Carlotta
"Chi se lo aspettava di trovarsi davanti a Cleopatra alla festa di debutto del video. Sei scappata via, avrei voluto salutarti. HSS"
Mi ero svegliata di soprassalto in un altro letto che non era il mio, colpa dei dannati uccelli che, porca miseria, andate a gracchiare da qualche altra parte!
Vicino a me c'era Jake, stupendo e vestito da capo a piedi come la sera precedente. Io ero in topless. Dannazione. Questa cosa di ritrovarmi mezza nuda nel letto di sconosciuti doveva finire. Mi alzai quatta quatta, recuperando il vestito, infilandolo senza fare alcun rumore. Possibile che non mi ricordassi nulla dalla fuga della festa? «Cleopatra, dove vai così di fretta?» domandò Jake aprendo solo un occhio, cazzo. «Eh, devo andare a dormire. A casa. Mia» dissi insicura, Jake sorrise. «Lo hai ripetuto per tutta la sera, avevamo deciso che ti avrei riaccompagnato io quando ti fossi data una calmata, ricordi?» «Uhm, sì?» chiesi alla sua domanda, sorrise. «Non ti ricordi assolutamente niente, eh? Lo sapevo che avremmo dovuto tenere la Tequila al suo posto» commentò. Tequila, ora ha tutto più senso. Sbatte la mano sul materasso, chiedendomi implicitamente di sedermi accanto a lui, sospirai, sedendomi dopo qualche istante. «Hai insistito affinché ti togliessi il tuo fantasma dalla testa, quello dal quale siamo fuggiti ieri sera e abbiamo optato per la Tequila, sarebbe stato meraviglioso approfittare di questa tua meravigliosa attitudine a spogliarti, ma dopo quel messaggio...Non mi sembrava il caso. Però ora è presto per alzarsi Charly, sono le 4.30» si lamentò sbadigliando. Messaggio? Quale messaggio? Presi il telefono, quel messaggio era ancora aperto. Si era firmato HSS, Harry Sexy Styles. Dannazione, stavo sorridendo. Non avrei dovuto sorridere e meglio ancora non avrei dovuto rispondergli. Ovviamente tutta colpa della Tequila.
"Avresti dovuto farlo, mi sarei risparmiata Cher. L."
Tornai a guardare Jake, si era già riaddormentato. Infilai le scarpe, uscendo dalla porta del suo appartamento e subito dopo dal condominio, sentendomi addosso lo sguardo giudicante del portiere.
"E perdermi lo spettacolo? Assolutamente no. Che ci fai sveglia a quest'ora?"
Non mi aspettavo una risposta, non adesso. Non con tutto questo subbuglio di emozioni miste a nausea alcolica.
"Sto cercando di capire dove sono finita e non ho le scarpe adatte per capirlo camminando. Non sapevo fosse la tua festa"
Scrissi ancora, guardandomi intorno per cercare indicazioni.
Non aspettandomi una risposta, figuriamoci una chiamata. Cosa dovevo fare? Rispondere? Oh, aveva messo giù lui. No cazzo, stava richiamando.
«Uhm, pronto?» chiesi insicura. «Ti vengo a prendere, mandami la posizione» disse senza fronzoli. Meditai in una manciata di secondi: potevo dirgli di no, salvaguardare il mio orgoglio e la ferita ancora aperta, sperando di trovare un Uber a quest'ora, oppure potevo accettare la proposta, farmi accompagnare a casa e lasciarmi andare all'inevitabile bisogno di sentire il suo profumo. Al diavolo. «Non importa, cerco un modo per tornare a casa, grazie comunque» «Insisto.» Be', se però insisteva... «Non mi sembra il caso Harry» «Sono passati sette mesi Lottie, direi che possiamo fare gli adulti, no? Mandami la posizione.» Cazzo, non mi sentivo più chiamare così da troppo tempo e la sua voce era sempre tanto sexy. Sussultai, mi aveva appena fottuto. «D'accordo» dissi solo, mettendo giù la chiamata per mandargli la posizione. Consegnato, letto, nessuna risposta. Sospirai, riuscivo quasi a sentire la mia voce sicura nel dire non ho intenzione di vederlo, specialmente non di persona, rischierei di fare stronzate. Era bastato un messaggio per fare La stronzata. «Mi ero quasi dimenticato di averti vista andare via con il mio vicino di pianerottolo» mi girai di scatto, Harry era dietro di me, aveva messo su più muscoli e c'era qualcosa nello sguardo, nei modi, santo cielo, possibile che fosse ancora più figo di quanto mi ricordassi. Mani in tasca, sguardo vispo, sorrisetto strafottente. «Il mondo è proprio piccolo» commentai, ignorando i brividi sulla pelle. «Dovrei dirlo io. Vieni, l'auto è in garage» disse, facendo un cenno con il capo. Lo seguii in silenzio, fino alla sua macchinona nera, dai vetri oscurati. Ridacchiai, mi osservò curioso. «Non penso che mi avresti sistemato il telefono per arrotondare, ora» affermai, indicando l'auto, Harry fece spallucce. «Per arrotondare no, per uscire con te lo avrei fatto, sicuramente avrei installato qualche roba illegale per essere preparato qualora ti mandassero fotografie particolari e ambigue» commentò serio, aprendomi lo sportello, lo accolsi con un uhm: quindi lui sapeva della foto colto sul fatto. «Allora, che ci facevi alla mia festa?» mi chiese, mettendo in moto l'auto. «Non sapevo fosse la tua festa» non sarei venuta altrimenti. «Sono arrivate delle voci a Nico, a quanto pare sbagliate, riguardo chi ci sarebbe potuto essere. Siamo venuti convinti di imbucarci usando un amico di Evie, la ragazza di Nico, ma siamo riusciti ad entrare lo stesso con una piccola bugia che mi si è ritorta contro» confessai, Harry annuì. «Soho, stiamo lì» aggiunsi, annuì ancora. «Non ti avrei vista se non ti fossi messa a cantare» disse, sovrappensiero. «Sì, uhm, scusami, non dev'essere stato un bello spettacolo, soprattutto per, uhm, sì, insomma, la "crisi". Non mi aspettavo di vederti» commentai sempre più a bassa voce, nell'imbarazzo. «Ho preferito la performance sotto la mia doccia, soprattutto considerando che dopo sei uscita con me, non con un altro» affermò guardando la strada. Morsi il labbro inferiore, optando per un cambio di discorso tattico: «Complimenti per il video, eh. Il video d'esordio con più visualizzazioni in così poche ore, secondo la stampa. Sei stato bravo, Harry.» Non era voluto, ma avevo usato un tono dolce, sincero e non avevo resistito ad accarezzargli la mano, aggrappata al cambio. Sussultò, serrando la mascella, riuscii a notare anche del rossore espandersi sulle gote. «Sei stata la prima alla quale ho pensato quando è uscito» sussurrò, inghiottii la saliva. «Molte visualizzazioni sono mie, lo ammetto» commentai con una risatina, allontanando le dita, prima che le incastrasse tra le sue. Sussultai. Era bastato solo quel contatto a farmi tremare. Lo notò. Accarezzò il dorso della mano con il pollice e sentii salire il magone. «Non volevo che andasse così, Lottie» disse piano. Ingoiai il pianto, soffermandomi su quel particolare che speravo non notasse. Il braccialetto, il suo braccialetto, sul mio polso. «Nemmeno io, ma è successo» dissi solamente, in un sospirone. «E ora sei qui, per quanto?» domandò facendo finta che non fosse veramente una domanda mirata, sospirai. «Un po'. Stiamo dietro l'appartamento di mio fratello, è andato in Africa a fare del bene: biglietto di sola andata, ritorno programmabile. Nico lavora nella succursale inglese, con Evie, ed io...» «Linee erotiche?» ironizzò, sorrisi. «Una specie» scherzai, ricevendo un uhm come risposta e un mezzo sorisetto. «Ti stai chiedendo se faccio servizio a domicilio?» ironizzai ricevendo in un accenno di risata. «Non sarei mai così volgare con te» rispose senza esitare. «Faccio corsi di Italiano per adulti, oltre alle solite traduzioni. Non hai idea di quanto siano comuni domande su frase sporche da dire a letto» affermai, guardando la strada, senza allontanare la mano dalla sua, seguendo ogni cambio di marcia. «Mi mancano le farei sporche» «Le inglesi sono meno disinibite?» chiesi ironica per evitare il suo filone, aprendo un'altra porta verso l'inevitabile gelosia e sofferenza. Harry non era mio, cercai di ripetere tenendo gli occhi lontani da lui: almeno la zappa potevo evitarla. «Mi stai chiedendo se ho una vita sessuale o sentimentale, non capisco» rimase nella sfera ironica, giocando con il mio braccialetto. Sgamata. «Era una domanda scherzosa, tranquillo, non farò l'ex patetica» bofonchiai, spostando la mano. Ridacchiò. «Sei andata via con il mio vicino di pianerottolo, Lottie, ed io ti sto riaccompagnando a casa. Chi dei due è patetico?» «Sicuramente chi dei due non ha fatto sesso con un'altra persona per aver pianto vedendo l'altro» sussurrai, riprese la mano, portandosela sulle labbra. «Non voglio farti piangere» disse premuroso. Alzai le spalle. «Sono una frignona patetica»
STAI LEGGENDO
Love me Lottie [hs] ~ COMPLETA.
FanficQuando Carlotta decide che no, nonostante Harry sia quanto di più caldo le sia mai capitato per le mani, non andrà a letto con lui, Harry si convince del contrario. Quella moretta tutte curve diventa il suo obiettivo quasi senza rendersene conto, ma...