32 - I veri amici li riconosci nel momento del bisogno (Hoseok - Seokjin)

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Perché mi trovo sempre relegato ad essere una comparsa nella vita altrui?

Se ripenso alla mia vita, non posso fare a meno di notare quanto spesso io mi sia sentito messo da parte dagli altri, o quante volte io abbia dovuto assistere alle recite spettacolari delle persone che mi circondano da dietro le quinte.

Mai illuminato dai riflettori, mai protagonista.

Una comparsa.

Uno di quelli che inserisci in un racconto per fare numero, più che per rendergli veramente giustizia. Serve sempre qualcuno che faccia da sfondo alle esistenze altrui e che ne sia testimone, viceversa quelle vite così meravigliose non avrebbero motivo di esistere.

Sono quello che mette like, ma non posta mai.

Sono quello che fa favori a tutti, ma che non ne chiede mai.
Sono quello che manda sempre il messaggio d'auguri a mezzanotte, ma che il primo augurio lo riceve a mezzogiorno nel giorno del suo compleanno.

O non lo riceve affatto.

Sì, sto pensando proprio a te Jimin.

Ho perso il conto delle volte in cui ho controllato il cellulare.

Di sicuro va di pari passo con il numero di volte in cui sono rimasto deluso.

<< Devo proprio andare, ma grazie di tutto >> dico sull'uscio di casa Park mentre dedico un piccolo inchino all'unica persona che chissà come si è ricordata di farmi gli auguri.

<< Ti chiedo scusa per Jimin, Hoseok. Ultimamente mio figlio non ci sta con la testa. Ma vedrai che si farà presto vivo. Forse sta organizzando qualcosa proprio in questo momento >>

Neanche lei sembra convinta, ma la Signora Park è una donna così amorevole che proprio non può farcela a non cercare di consolarmi, né può riuscire a fare a meno di difendere suo figlio.

Le rispondo con il mio sorriso più grande, prima di darle le spalle e avviarmi verso la fermata dell'autobus con un groppo in gola così grande che quasi mi impedisce i movimenti.

Ho fatto la cosa giusta con Jimin.

Era palese che stesse soffrendo per quell'assurda situazione in cui era andato a cacciarsi, e da amico non potevo certo consigliargli diversamente solo perché avevo voglia di passare il mio compleanno con lui.

Eppure mi sento in colpa, perché una parte di me non riesce proprio ad accettare il fatto che lui mi abbia messo da parte per quello sconosciuto che l'ha trattato così male. Vorrei che questa piccola voce nella mia testa tacesse, ma non c'è verso che lo faccia. Sono forse una brutta persona? Sono un egoista se ho appena sperato che il loro appuntamento sia andato male così che Jimin sia costretto nuovamente a correre da me?

<< Ehi? Ehi, scusami, dico a te >>

Che questa voce sconosciuta stia parlando con me lo escludo proprio, ma mi volto comunque nella sua direzione per sviare ogni dubbio. Appartiene ad un bel ragazzo che mi è del tutto estraneo, come volevasi dimostrare.

Il fatto è che, non appena l'ho guardato, mi ha subito fatto ciao con la mano e ora si sta avvicinando proprio come se avesse intenzione di chiedermi qualcosa. Sono alla fermata di un autobus, probabilmente vorrà chiedermi che linea passa di qua?

<< Piacere, mi chiamo Seonghwa >> dice sorridendomi << Mi dispiace essere così indiscreto ma...ho visto che sei uscito dalla casa lì in fondo. Sei il fratello di Park Jimin? >>

Ovviamente si tratta di Jimin.

Quando mai avrebbe potuto notarmi un tipo del genere se non fosse stato per chiedermi chissà che cosa sul mio amico ben più sexy e simpatico.

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