17| Dove finisce il mio respiro e inizia il tuo

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Carlotta.

Era bellissimo. Ballava spensierato sul palco, cantando come un qualsiasi cantante che faceva questo mestiere da anni. E la folla impazziva per lui. Io impazzivo per lui. Non riuscivo a smettere di rivivere le scene della scorsa serata nella mia testa. Mi aveva intercettata un paio di volte mentre cantava quella canzone, Satellite.

«C'è una ragazza qua sotto, a dire la verità mi rende un po' complicato non inciampare nei piedi o nelle parole perché continua a fissarmi. E sì be', ovviamente lo fa, sono qui su. Solo che io conosco quello sguardo, meglio di qualsiasi altro. E la sto tirando troppo per le lunghe, ma volevo solo dire a quella ragazza che c'è un motivo se non ho fatto altro che girarle intorno per tutto questo tempo e che questa...cioè, anche questa, è per lei. Non sarò più in ritardo Cleopatra», le sue parole. La folla aveva urlato così forte per quella citazione, poi avevano guardato verso di me, ma non importava, io riuscivo a vedere solo Harry. I'm here, right here. Era diventata la mia canzone preferita. L'avevo canticchiata per tutta la sera, fino a quando Harry non ci aveva raggiunti sotto il palco, sì be' poi l'avevo baciato. Tipo una piovra: le braccia legate al collo, in punta di piedi, spalmata su di lui e le sue mani strette sul mio corpo. Quanto avevamo trascorso così? Troppo poco, abbastanza, tanto? So solo che avevo le labbra arrossate a fine concerto e a lui non l'avrei mai detto, ma non mi era neanche tanto importato non essermi goduta il concerto dei Lumineers. Va be' giusto un po'. Mi aveva dato un pizzicotto quando avevano iniziato con Cleopatra, ma neanche in quel caso ci eravamo staccati, finendo a ridere e cantare bocca a bocca, dove la fine del mio respiro dava inizio al suo.

Come avevo fatto tutto questo tempo a stare senza di lui?

«Charly? Ti sei incantata?»

Scossi il capo, focalizzando l'attenzione su Nico, seduto dalla parte opposta del tavolo, con le carte aperte a ventaglio. «Come?» chiesi rimbambita, Evie ridacchiò, accarezzandomi il viso. «Amore, è il tuo turno» disse con dolcezza, sistemandomi la bretella del reggiseno. «Sì giusto, più quattro Nico, colore blu» affermai distratta, appoggiando la carta sul mazzo di quelle scartate. Nico mi uccise con lo sguardo. «Che c'è? Dovevo buttarla prima o poi» sbuffai, lui pescò le carte, guardando ancora sullo schermo del mio cellulare. «In ritardo il ragazzo, comunque» commentò, scartando un 2 blu. Sospirai. «L'hanno chiamato tutti incazzati dalla casa editrice, stamattina» «Chissà, forse le foto virali di voi due che scopate in piedi hanno dato problemi» ironizzò con un mezzo sorrisetto. «Esagerato, si davano solo tanti bacini» «Amore, non minimizzare: due chilometri di lingua e le mani di Harry erano dentro le sue mutande» «Ma che dici, non è vero» sbuffai, con una sfumatura di rosso acceso sul viso, appoggiando le carte sul tavolo per prendere il telefono e allontanarmi dal tavolo in cucina. «La partita?» «Mi arrendo!» urlai uscendo in terrazza.

Nico aveva ragione, avevamo esagerato, così stretti nell'intreccio di mani e anima, tra mille persone con in mano telefoni su dirette social. Dovevo stare più attenta, ma Harry era così...Harry Sexy Styles. Certo che però un messaggio poteva anche mandarlo. Anche un semplice squillo del ti penso, o un'emoji. Scorsi i messaggi nella sua chat, con sopra scritto l'ultimo accesso di ore prima. Sbuffai ancora, premendo il tasto della videochiamata, sicura che non avrebbe risposto. Infatti, non lo fece, ma io continuavo a sorridere.

"Mi manchi"

Gli scrissi velocemente, guardando verso la strada in cerca della sua macchinona nera, sicura che se mi fossi concentrata davvero bene, sarebbe comparsa tra i taxi e le altre macchine.

«Sciogli le tue trecce, Rapunzel?» la sua voce veniva dalle mie spalle, mi girai di scatto trovandolo appoggiato alla porta finestra, con la camicia aperta, la canotta che lasciava intravedere i tatuaggi, gli occhiali da sole, il sorriso stampato sulle labbra e la busta di carta del ristorante cinese sotto casa. «Ciao Love» disse sornione, avvicinandosi a me, o forse ero stata io a saltellare da lui? «Sei tornato finalmente!» scodinzolai mettendogli le braccia al collo, lasciandogli un bacetto casto sull'angolo della mandibola. «Stai cercando di far passare inosservato il fatto che sei nuda in terrazza, Love?» chiese retorico, palpandomi un seno. Nascosi il sorrisetto in una smorfia. «Non sono nuda, ho un paio di pantaloncini del pigiama e il reggiseno» ribattei astuta, cercando di mantenere il più possibile la calma, sotto il suo tocco, mentre gli ormoni cavalcavano l'onda del periodo fertile del mese. «Il reggiseno da sesso a balconcino e scommetto che...» si bloccò, facendo scivolare la mano dentro i pantaloncini. Sussultò: «Cazzo Lottie, sei senza mutande» constatò rauco. Leccai le labbra. «C'è caldo e deve respirare anche lei» sussurrai imbarazzata, mentre la sua mano continuava ad insinuarsi nella mia intimità. «Lottie, ho bisogno di portarti a casa, mia, ora» disse rauco. «Pensi che potrei davvero resistere fino a casa tua?» sussurrai, lo feci sorridere. Mi baciò a stampo, spostando poi la mano dal mio pube per portarsi le dita bagnate tra le labbra. «Direi di no» commentò leccandole. Gemetti. «Nico, perché non porti Evie in un posto carino?» urlai dalla finestra, lo sentii sbuffare. «E se avessimo voluto fare del sesso selvaggio?» chiese scocciato, alzai gli occhi al cielo, Harry ridacchiò. «Puoi prendere la mia macchina, nel navigatore c'è impostata la via per un ristorante, c'è una prenotazione a nome mio per due, ho il conto aperto lì. Fate con calma» affermò Harry, trascinandomi dentro per allungare le chiavi della macchina a Nico, senza sciogliere l'intreccio delle nostre mani. «C'è anche un telo nel baule, nel caso voleste fare del sesso selvaggio, ma per favore, non sporcare nulla» aggiunse divertito, dandogli un buffetto sulla guancia, facendolo arrossire. «Charly, potresti dire al tuo fidanzato di non sedurre il mio?» sussurrò Evie, con un sorrisetto malizioso sul viso. «Non farti strani pensieri tu! Harry è solo mio» mi lamentai, tirandolo dalla mano per farlo avvicinare a me, lui sogghignò, approfittando della vicinanza, per far scivolare le mani unite sul mio culo, stringendo la carne sulle nostre mani. Feci un saltellino. «Avanti, su su, via» dissi in falsetto, facendolo ridere di più, con la testa piegata all'indietro.

Love me Lottie [hs] ~ COMPLETA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora