informazioni su come stavi o cosa stessi facendo a modo nostro abbiamo sempre cercato di proteggerti e quando Sandro ci chiamo e ci raccontò del fallimento della Squadra e del vostro ritorno a Bologna per noi fu come tornare a respirare riaverti a casa con noi e i tuoi fratelli era la notizia più bella ma duro poco perché Il Giornalista torno a minacciarci. Quando sei venuta in studio a firmare le carte tua madre avrebbe voluto dirti tutto ma non poteva dato che il giornalista ci teneva sotto controllo 24 h su 24 poi quando tu sei stata vittima di quel maledetto incidente a me e tua madre ci crollo il mondo addosso, quel senso di colpa di non essere riusciti a proteggerti abbastanza ci divorava sempre più e ci ha lasciato solo quando abbiamo saputo che eri uscita dal coma. Non c'è stato momento in cui o io o mamma non fossimo in ospedale a dare il cambio a Sara, Marta, Rachele, Mattia, Carla, Ambra, Luigi e infine Giacomo. Tu tesoro sei e sei sempre stata la nostra priorità. Vederti giocare oggi mi ha reso più che orgoglioso e fiero ma soprattutto finalmente ho visto in campo la grande Laura Astori di cui parlano tutti molto bene e mi sono reso conto che sei la mia piccola Laura che a poco a poco si sta facendo spazio nel mondo. Avrei voluto essere più presente ed aiutarti quando sei caduta consolarti spronarti incoraggiarti ma ora sono soltanto un padre molto orgoglioso e fiero di aver visto sua figlia giocare in modo stupendo e sono finalmente felice di riaverti a casa con noi finalmente abbiamo ricomposto la nostra famiglia." Lo abbracciai con gli occhi pieni di lacrime di felicità e li dissi: " Quel 03 Novembre 2010 quando Emanuele mi disse di andare a Milano speravo che tu o mamma mi fermaste non perché non volessi andare ma perché in quel momento più che mai avevo bisogno di voi ma non vi faccio la colpa di non esserci stati anzi appena arrivai a Milano mi buttai a capofitto negli allenamenti non mi concedevo nemmeno uno svago cercavo di riuscire a migliorare e fare del mio meglio non soltanto per me ma anche per riempire quel vuoto che avevo per la vostra mancanza ma più il tempo passava più era insopportabile, e poi arrivo il giornalista che mi avvicino e lì inizio il mio calvario, ho allontanato Sara per proteggerla lui ha iniziato a seguirmi e controllarmi per ciò passavo più tempo agli allenamenti poi quando Sandro ci ha comunicato il nostro trasferimento lui ha fatto una scenata Inizio Flashback: Milano, 20 Marzo 2018:Milano in quei giorni era piena di gente ma soprattutto il palasport dove si sarebbe tenuta la partita decisiva per la mia squadra lo era. Da un po' di tempo le cose per la mia squadra non andavano bene e il mio coach mi aveva già detto di essere in trattative per cedere la squadra a Bologna ed io ero contenta da una parte di ritornare stabilmente a casa da quando vivevo a Milano la mia vita era sempre stata tra allenamenti e partite e la mia vita privata ne risentiva, infatti essendo molto presa da allenamenti e varie partite non trovavo il tempo di stare con il mio fidanzato Massimo il quale era il giornalista sportivo che riportava tutte le nostre partite. Nella nostra relazione non ci avevo messo tutta me stessa non perché non li volessi bene ma non lo amavo e avevo cercato di dirglielo tantissime volte ma ogni volta che toccavo l'argomento per lui era un pretesto per dimostrarmi che mi amava e che gli appartenevo e anche se volevo andare una volta a settimana a Bologna a trovare la mia famiglia e i miei amici non potevo perché lui me lo aveva ridotto a una volta a settimana ed il fatto che la squadra era in una cattiva situazione sarebbe per me stata una liberazione tornare nella mia città e denunciare il mio "ex" per ciò che stava facendo ma siccome non lo avevo ancora lasciato non potevo farlo ma avevo raccontato tutto a mia sorella Rachele e le avevo chiesto espressamente di avvertire il mio amico del cuore per aiutarmi. Quel giorno la famosa partita perdemmo la partita e le mie compagne mi dissero sottovoce: "abbiamo fatto del nostro meglio ma sicuramente a Bologna ritroveremo la nostra rinascita" dissi semplicemente: "Sarà così, ragazze vi devo raccontare una cosa" presi un lungo respiro e continuai: "voi tutte vi sarete accorte che le cose tra me e massimo non vanno, dovete sapere che lui sta facendo di tutto per legarmi a lui ma io lo vedo solo come un amico e ciò a lui da fastidio ma il mio cuore appartiene ad un avvocato di Bologna nonché il mio amico del cuore si chiama Giacomo Taviani e se ve lo state chiedendo e quello di cui parlano in tv quando viene vinta qualche causa a Bologna" le sue compagne le dissero: "ti senti imprigionata con massimo vero?" mi guardai in giro e vidi che massimo mi stava guardando e poi mi girai verso le compagne e dissi: "Esattamente ma ora mi sta guardando mi raccomando se Sandro (il coach) annuncia il nostro trasferimento a Bologna fate finta che vi dispiaccia non voglio che massimo venga a sapere che siamo entusiaste all'idea" le compagne di squadra mi dissero: " Faremo il possibile per impedirgli di farti del male", in quel momento Sandro richiamo la squadra e disse: "Ragazze, questa è stata la vostra ultima partita qui a Milano di conseguenza domani partirete per Bologna, Vi auguriamo buona fortuna" tutta la squadra rispose: "Grazie coach non la deluderemo e ci stia bene." In quel momento mentre ero di spalle mi si avvicino massimo ma le mie compagne crearono una barriera tra noi come se massimo fosse un nemico a cui tirare un pallone talmente forte che nessuno poteva superare e massimo disse: "Toglietevi di torno" tutte risposero in coro: "ma veramente la porta aspetta solo te noi rimaniamo qui e ciò che faremo fuori da qui non ti deve più interessare visto che non sarai più il giornalista sportivo della nostra squadra" lui disse: "Vi sbagliate anche Sandro, il vostro coach si è sbagliato" il coach sentendo ciò chiese il contratto firmato con la squadra di Bologna glielo diedero e si avvicino alle ragazze le supero e sbattendo in faccia a massimo una copia del contratto disse: "il direttivo ed io non sbagliamo mai, la squadra verrà chiusa e per non lasciare le nostre ragazze per strada abbiamo deciso così" massimo ancora più arrabbiato grido: "Potevate farlo benissimo è forse perché ci tenete tanto a loro che non le lasciate alla strada che si meritano visto come giocano?" Sandro capì che massimo era fuori di testa e chiamo la redazione del giornale per il quale lavorava e raccontò l'accaduto massimo venne richiamato e gli tolsero la pagina sportiva dal suo compito e li misero la pagina di cronaca. Quel giorno rientrai a casa (dove vivevo da sola) presi tutte le mie cose feci le valige e andai a casa di Nicky sapendo che avrei trovato tutta la squadra e sapevo che massimo lì non avrebbe potuto trovarmi e il giorno dopo sarei partita per Bologna, dove mi attendevano le mie vecchie compagne di squadra e Emanuele (il mio primo coach) dal quale ero felicissima di tornare ma soprattutto mi aspettava la mia famiglia la quale mi era mancata più di ogni altra cosa. Infondo al cuore, speravo che al mio arrivo ci sarebbe stato anche Giacomo. Fine Flashback Da all'ora aveva sempre cercato di contattarmi ma Giacomo glielo ha sempre impedito ora sono felice che lui sia in carcere e spero che ci rimanga per un bel po'. Ora dopo aver ritrovato te e mamma e i miei fratelli mi sento veramente a casa. TI VOGLIO BENE PAPÀ." Dopo aver finito di parlare lui mi abbraccio e mi disse: "Il passato ci ha fatto troppo male ma è arrivato il momento di andare avanti assieme ora io e mamma non ti lasceremo più. ANCH'IO TI VOGLIO BENE LAURA E SONO ORGOGLIOSO E FIERO DI TE!" Poco dopo ci raggiunse mamma che si era messa in disparte per farci parlare tranquilli e ci abbracciamo tutti e tre assieme finalmente potevo dire che ero realmente felice; avevo chiarito con Sara, Avevo ritrovato i miei fratelli più piccoli Ambra, Carla e Luigi ma soprattutto avevo ritrovato Giacomo ora mi sentivo veramente completa e non più a metà.

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