Carlotta.
Avevo fatto il terribile errore di mettere la minigonna per andare a lavoro. Lo avevo fatto principalmente per non dover passare da casa a cambiarmi per il tradizionale pranzo del compleanno con Nico e le nostre mamme, ma era stata una pessima idea perché ero stata additata per tutta la mattina dagli altri professori e gli studenti non avevano fatto altro che fare allusioni, almeno la campanella stava per suonare, sancendo la fine della mia settimana lavorativa. «Ragazzi martedì voglio le ricerche finite e inizio a interrogare i primi gruppi. Mi raccomando che tra poco ci sono i colloqui e non voglio dover dare brutte notizie. Learning english is important, remember always» affermai, sistemando le mie cose, compreso il telefono di Harry che non avevo rivisto dalla settimana prima perché ero una stupida. Mi rifiutavo d'incontrarlo, nonostante avesse il mio telefono con tutta la mia vita dentro, per colpa di quel bacio nel campo dei girasoli. Era stato diverso da tutti gli altri, avevo sentito qualcosa ed ero certa che lo avesse sentito anche lui, lo avevo letto nei suoi occhi. Eravamo rimasti fronte a fronte per non so quanto tempo, senza dire niente, recuperando il respiro, con le mani strette, unite. Era successo qualcosa in quel campo di girasoli e mi spaventava molto di più di dover mandare a puttane l'anno da vergine.
«Auguri Carlotta» scossi il capo con la voce di Darvis alle spalle, allontanando il pensiero di quel bacio. «Oh, uhm, sì grazie» risposi con un sorriso sincero, sotto il suo sguardo scrutatore. «Allora sei tu quella che ha fatto inacidire tutte le signore» commentò divertito, mentre i ragazzi sistemavano i banchi per la lezione teorica di educazione fisica. Sospirai. «Non mi sembrava una brutta idea stamattina, ma ora credo di dovermi ricredere» commentai indicando la minigonna lievemente imbarazzata, lui scosse la testa: «Credimi Carlotta, è stata un'ottima idea. Sei molto carina. Immagino che tu abbia un appuntamento a pranzo, un uomo fortunato, devo ammettere di esserne invidioso» affermò con un sorriso malizioso, sfiorandomi il braccio lasciato a penzoloni. Inghiottii la saliva. «Non esco con un uomo, non proprio insomma: è una cosa che facciamo da quando ero una bambina, il pranzo del mio compleanno lo passo con il mio migliore amico, che è come un fratello, e le nostre mamme. Quando andavamo a scuola ci passavano a prendere prima per questo motivo» mi giustificai, torturando i capelli. «Quindi posso sperare in una birra un giorno di questi?» chiese. Alzai lo sguardo, mi stava fissando le labbra, ci passai la lingua senza accorgermene, annuendo. «Certo, mi farebbe piacere» risposi sorridendo. «Prof Di Marco, perché non resta con noi? Si siede vicino a me e mi traduce quello che dice il prof Darvis, because I want really learning english.» Darvis alzò gli occhi al cielo. «Rizzi, vai a chiedere alla bidella di prendere il manichino, tu sarai il primo a fare pratica per la respirazione bocca a bocca» disse lui, facendomi l'occhiolino. «Buon weekend Carlotta, ne riparliamo lunedì» aggiunse, io semplicemente annuii, uscendo prima dalla classe, poi dall'edificio camminando a un passo da terra. «Potresti anche rispondere ai messaggi.» Schiantandomi subito dopo sull'asfalto metaforico, di faccia. «Che cazzo Harry, mi hai fatto prendere un colpo» esclamai tenendo una mano sulla fronte e una sul cuore che stava battendo all'impazzata. Ecco, non smise di battere forte, davanti all'evidente apprezzamento della sua espressione. «Che c'è, stai cercando il cartellino? Costo troppo per te» dissi cercando mascherare l'imbarazzo e l'agitazione, dietro una faccia scocciata. «Ho diversi risparmi da parte, saresti un ottimo investimento» ribatté divertito, prendendomi la tracolla dalla spalla. «Ti accompagno» aggiunse. «Sono venuta in macchina» «Lo so. Ti ho parcheggiato a fianco e Nico mi ha detto che avete appuntamento tra un'ora e mezza. Ora sei mia.» Mi guardò con malizia le gambe, poi tornò sul mio viso; io non sapevo cosa rispondere. «Sembrano molto delicate quelle calze, come se bastasse davvero poco per strapparle» affermò, alzai le spalle. «Sei troppo silenziosa» bofonchiò, dandomi una leggera spintarella sul braccio. «Potevi avvisare che saresti venuto» dissi a bassa voce. «Se mi avessi risposto a qualche messaggio o a qualche chiamata, magari l'avrei anche fatto» disse con un sorriso, nonostante il tono di rimprovero. «Sono stata molto impegnata in questi giorni, tra i compiti da correggere, le lezioni da preparare e ho preso anche un paio di cose da tradurre per dei soldini in più» affermai, guardandomi i piedi. «Mi avevi promesso che saresti stata un po' con me oggi, non ti ricordi più? Eravamo nel campo dei girasoli e» «Sì mi ricordo, non importa che lo dici!» Lo interruppi agitata gesticolando un po' troppo con le mani, Harry sorrise. «Baby, ti agita pensare a quella sera? O ti agito io?» chiese abbassando di un paio di toni la voce, tirandomi a sé da un braccio. «Ma che dici? Non sono affatto agitata!» Cercai di ribellarmi, ma Harry era decisamente più forte di me, mi arresi subito che tanto il mio corpo non stava collaborando affatto: era bastato vederlo per far ballare la lambada agli ormoni. Ormai i miei ormoni erano diventati ballerini professionisti in attesa di un contratto per canale cinque. «Dici? Perché sei arrossita e stai respirando più veloce, le tue tette si stanno muovendo in modo delizioso, solo per me» sussurrò sul mio viso. Sussultai per la vicinanza, lui sorrise. «Smettila di guardarmi le tette porco, potrebbe vederci qualcuno.» Per quanto l'intenzione fosse dare una parvenza di sicurezza, il tono acuto e spezzato autentificò l'opposto. Harry, dal canto suo, mi strizzò il sedere. «Non mi dispiace un po' di pubblico» sussurrò sul mio orecchio. Strabuzzai gli occhi, facendo un passo indietro. Forse avevo frainteso le sensazioni del campo dei girasoli, forse ciò che voleva era veramente entrare solo nelle mie mutande. Sì, era sicuramente così e questa strizzata ne era la prova. Scossi le spalle, questo potevo gestirlo. «Offrimi da bere e fingerò che questo non sia mai successo» dissi, questa volta davvero con sicurezza. Harry scosse il capo divertito.
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Love me Lottie [hs] ~ COMPLETA.
FanficQuando Carlotta decide che no, nonostante Harry sia quanto di più caldo le sia mai capitato per le mani, non andrà a letto con lui, Harry si convince del contrario. Quella moretta tutte curve diventa il suo obiettivo quasi senza rendersene conto, ma...