Ombre sotto il sole

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Jane è finalmente riuscita a convincere Casey, l'addestratore di Parker, il suo labrador di due anni a farla andare da sola al parco. Sono settimane che non esce a fare qualcosa senza la supervisione di qualcuno. La sua famiglia è molto premurosa soprattutto dopo l'incidente che ha avuto tre anni prima: era in servizio al Bpd e dopo un inseguimento era stata colpita alla testa, ma cosa peggiore il suo aggressore si era approfittata di lei e l'aveva violentata mentre era priva di sensi, Korsak arrivò prima che potesse peggiorare le cose, magari uccidendola; da quella violenza erano nati i suoi due cuori: Camille e Olivia, due splendide gemelline di ormai tre anni e mezzo che sono la gioia della sua vita, sono state le uniche cose che le hanno impedito di crollare dopo che era successo tutto. Non ha avuto la forza di abortire o abbandonarle, loro non hanno nessuna colpa se il loro padre è un mostro. Dopo l'aggressione si era risvegliata in ospedale con una forma medio grave di ipovedenza periferica dovuta ad una compromissione della retina dove un grosso grumo di sangue si era accumulato in quella zona e non poteva essere asportato senza fare danni collaterali, unica speranza era che si riassorbisse da solo, cosa che ancora non era successa, questo problema le causa grosse difficoltà di orientamento e mobilità spaziale. Riesce solo a percepire le ombre fino ad una certa distanza, abbastanza da permetterle di non inciampare sui suoi piedi o sulle persone che le sono a pochi passi, non è permanente, almeno così le hanno detto, ma da quando si è ammalata i miglioramenti non sono stati molti e i medici sospettano che ci sia anche una forte componente psicologica che le impedisce di guarire. Una sorta di blocco o trauma emotivo che le impedisce di vedere. Dato il bel clima di giugno decide di prendere un pomeriggio per sé, le bambine sono con la nonna. Si mette sedere su una piccola zolla di verde, rovista nella sua borsa e prende la palla preferita di Parker. "Hey bellezza..." le accarezza la testa. "Ti va di giocare?" Le mette la palla a due passi dal muso peloso, il cane abbaia felice. "Si? Ok...dai vai a prendere la palla e portala qui...vai!!" urla lanciandola davanti a sé. Parker le corre dietro scodinzolando felice e gliela riporta. "Ma che brava...la mia cucciola...ancora?" le sorride muovendo la palla tra mani, il cane abbaia in risposta. Jane si alza e cerca di lanciare lontano, ma sente una voce poco lontana lamentarsi. "Ahi...accidenti che male! Ma... che cosa?" la palla deve aver colpito qualcuno, richiama Parker con un fischio, la cucciola le corre incontro e Jane si aggrappa al suo collare per farsi guidare. "Mi scusi...io..." grida in direzione della voce, ma non ottiene risposta. Maura che si è seduta a leggere sull'erba poco lontana, ha notato questa bella mora in compagnia del bel labrador, l'ha guardata sorridendo ma non ha ottenuto attenzione, ci rimane un attimo male e si mette a leggere leggermente infastidita dalla freddezza con cui è stata accolta, mentre è assorta a sfogliare il suo bel libro qualcosa le colpisce la testa facendola sobbalzare. Non è stato forte ma l'ha spaventata, si guarda intorno e vede la mora di prima in piedi che si scusa, guardando verso un punto indefinito. La bionda si alza dall'erba, prende la palla colorata e si avvicina sorridendo verso la bella sconosciuta. "Hey...cercavi questa?" Chiede porgendogli la palla sorridendo. Jane si volta verso la voce con sguardo fisso. "Oh...scusami, ti ho fatto male? Sono pessima a lanciare le palline...mi dispiace!" si scusa e Maura nota che c'è qualcosa che non va, la donna non la guarda mai in faccia e ha cercato di prendere la palla sfiorando l'aria più volte, come se non la vedesse, le si stringe il cuore, ma non dice nulla. "Tieni!" le prese la mano e le dà la palla, Jane che intrave appena la sua sagoma le sorride. "Grazie...sono così goffa, spero di non averti fatto male!" abbassa gli occhi imbarazzata. "Oh...no, in realtà è stato divertente...non prendevo una palla in testa da quando Kelly Richarson aveva cercato di vincere la scommessa per avere..." la mora l'ascolta frastornata ma affascinata, questa donna ha la voce più dolce che abbia mai sentito e dai contorni sfocati del suo corpo deve avere anche un fisico niente male. "Oh, scusa...tendo a divagare quando sono nervosa...scusa...sono Maura!" Le prende la mano per stringerla, Jane sobbalza al contatto, non permette a molte persone di essere così fisici con lei, ma questa voce ha qualcosa che la calma. "Ok, ciao...io sono Jane...come avrai notato oltre ad avere una pessima mira, sono ipovedente...perché sei nervosa?" Si rimette a sedere sull'erba mentre Parker si accuccia al suo fianco. "Posso sedermi accanto a te, Jane?" Si accuccia per accarezzare il cane. " Le piaci, Parker non si fa avvicinare da molti, a parte Casey che lo addestra, me e la mia famiglia...siediti pure se vuoi!" Maura si allontana a riprendere le sue cose e si siede al fianco della bruna. "Volevi sapere perché ero nervosa? Lo sono sempre con le persone, sono una vera frana a livello sociale, non ho amici e ho la brutta abitudine di parlare troppo e dire cose che non interessano a nessuno!" Dice nervosamente mentre gioca con alcuni fili d'erba. "Come adesso?" Sottolinea Jane con una risata, la bionda sospirò imbarazzata. "Si...come adesso..." Jane torna seria. "Hey...non ti stavo criticando...sai? In realtà ti trovo interessante e non mi dispiacciono le persone chiacchierone...anche io parlo tanto...che lavoro fai Maura?" Jane accarezza Parker che si è appisolata. "Sono un medico legale, lavoro al Bpd e tu?" La guarda curiosa. La mora sembra scioccata. "Lavori al Bpd...sul serio?" Chiede quasi urlando.

ALL'OMBRA DEI SUOI OCCHIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora