Note d'autrice.
Buon inizio di settimana!
Questa volta le note le scrivo prima perché mi sembra corretto informarvi che il capitolo sarà particolarmente spinto ed esplicito, nonostante quella nota di dolcezza che non riesco ad evitare di scrivere, ahimè! Non abituatevi troppo a questo clima però!😅
Un bacio e buona lettura,
Giù
Carlotta.
Mi svegliai abbracciata ad Harry, esattamente come mi ricordavo di essermi addormentata. A parte per la sua mano sul mio culo. «Buongiorno Prof, pensavo non ti svegliassi più» affermò con voce roca sexy. «Potevi svegliarmi» biascicai in uno sbadiglio, «Ma penso che fossi troppo impegnato a palparmi il culo» aggiunsi facendolo sorridere. «Era l'unico modo che avevo per tenere le mani impegnate» ironizzò, sospirai. «Non voglio andare a casa. Voglio stare qui. Con te» mi lamentai, sfiorandogli la pelle nuda del torace, seguendo i contorni dei suoi tatuaggi. «Non lo fare. Stiamo insieme oggi, facciamo tutte quelle cose che piacciono tanto alle ragazze» affermò accarezzandomi il capo, lasciando poi un bacio tra i capelli. «E sentiamo, che cosa piace tanto alle ragazze?» «Sì dai, parliamo dei nostri ex, guardiamo commedie romantiche anni '90 su Netflix con le maschere di stoffa per il viso, ci mettiamo lo smalto, mangiamo edamame.» Non era tanto per le cose che aveva detto, ma per la convinzione: lo guardai per un istante prima di scoppiare a ridere. Scossi il capo, mettendomi a cavalcioni su di lui e l'alzabandiera mattutino. «Lottie, questa non è una buona idea» affermò serio. Alzai le spalle, abbassandomi su di lui per baciargli le labbra e poi risalire. «Alle ragazze piace anche fare sesso, sai? Specialmente con ragazzi sexy e bellissimi come te» dissi seria, muovendo il bacino in modo circolare. Ci mise esattamente due secondi per afferrarmi il culo, seguendo i miei movimenti. Gemetti, sentendo il tessuto delle mutande spostarsi leggermente di lato. «Baby, non possiamo venire nelle mutande come due ragazzini» disse Harry, stringendo la presa. «Non possiamo?» chiesi in un filo di voce, prendendogli una mano per metterla sul mio seno. «Cazzo Lottie» imprecò spingendo il bacino verso l'alto.
«Harry Styles, dimmi che non c'è la professoressa sexy di mio nipote sul tuo letto»
La voce di Luca smorzò l'atmosfera, riportandomi alla realtà. Mi spostai con un balzo dall'altra parte del letto, nonostante l'evidente dispiacere di Harry espresso in un grugnito di lamento. «Che te ne frega» ruggì, tirandomi a sé dal polso. «Cazzo amico, potresti evitare di farti la tua ragazza quando c'è un minorenne in casa?» chiese retorico e un filo innervosito. Harry sorrise. «Lo abbiamo sentito entrambi in questi giorni esplorare il mondo del porno di notte, e rumori di accompagnamento erano inequivocabili» ironizzò, sentii Luca ridacchiare da fuori la porta, lo feci anche io. «Va be', senti sono passato al pub ieri sera e Nico mi ha lasciato uno zaino per la tua ragazza, posso entrare?» chiese, prima di aprire la porta comunque, Harry mi spinse sotto le coperte in uno scatto. Ero a un passo dal suo pacco, mi sembrava carino dare una sbirciata, tanto lui era distratto a parlare con il suo amico. Gli abbassai i boxer, facendolo scattare fuori. Lo sentii gemere, volevo sentirlo di più. Iniziai semplicemente a toccarlo, poi a muovere la mano sulla lunghezza. Ero eccitata da morire. Non prestai neanche attenzione al discorso che stavano facendo, muovendo con ritmo moderato la mano, poi più velocemente, avvicinando il viso. Che cosa avrebbe fatto se lo avessi baciato? Volevo farlo. Mi abbassai sulla punta, prima di essere scoperta, portata alla luce dalle coperte che Harry aveva appena lanciato ai piedi del letto. «Porca troia Lottie» disse solamente spostandomi dalla sua intimità. «Volevo» «Oh, credimi, lo so cosa volevi. Ti stavo per venire in faccia. Non se questo lo volevi però» disse serio, sorrisi maliziosa. «Sarebbe stato eccitante» confessai, strabuzzò gli occhi, coprendosi poi il viso con un cuscino. «Quanti giorni ha novembre?» chiese respirando profondamente. «Trenta» risposi divertita. «Che giorno è oggi?» «Il tredici» «Ottimo. Immagino che quella sia la roba che ti eri preparata per andare da Nico ieri, giusto?» domandò indicando lo zaino sulla porta. Annuii, Harry sbucò dal cuscino non sentendo niente. «Ottimo. Cambiati. Non riuscirò a trattenermi a lungo con te mezza nuda» affermò sincero, tornando a coprirsi con il cuscino. «Ma io volevo» «Niente. Tu non volevi niente Lottie. Cambiati.» Sbuffai, scendendo dal letto con molta, molta calma. Avevo preparato lo zaino pensando che Nico mi avesse voluto portare in quel posto dei brunch, come le ultime volte. Per essere preparata e non ritrovarmi in tuta come mio solito, avevo infilato una tanto comoda, quanto carina gonna a ruota tartan che arrivava poco sotto il ginocchio, insieme ad una camicetta bianca con i volant e un paio di ballerine della stessa tonalità della gonna, oltre che un cambio di intimo e un reggiseno a balconcino. Nella mia testa avrei invitato Harry con noi. Infilai prima la gonna, poi tolsi la t-shirt di Harry per infilare subito il reggiseno e la camicia, sistemandola bene dentro la gonna. Solo una volta vestita mi girai verso il letto, recuperando gli occhiali da vista da dentro la custodia. Harry era ancora sdraiato, senza il cuscino in faccia, ma con un meraviglioso sorriso. «Ciao bellissima» disse, mettendosi a sedere con la schiena appoggiata alla spalliera del letto. «Dove dovevate andare stamattina? Pensavo che ci fosse qualcosa di più semplice lì dentro» aggiunse, feci spallucce. «Nico è fissato con i brunch, pensavo mi ci avesse portato» «E vuoi andarci?» chiese, scossi la testa. «Voglio fare le cose da ragazze con te, magari mi tolgo dalla testa la voglia di farti un pompino» confessai, si morse le labbra, mettendosi di nuovo il cuscino sulla testa: «Lottie dannazione!» Ridacchiai, venendo interrotta sentendo bussare la porta. «Prof, si ferma a pranzo con noi?» chiese Stefano con tono imbarazzato. Harry mi guardò assottigliando gli occhi, chiedendomi implicitamente di dirgli che sarei rimasta con lui, ma scossi il capo. «Sì, certo. Harry ha appena proposto di prendere del sushi a domicilio» affermai aprendo la porta. Stefano mi sorrise. «E mi darà una mano a studiare?» chiese malizioso, appoggiandosi allo stipite della porta. Sorrisi divertita, notando poi la sua espressione incupirsi, non appena Harry mi cinse i fianchi, spingendo il pacco sulla mia schiena. «Ma non ti piacciono le ragazze della tua età? Devi rompere le palle a quelle in camera mia?» grugnì, morsi l'interno delle guance. «Non farti strane idee Stefano, Harry sta scherzando. Andiamo a studiare, ma questo rimane il nostro segreto, vero. Intendo tutto quanto» dissi con dolcezza, mentre Harry da dietro mi infilava una mano sotto la gonna, toccandomi il culo sopra le mutande, sussultai. Stefano tornò a guardarmi con malizia. «Certo prof, il nostro segreto, di noi due» affermò marpione. «No, il nostro segreto, di noi tre» lo corressi, appoggiando la mano su quella di Harry sul mio fianco. Stefano sbuffò, alzando le mani in segno di resa. «Sì va be', almeno ci guadagno un bel voto in inglese?» «Scommetto che tuo padre non sarebbe contento» s'intromise Luca tirando il nipote dal collo della maglietta. «Fila a studiare che in questo momento lei non è la tua professoressa d'inglese, ma una delle ragazze di Harry» aggiunse, facendomi l'occhiolino. Mi girai di scatto, mentre Harry chiudeva la porta della stanza. «Una delle ragazze? Quante ragazze girano nella tua camera?» chiesi aggrottando le sopracciglia, lui sospirò, grattandosi la nuca. «Lo ha palesemente detto di proposito. Non dargli retta. Dai, pensa a cosa vuoi ordinare dal takeaway» tagliò corto frugando sulla scrivania, allunganomi poi il volantino di un ristorante giapponese. «Sono molte quindi» commentai a denti stretti, osservando le immagini, sospirò divertito. «Sto assistendo a una scenata di gelosia?» «Assolutamente no. Sto semplicemente raccogliendo informazioni» dissi senza enfasi. «A tal proposito, mi potresti spiegare come mai ieri sera Stefano ha citato un certo Davis?» domandò serio, oltrepassandomi per andare verso il letto, infilandosi un paio di pantaloni. «Darvis, è il professore di educazione fisica» lo corressi, lui ridacchiò. «Non me ne frega un cazzo chi sia, ha fatto intendere che ci fosse qualcosa tra voi» «Vuoi sapere se ha un'amica da aggiungere alle tue ragazze?» domandai ironica, abbassando il volantino, mi stava guardando male. «Ti senti minacciato?» chiesi maliziosa, lui alzò gli occhi al cielo. «Non sei di mia proprietà, puoi fare quello che ti pare» bofonchiò prendendo il pc, sedendosi a gambe aperte sul letto. «Ah sì? Quello che voglio?» domandai a bassa voce, sfilandomi le ballerine ai piedi del letto, gattonando sul materasso, fino ad arrivare tra le sue gambe, sbottonando poi i primi bottoni della camicia. «Lottie, non fare la porca che poi ci rimani male» affermò Harry burbero, guardandomi dal riflesso dello specchio. «Non sto facendo niente» risposi con innocenza, tirando leggermente su la gonna, aprendo le gambe abbastanza da fargli vedere le mutandine blu riflesse. «Lottie, smettila» «Non capisco a che cosa ti stai riferendo Harry» continuai la finta, alzando ancora un po' la gonna, piegando le gambe aperte sulle ginocchia, senza distogliere lo sguardo dal suo, fisso sulle mie mutande. Lo sentii irrigidirsi, ora mi guardava negli occhi «Lottie, ci metto un attimo» affermò eccitato, sorrisi, leccandomi le labbra: era una sfida. Aprii le gambe ancora un po', scendendo con la mano sul tessuto bagnato dell'intimo, toccandomi sul punto più sensibile. Gli occhi di Harry erano in fiamme ed io ero eccitata, volevo che mi guardasse. Spostai il tessuto appena il necessario per infilare due dita dentro, gemendo sul suo petto. «Ora sono cazzi tuoi» esclamò rauco prendendo in mano la situazione. Per prima cosa spostò la mia mano, armeggiando con la gonna per togliermela, alzai il bacino per facilitare la cosa e lui ne approfittò per sfilarmi anche le mutande. Poi si avventò sulla camicia tirando dai lembi per aprire in un colpo tutti i bottoncini con la clip. «Indossi questi reggiseni quando esci con gli altri ragazzi Lottie?» Ruggì eccitato stringendomi le tette tra le mani, da sotto: i capezzoli sbucarono subito dal tessuto. Erano duri. Imprecò. «Toccati come stavi facendo prima. Fammi vedere di più» affermò autoritario guardandomi negli occhi dal riflesso dello specchio dell'armadio. Sussultai, esitando per un secondo. Mi morse il collo. «Fallo» disse di nuovo e lo feci, toccandomi il clitoride con l'indice. Sussultò, bloccandomi le gambe tra le sue. «Brava piccola, fammi sentire che ti piace» sussurrò leccando il punto morso prima, soffiando appena. Gemetti, muovendo la mano più velocemente. «Fammi sentire il tuo sapore» ordinò, portandosi il dito alla bocca, succhiandolo. «Uhm, dolce» commentò. «Oh Dio Harry» mi lasciai andare, sorrise, avvicinando il mio corpo ancora di più al suo, tirandomi dai fianchi. «Ora ci penso io» sussurrò e le sue dita sostituirono subito il mio, massaggiando la mia intimità con movimenti esperti. I respiri si fecero subito più ravvicinati, anticipando l'orgasmo: Harry mi baciò, prima che tutti gli abitanti della casa potessero sentirmi venire, baciando il mio orgasmo.
Si staccò dalle mie labbra solo dopo che ebbi finito di gemere, allungandosi verso il comodino, senza smettere di massaggiarmi. Capii le sue intenzioni solo dopo che iniziai a sentire vibrare. «Harry?» chiesi in un filo di voce. Sogghignò: «Te lo avevo detto che avrei interagito attivamente Lottie» disse rauco tornando sulle mie labbra per baciarmi con ardore, penetrandomi con il vibratore e soffocando i gemiti nella sua bocca, ancora una volta. «Guardati cazzo. Guarda quanto cazzo sei bella» ruggì sul mio orecchio, girando il capo verso lo specchio. Avevo il viso arrossato, madido e stavo sudando. Strinsi un seno nella mano, lui imprecò. «Cazzo Lottie, voglio scoparti. Voglio sentirti così sotto di me, bagnata, calda. Voglio farti urlare di piacere» sussurrò, muovendo il vibratore fino infondo, mentre con l'altra mano continuava a stimolare il clitoride. «Sto per venire» lo informai in un sussulto, mi baciò accogliendo nuovamente un orgasmo e un altro ancora poco dopo. «Sappi solo che se fosse dicembre, ora saresti già a novanta davanti a me e il mio uccello non è come questo vibratore Lottie» disse rauco, spegnendo il vibratore. «E se io lo volessi ora?» domandai ancora eccitata. Harry sbuffò: «Cazzo, dovrebbero farmi una statua» Si allungò ancora verso il comodino, questa volta però prese delle salviette umidificate, asciugando perfettamente il disastro che gli orgasmi avevano fatto tra le mie gambe. Poi mi baciò il collo, esattamente sopra a quello che vedevo essere un succhiotto, cercando la coperta per coprirmi. «Fai la brava ora e guardiamo il film aspettando il pranzo. Sperando che mi passi l'erezione che chiudermi in bagno per una sega con te di qua mi sembra sgarbato» ironizzò. Ero imbambolata. «No!» esclamai sicura. «No?» ripeté divertito. «Voglio farti sentire quello che ho sentito io.» Harry strabuzzò gli occhi vedendomi scattare, cambiando posizione. «Lottie, non c'è bisogno» sussurrò eccitato. «Ti prego lasciami fare. Voglio sentirti anche io» biascicai lasciva, sfilandogli prima i pantaloni poi i boxer. «È così grosso Harry, è bellissimo» sussurrai estasiata, lui imprecò. «Cazzo Lottie, non durerò un secondo, poi pensi che sia così sempre» si lamentò, ma lo ignorai, toccando la base della lunghezza con delicatezza, avvicinando il viso come prima, poi strinsi la mano con più decisione, afferrandolo. Sussultò, ma non tanto forte come fece dopo, quando finalmente riuscii a baciarlo, leccarlo, succhiarlo. «Cazzo piccola, sei brava. Cazzo se sei brava» sussultò, afferrandomi i capelli in un pugno, per vedermi meglio. Mi abbassai su tutta la lunghezza, prendendolo fino alla base dentro alla bocca, tornando poi su per respirare e riprendere a pompare, mentre Harry continuava a gemere e imprecare. Sganciai il reggiseno, con una mano, Harry s'irrigidì. «Baby, mi vuoi dare il colpo di grazia?» domandò con una scintilla maliziosa negli occhi, gli sorrisi, salendo sul suo corpo per arrivare alla sua bocca. Non appena le nostre intimità nude si sfiorarono gemetti, lo fece anche lui, guardandomi negli occhi in attesa della mia prossima mossa. Sarebbe bastato poco, pochissimo: era così duro ed io ero già di nuovo bagnata, sarebbe potuto entrare dentro di me in un colpo, ma non lo fece. Si lasciò baciare e poi mi guardò scendere di nuovo per incastrare il suo membro tra il mio seno. «Tieni lontana la faccia piccola» sussurrò rauco, prima di venire copiosamente nei miei movimenti, senza staccare gli occhi dai miei.
«Ti è arrivato in faccia eh?» domandò divertito allungandomi le salviette, annuii ridacchiando, pulendomi, per poi pulire lui. «Ti alzi in piedi? Mi fai dare un'occhiata per bene?» domandò con dolcezza accarezzandomi il viso. Scossi il capo. «Che c'è, adesso ti vergogni baby? Dopo che ti sono venuto in faccia con una spagnola?» ironizzò divertito. «Non prendermi in giro! La Lottie eccitata è molto più sicura di sé della Lottie a riposo» affermai, nascondendomi sotto la coperta. «Adesso ti chiami come ti chiamo io?» notò divertito seguendomi sotto la coperta. «Sei bellissima Lottie ed eccitante. Non hai notato in che condizioni ero solo guardandoti?» aggiunse intrecciando le mani nelle mie, tirandomi a sé. «Ma è diverso. Adesso che è finita la magia, non ti ecciterebbe vedere il mio corpo ciccioso e per niente tonico» dissi piano, col favore del buio. Iniziavo a capire Batman. «E chi ha detto che è finita la magia? Pensi che non abbia sentito quanto fossi ancora eccitata mentre ti prendevi cura di me?» Strabuzzai gli occhi. «No Harry, sono riuscita a evitare di scoparti all'amazzone per miracolo. Possiamo dire pari e patta» mi affrettai a controbattere facendolo ridere. «Allora lasciati andare e fidati di me» disse, tirandoci fuori dalle coperte. Sbuffai quando mi fece alzare dal letto, osservandomi completamente nuda, evitando in ogni modo possibile il suo sguardo, almeno fino a quando non iniziò a baciarmi. «Sei meravigliosa Lottie. Sto cercando di memorizzare tutto per la prossima volta che non ci sarai e dovrò farmi una sega. Anche se devo dire che stamattina mi hai dato molto materiale» esclamò, dandomi uno schiaffetto nel culo, ridacchiai. «Ora mi posso vestire?» chiesi insicura, sbuffò annuendo. «Non ti mettere le mutande però. Sono sicuro che mi tornerà voglia di toccarti oggi.»
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Love me Lottie [hs] ~ COMPLETA.
FanfictionQuando Carlotta decide che no, nonostante Harry sia quanto di più caldo le sia mai capitato per le mani, non andrà a letto con lui, Harry si convince del contrario. Quella moretta tutte curve diventa il suo obiettivo quasi senza rendersene conto, ma...