31 - COME SI FERMA UN UOMO CHE ESPLODE? (Taehyung)

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Come ogni mattina apro gli occhi esattamente sessanta secondi prima che la mia sveglia a forma di Kero-chan inizi a trillare. Sono le 07:19 del mattino, e la giornata di oggi si prospetta come una delle più brutte della mia vita.

<< Sì sì, sono sveglio! Che diamine >> borbotto contro quel suono fastidioso come se quel leoncino giallo fosse un essere vivente capace di capire quello che gli dico.

Di solito mi piace restare tra le lenzuola più tempo del necessario in attesa che qualcuno arrivi a svegliarmi con coccole e carezze (che negherò categoricamente di apprezzare per preservare la mia integrità di UOMO), ma per questa mattina devo passare. Non ho voglia di vedere nessuno, men che meno il carnefice della tragedia che si consumerà di qui a qualche ora.

Tempo cinque minuti e sono già in bagno. Il riflesso che mi dà il buongiorno è quello di un Taehyung con la faccia gonfia, i capelli sparati in tutte le direzioni e un bel brufolo bianco e pulsante sulla fronte.

Com'è che si dice? Le sventure non vengono mai sole o roba simile: beh qualunque sia il detto corretto, sicuramente chi l'ha inventato aveva ragione, e io ne sono la prova vivente.

Guardo indeciso quell'imprevisto dai bordi rossastri, e più lo fisso e più lo vedo allargarsi a dismisura. A breve sembrerà un terzo occhio, quindi è più che naturale che il mio primo pensiero sia quello di eliminarlo. Eppure mi è sempre stato detto di non farlo, che devo "aspettare che scompaia, o c'è la possibilità che io faccia ancora più danni".

Wow, bella filosofia di merda quella di aspettare che i problemi spariscano da soli senza affrontarli. Ha sicuramente funzionato per molta gente restarsene in attesa di un miracolo, sì sì.

Sollevo gli occhi al cielo e mi metto in posizione di combattimento. L'infame ci mette poco ad esplodere schizzando pus dappertutto e provocandomi un dolore che ha però retrogusto di trionfo. La zona dell'impatto è ancora più arrossata di prima, ma sono sicuro che tornerà a posto in men che non si dica. È tutto risolto, alla faccia dell'aspettare e sperare.

Ho quasi finito di spazzolarmi i capelli quando sento la porta della mia camera da letto aprirsi. Non sono nudo, eppure, il fatto che qualcuno sia entrato nella mia stanza e ora si stia avvicinando alla porta aperta del mio bagno, mi mette incredibilmente a disagio.

Anche se quel qualcuno è mia madre.

<< Taetae? Pensavo fossi ancora a letto! Sei pronto, amore mio? >>

Quanto può essere smielata la mamma? Possibile che non si renda conto che ho quindici anni? Non sono più un bambino!

<< Mamma, devi bussare! >>

La risatina che avverto così vicina fa da cornice al suo riflesso che appare immediatamente vicino al mio nel grande specchio del bagno. Non solo se ne frega bellamente del mio pudore, ma si prende gioco di me anche in quel modo così sfacciato.

<< Certo piccolo mio, scusami. Ad ogni modo non c'è niente di te che io non abbia visto, perché ti vergogni? >>

Adolescenza, questa sconosciuta. Sono più che sicuro che anche lei abbia avuto la mia età ad un certo punto (o è nata già così? I genitori sono mai stati dei bambini ragazzi quasi adulti con la barba come me?), eppure sembrano non ricordare assolutamente nulla di quello che proviamo e di come ci sentiamo. Se quel commento così inopportuno doveva servire ad alleviare il mio imbarazzo, allora è stato l'epic fail più grande della storia perché sono diventato di un colore improponibile.

<< Ma che state facendo chiusi in bagno? Sono quasi le otto! Dobbiamo andare o non riuscirò a liberarmi per pranzo >>

<< Siamo pronti, caro. E comunque avresti dovuto bussare, Taetae ci tiene molto alla sua privacy >>

Voce [ Taekook ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora