11|Quiete e tempesta.

130 6 13
                                    

Harry

Era passata una settimana dal compleanno di Lottie, ormai riuscivo solo a pensare al countdown, meno nove al trenta novembre. Avevo fatto una bella chiacchierata con Stefano prima che tornasse a casa sua, parlando di questo fantomatico professore di educazione fisica che a quanto pareva era sempre molto più attento nei confronti di Lottie. Avevo iniziato ad andarla a prendere dopo lavoro ogni volta che potessi farlo, inizialmente ne era sorpresa, ma al terzo giorno consecutivo mi aveva accolto con una barretta di cioccolato e un bacio in punta di piedi. Ogni volta aveva dolcetto diverso e un aneddoto divertente da raccontarmi ed io non avevo mai scritto tanto quanto negli ultimi giorni. Lottie era la mia musa.

«Guarda cosa mi è arrivato stamattina prima che uscissi di casa, direttamente da Londra, tramite mio fratello» urlò entusiasta saltellando fino al mio abbraccio. Quanto era dolce in questa versione adolescenziale? «Baby, il mio bacio?» domandai autoritario, lei mi tirò giù dal colletto della giacca, stampando le sue labbra sulle mie. «Ciao piccolo, sei proprio bello con i capelli pettinati così, sai?» affermò baciandomi di nuovo, sorrisi sulle sue labbra. «Molto meglio» asserii lasciandole un bacetto sulla punta del naso. «Che cosa ti ha regalato tuo fratello?» domandai prendendola per mano. «Ah sì giusto. Guarda! Il nuovo album dei Lumineers con tanto di dedica e autografo» rispose entusiasta porgendomi l'album con la mano libera «To Carlotta, don't be late, Cleopatra» lessi ad alta voce, la guardai interrogativo saltellare da un piede all'altro. «Hai capito? La canzone, dai Harry! Te l'ho fatta sentire una dozzina di volte in questi giorni» si lamentò al mio sguardo insicuro. «But I was late for this, late for that, late for the love of my life and when I die alone, when  I die alone, when I die I'll be on time» canticchiai, le brillarono gli occhi. «Ti ricordi?! Cavolo però Harry» affermò cambiando tono di voce nella seconda parte della frase. «Che c'è?» «Te l'ho mai detto che sei eccitante quando canti?» rispose retorica guardandomi con malizia. «Se vuoi ti porto a casa e faccio un concerto privato solo per te, prezzo di favore ovviamente» «Se partecipassi nuda?» domandò ironica facendomi l'occhiolino. «Tu sì che sai come far perdere la testa a un uomo, piccola» commentai divertito dandole un pizzicotto sul culo. «Carlotta!» Una voce maschile la fece scattare sull'attenti, allontanandosi di un passo da me. Alzai un sopracciglio. «Carlotta che fortuna, ti ho trovata. Hai dimenticato il portatile in classe, hai la traduzione dell'articolo da consegnare entro oggi, giusto?» Domandò l'armadio brizzolato raggiungendoci in un paio di falcate. «S-sì, caspita, che imbranata, mi hai salvato la vita!» Perché la sua voce si era alzata di un paio di ottave? E soprattutto perché stava arrossendo? «Ma valà, non dire sciocchezze dolcezza, lo so che salvi tutto sul Cloud» disse marpione l'armadio, ridacchiai attirando la sua attenzione. «Scusami, non mi sono presentato sono Harry, quello che sa che la dolcezza qui non si fida del Cloud» dissi sbruffone, ignorando l'occhiataccia di Lottie. «Immagino che tu sia il fantomatico amico di cui mi ha parlato Carlotta. Piacere, sono Sebastiano, Darvis, un suo collega» affermò allungandomi la mano, che strinsi con vigore. «Ottimo, così posso abbinare una faccia al nome» commentai a denti stretti, in un sorriso tirato. «Grazie Sebastiano, ora dobbiamo andare, ci vediamo giovedì» s'intromise Lottie, attirando l'attenzione su di sé. «Certo dolcezza e mi raccomando pensa alla mia proposta.» Così veloce com'era arrivato, se ne andò, lasciandoci soli. «Baby, cos'è 'sta storia? Di che proposta stava parlando?» Andai subito al sodo, mettendo le mani in tasca, lei fece spallucce. «Niente di che, mi ha invitato a bere una birra in settimana» disse rigirandosi il CD tra le mani. «Ah davvero? Tu e lui, dolcezza?» la stuzzicai, dandole una spintarella. «Già. Perché, vorresti unirti?» «No, no per carità, non vorrei disturbarvi» bofonchiai allungando il passo. Lei strozzò una risatina, seguendomi in silenzio. «Ottimo, perché pensavo di proporgli il pub di Marco stasera o domani, sì, meglio domani. Stasera devo assistere a un concerto personale. Nuda.» Mi girai di scatto, guardandola con un sorrisetto eccitato. «Stai cercando di farmi eccitare con il tuo corpo per non farmi reagire al pensiero che la mia ragazza vuole farsi una birra con un altro uomo? Sapendo che cosa succede poi quando bevi dell'alcol» affermai, tirandola da un braccio per avvicinarla a me. «La tua cosa? Sbaglio o mi ricordo di una conversazione particolare che iniziava con te che dicevi, cito testuali, prendiamola così com'è: una frequentazione» disse astuta, imitando la mia voce. «Io non parlo così e poi quello era un altro discorso» «Certo, perché funziona così solo quando ti fa comodo» bofonchiò, poi mi baciò la mano. «Ho proposto il pub di Marco così tu saresti potuto sbucare dal nulla per portarmi via» confessò timidamente. Sorrisi: «Brava la mia ragazza. Andiamo a casa a sentire questo CD»

Love me Lottie [hs] ~ COMPLETA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora