21 - PARK BOGUM 2.0 (Taehyung)

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L'appartamento di Jungkook è del tutto diverso da quello che mi aspettavo. È piccolo ma molto accogliente, e non ha nulla della tipica 'casa da studente fuorisede'; è molto ordinata e pulita, e per quanto l'arredamento sia scarno, c'è una certa ricercatezza nel modo in cui i vari elementi, presenti nel piccolo soggiorno in cui sono seduto, vanno ad incastrarsi.

Il divano è grande, seppur abbastanza vecchio da lasciare che vi sprofondi sopra senza nessuna fatica. Davanti a me ci sono un piccolo televisore, una playstation 3, e un tavolino con qualche rivista aperta. Non ne sono molto sicuro, visto che al momento non oso neanche muovermi per respirare, ma credo riguardino i tatuaggi e le varie tecniche di colorazione che è possibile utilizzare in base allo stile.

Non che stoni una lettura di quel genere nella casa di un ragazzo con un braccio completamente tatuato dall'inizio alla fine.

Braccio che non vedo già da parecchi minuti, e più precisamente da quando si è ancorato alla mano della donna sbucata dal nulla e l'ha trascinata verso quella che credo sia la camera da letto. Mi ha detto di aspettarli un attimo perché doveva parlare con sua madre, e figuriamoci se ho intenzione di ribellarmi imbarazzato come sono.

Fosse per me sarei addirittura già andato via; avrei mandato un messaggio all'autista dicendo che c'era stato un cambio di programma, e probabilmente adesso sarei già all'Hybe, pronto ad affrontare la folla inferocita.

Ma Jungkook voleva che restassi, e anche io voglio restare con lui.

Ne approfitto per guardare il mio cellulare e le quattro chiamate perse da parte di mio zio. È la prima volta che scelgo deliberatamente di non rispondere, e se al primo rifiuto me la sarei potuta cavare inventando un imprevisto o un qualche tipo di impedimento, al quarto mi sarebbe stato impossibile negare di aver scelto di evitarlo.

Che gli fosse giunta voce di quelle stupide fake news era palese, visto il tempismo delle sue telefonate, ma cosa voleva veramente da me in quel momento? Voleva sgridarmi per aver trasformato un affare in un appuntamento romantico? Voleva curiosare e capire se le voci erano vere? Voleva congratularsi per la lieta notizia o minacciarmi di non tornare a casa?

Qualunque fosse la verità, Jungkook aveva ragione: sarebbe stato costretto a dirmela a modo mio questa volta.

/ Ciao zio, qui a Seul tutto ok. Ho notato che stai provando a chiamarmi, ma credo sia inutile rispondere visto che come sai non potremmo avere una vera e propria conversazione. Potresti scrivermi un messaggio o mandarmi una nota vocale? Mi sentirei più a mio agio a non ascoltare e basta /

Proprio mentre sto scrivendo il messaggio, la porta dietro cui i padroni di casa si erano rintanati si apre; vedo la signora Jeon sparire in cucina, senza neanche guardare nella mia direzione, e suo figlio che invece si avvicina a me con un sorriso forzatissimo in viso e le guance ancora belle rosse.

/ La cena è quasi pronta, ma risponderò appena posso. Ti voglio bene zio, ci sentiamo presto /

Terminato quel messaggio, dedico la mia totale attenzione a Jungkook che nel mentre si è seduto terribilmente vicino a me rendendo quel divano, che fino ad un attimo fa mi sembrava spaziosissimo, più piccolo di una poltrona.

Anzi, a guardare con più attenzione, non è il mobilio ad essersi ristretto: è lui ad essersi seduto quasi sopra di me.

Sto per avere un infarto.

<< Taehyung >> sussurra appena, peggiorando ulteriormente le mie condizioni << tra poco ceneremo con mia madre. È venuta qui per farmi una sorpresa, non ne avevo assolutamente idea. Le ho detto che sei un mio amico di università che è venuto a vedere un film. Per favore, Tae >> TAE?????? << non deve assolutamente sapere che lavoro all'Hybe. Te ne prego >>

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