18| Non so se ti ricordi che esisto

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Carlotta.

«Totta, ti prego non dirmi quello sotto di te è Nico, cazzo, potrebbe essere come un incesto.»

Strabuzzai gli occhi, imprecando come un CD rotto, ripetendo cazzo cazzo cazzo, senza bloccarmi. «Lottie?» domandò Harry imbarazzato, attirandomi al suo petto per nascondermi dagli occhi indiscreti, nonostante ci fosse tutta la parte inferiore dei nostri corpi scoperta. «Presente che ti avevo detto che questa è casa di mio fratello?» domandai, Harry arricciò le labbra, collegando. «Ecco, lui è Simone» conclusi piano. «Ti direi piacere in altre situazioni, ma hai letteralmente il cazzo dentro mia sorella» commentò Simone con una risata irritata. Harry non disse nulla, tentando, tuttavia, di coprirci il più possibile con la trapunta, tipo burrito. «E l'altro gentiluomo che continua a fissarti il culo, invece?» domandò a denti stretti. Mi girai di scatto, trovando solo in quel momento una figura maschile che mai avrei pensato di rivedere nel corso della mia vita. I suoi occhi si scontrarono sui miei, mi sorrise, arrossii. «Fabio, un amico d'infanzia di Simone» dissi piano, nella maschera dell'imbarazzo. «E tu saresti? No sai, ribadisco: ti stai scopando mia sorella.» Sospirai affranta, sprofondando il viso sul cuscino, a fianco al capo di Harry. «Io sarei il suo fidanzato, ma prima di tutto una persona civile che non rimarrebbe a chiacchierare nella stessa stanza con due persone nude» rispose Harry, accarezzandomi i capelli, nel tentativo di farmi un po' rilassare. «Simo, magari ne parliamo dopo, eh?» tentò d'intromettersi Fabio, ma Simone era irremovibile: «Le persone civili si presentano, quando qualcuno chiede loro il nome» «Sono sicuro che prima uscirebbero dalla stanza», peccato che Harry fosse più testardo di lui. «Simo, dai, stai mettendo in imbarazzo tua sorella» tentò nuovamente Fabio, ma Simone ridacchiò: «Lei? E noi cosa dobbiamo dire?» «In realtà niente, dovreste solo uscire» parlò ancora Harry. «Fino a prova contraria questa è casa mia». Dio mio, sembrava di guardare una partita di tennis. Sospirai, alzandomi di scatto, Harry mi coprì prontamente le tette con le mani. «Insomma basta! Simone, lui è Harry il mio fidanzato e tu dovresti uscire da questa stanza, porca miseria» scoppiai, fingendo di non notare il sorrisetto malizioso di Fabio. Simone imprecò, ma uscì dalla stanza, trascinandosi dietro l'amico. «Sai Love, a volte rimpiango l'appartamento di Luca, sì, insomma, lui non avrebbe fatto questo» commentai, tentando di smorzare l'atmosfera, Harry non era dello stesso avviso. «Come cazzo ti stava guardando quel tizio» affermò in un mezzo ringhio. Feci spallucce: «Non l'ho notato, come?» Alzò un sopracciglio: «Come nessun altro ragazzo dovrebbe guardarti» «Esclusi i presenti?» chiesi ancora, sorridendo sul suo viso. Arricciò le labbra storcendo il naso, fino a cedere e a sorridere di rimando. «Io posso guardarti, toccarti, baciarti in qualsiasi modo» affermò addolcendo la voce. Mugugnai. «In qualsiasi modo, eh? Perché ho qualche idea riguardo alla parte del baciare» commentai maliziosa, leccandogli le labbra, ridacchiò, facendomi rotolare sul fianco: mi ritrovai sotto di lui. «Prima ci liberiamo di questi due rompicoglioni, prima mi esponi queste idee, perché penso che andranno in linea con le mie, Love» disse caldo, spingendo con il bacino, giusto per enfatizzare. Gemetti, coprendomi il viso con le mani, non vedendo così Harry piegarsi sul mio seno, per mordicchiare un capezzolo. «Harry!» mi lamentai, lui ridacchiò. «Dovremo usare i vestiti di Nico, abbiamo lasciato tutto di là» osservò alzandosi dal letto tanto in fretta da farmi uscire qualche lamento, mi sorrise. «Sarei rimasto volentieri, Love, ma non siamo soli e, per quanto preferirei buttarmi giù dalla finestra pur di non parlare ancora con tuo fratello, dobbiamo uscire da questa stanza» disse, sbuffai, alzandomi dal letto con le braccia incrociate al petto, Harry mi guardò malizioso. «Dio come sei bella Lottie» esclamò in un sospiro, tirandomi tra le sue braccia, in un abbraccio. Aprii la bocca per rispondere, ma il bussare ripetuto alla porta mi interruppe. «Sbrighiamoci» concluse Harry infastidito.

Harry.

Non erano tanto le occhiatacce di Simone, né tanto meno le battute squallide che faceva sicuro di essere divertente, più che altro era l'atteggiamento che aveva con Lottie. Dopo le svariate frecciatine sulla nostra intimità che avevo sopportato unicamente per lo sguardo di supplica da parte della mia ragazza, non l'aveva fatta rimanere seduta un secondo. Prima la scusa del caffè «E mi raccomando con la Moka, non quella schifezza che bevono quegli zoticoni come il tuo ragazzo», poi una lavatrice perché «Puoi anche farmelo un favore dopo che ti ho fatto vivere a casa mia per fare sesso col tuo fidanzato» e dopo tutto questo, a Fabio era venuta voglia di qualcosa di dolce e allora «Perché non fai un paio di crepes per tutti Totta? Le tue crepes sono le più buone del mondo.» Fabio si era subito proposto di aiutarla, mentre Simone continuava l'infinito interrogatorio per capire se fossi degno di sua sorella.
«E quindi fai il cantante»
«Già»
«Guadagni bene?»
«Non mi lamento»
«Chissà quanta coca, Totta il tuo ragazzo ti fa pippare per caso?»
Lottie non rispose, impegnata a parlottare con Fabio che non le aveva tolto la mano dal fianco da quando si erano messi ai fornelli.
«Non faccio uso di droghe e sicuramente non lo farei fare a Carlotta» risposi contando mentalmente fino a dieci, tamburellando le dita sul tavolo, Simone mi guardò con una smorfia di dissenso. «Certo. E dimmi, quante altre donne hai oltre mia sorella? O uomini, cos'è ti scopi pure Nico in questa casa?» Stavo iniziando a contare fino a cinquanta, prima che Lottie tornò con le crepes. «Uhm, che profumino, vedi Totta, dovresti fare questo nella vita, mollare quel lavoretto del cazzo e fare da mangiare» ironizzò, Lottie lo guardò male, ma non disse nulla. «No, non lo dovresti fare, Stefano non faceva altro che decantare le tue doti da prof, sai? Eri la sua preferita» la difesi, mi sorrise. «Hai ragione, eri adorabile quando mi davi ripetizioni, nonostante fossi più grande» s'intromise Fabio pizzicandole la guancia. Lottie arrossì ed io tornai a contare fino a cinquanta. «Lo dici solo perché è mia sorella, andiamo, tu sei un cazzo di genio» «Be' mi piaceva molto la compagnia» commentò a bassa voce dandole un altro pizzicotto, senza farsi sentire da Simone, che a quanto pare non riusciva a vedere quanto il suo amico ci stesse provando con sua sorella. La mia ragazza. «Non hai detto perché sei tornato, non era un viaggio umanitario?» domandai, facendo sedere Lottie sulle mie gambe, giusto per ricordare al tizio che non era affatto disponibile. «Doveva essere una toccata e fuggi per trovare mia sorella, ma allo stato attuale delle cose, credo mi tratterrò un po' di più. Tanto non penso che a Totta dispiaccia cedermi la camera, considerando che è mia. Aprirete il divano letto, a meno che Fabio non voglia provare nuove esperienze col suo amico gay» rispose facendo mossette dispregiative nei confronti del nostro amico, Fabio ridacchiò imbarazzato, mentre Lottie strinse il pugno vicino al piatto. Perché non diceva nulla? Non aveva aperto bocca da quando eravamo usciti dalla camera, cambiando repentinamente atteggiamento. «Che c'è?» sussurrai, spostandole i capelli dietro al collo, scosse la testa. «Cos'è te la vuoi scopare davanti a me? Non so, se volete faccio pagare il biglietto» esclamò dispregiativo Simone, sorridendo forzatamente. «Senti, falla finita okay, non eri divertente un'ora fa, figurati ora» sbottai, Lottie strinse la mano sul mio ginocchio. «Voi persone dello spettacolo non sapete proprio divertirvi senza coca, eh?» «Ma porca puttana, quale cazzo è il tuo problema?» esplosi definitamente, alzando la voce, Lottie sussultò spaventata e quel bastardo ne approfittò per stringerle la mano sul tavolo. Stavo per fare una scenata, quando la porta di casa si aprì mostrando Nico e Evie, con un bellissimo sorrisetto appagato sul viso. «Che succede amore mio? Perché hai mandato un SOS ad entrambi?» domandò Nico, prima di notare la compagnia. Si gelò. «Uhm, ciao?» ruppe il silenzio Evie, tirando Nico dal braccio per raggiungerci. «Ciao splendore, che ci fai con Nico?» indagò Simone, usando un tono di voce ilare. Evie corrugò lo sguardo. «Stiamo insieme» disse come se fosse la cosa più normale, cosa che era per tutti tranne che per Simone, il quale scoppiò a ridere di pancia. «Porca troia che ridere, Totta, prendimi dell'acqua» ordinò, Lottie sospirò, tentai di trattenerla, ma spinse per alzarsi. «Simone, vedo che non sei affatto migliorato con il tempo, ed io che credevo che la prossima volta ti avrei visto felicemente sposato con... Oh Dio, è lui? Non me lo presenti?» ironizzò Nico, sporgendosi verso Fabio, ridacchiai. «Cazzo ridi, sarai mica finocchio» affermò Simone grugnendo. Alzai le spalle. «Non si può mai sapere nella vita, anche se le persone civili non usano certi termini, stupido stronzo» non resistetti. Lottie s'immobilizzò. «Non dici niente, Totta? Il tuo ragazzo mi parla così e tu non dici niente?» Non rispose, porgendogli l'acqua. La guardai male. «Avanti non prendetevela con la piccola Carlotta, non vedete che ci rimane male? Tranquilla piccola» prese le sue difese Fabio. Guardai Nico ed Evie, quest'ultima con lo sguardo fisso su Lottie. «Mi spieghi che succede?» mi domandò. «Non ne ho idea, la mia ragazza è diventata un automa e a quanto pare questo è un buon pretesto per metterle i piedi in testa. Mentre questo qua, sembra proprio non aver capito che è molto più che impegnata con il sottoscritto» alzai ancora di più la voce. «Harry, respira» suggerì Nico, mettendomi una mano sulla spalla. «Se ti scopi lui non voglio assistere grazie» sghignazzò Simone, Evie lo uccise con lo sguardo. «Pensa che invece sarebbe rimasto volentieri se al posto tuo c'era sua sorella» gli feci notare sentendo la rabbia ribollire. «Totta, sei proprio carina sai, mi piacerebbe portarti fuori in questi giorni, sai per riprendere il discorso di prima, magari mi puoi dare il numero di telefono» «Pensi che parlando in italiano io non ti possa capire?» intervenni, prendendo Lottie dal braccio, per tirarla a me. «Harry» sussurrò, facendomi intuire di farle male, allentai la presa. «Adesso ce ne andiamo» dissi serio, «Nico, Evie, vale anche per voi» aggiunsi facendo loro un cenno.
«V'insegnano a scappare a voi gente famosa a quanto pare.»
Mi girai di scatto, digrignando i denti, ma Lottie mi tirò dalla t-shirt. «Per favore» sussurrò. Scossi il capo, mandandolo mentalmente a fanculo, poi portai tutti alla mia macchina.

Love me Lottie [hs] ~ COMPLETA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora