Capitolo II

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Da quando era stato ritrovato il corpo senza vita di Riley, Kiara si era rinchiusa in camera sua, incapace di sopportare quel dolore.

Sentiva i suoi genitori piangere ogni sera in salotto e più volte aveva visto sua madre stringere al petto la foto di Riley il giorno del suo diploma.

Avevano ricevuto visite da chiunque in quei giorni e Kiara mal sopportava tutta quella gente a casa sua. Dove un tempo viveva Riley, l'aria era stata inquinata innumerevoli volte da degli estranei.

Le sembrava ancora di vederla camminare per le stanze di casa sua.
La immaginava ancora nel suo letto, mentre le dedicava le canzoni che preferiva.

Erano il duo perfetto, lo dicevano tutti. Riley suonava e Kiara cantava e insieme sembravano magiche.

Un giorno aveva trovato Sarah Cameron in camera della sorella. La ragazza piangeva disperata su una fotografia di lei e Ray da bambine.

Rose e Ward l'avevano accompagnata e avevano portato dei fiori.

Si guardarono negli occhi per pochi istanti e Kiara si ritrovò ad abbracciare di sua spontanea volontà la bionda, che proruppe in un pianto disperato.

«Com'è potuto succedere?» sussurrò Sarah, ma Kie non seppe risponderle.

Quella sera, Riley si vestì meglio che poteva. Non sapeva perché, ma voleva essere al meglio per quella festa. Anzi lo sapeva il perché.

Rafe Cameron era il suo perché.

Arrivata nella villa dei Thornton, si ritrovò a dover salutare quasi tutti i presenti, la maggior parte vecchi compagni di scuola tornati anche loro per le vacanze estive. Ma non vide da nessuna parte il volto di Rafe.

Alcuni ragazzi le offrirono da bere e di lì a poco il pensiero del kook scemò dalla sua testa. Ballò per un tempo che parve infinito, fino a quando non decise di allontanarsi da quella calca di gente.
Salì le scale in cerca di un bagno. Tra il caldo estivo e la folla da cui era appena uscita, aveva decisamente bisogno di una rinfrescata.

Non era solita frequentare la casa di Topper e presto si ritrovò persa tra quella moltitudine di stanze. Fece per aprire l'ennesima porta, quando sentì delle voci familiari.

«I miei mi ammazzano, Rafe, se vengono a sapere una cosa del genere» stava dicendo Topper.

«Non verranno a saperlo, te lo prometto»

«Me lo prometti? Rafe, non è un cazzo di gioco. Siamo maggiorenni, rischiamo grosso se si venisse a sapere»

«Se continui a gridare lo sapranno tutti»

Quella sera i signori Carrera tornarono a casa stremati e ancora una volta in lacrime. Lo sceriffo Peterkin li aveva convocati d'urgenza alla centrale di polizia. Sapevano già come fosse morta la loro figlia più grande dal giorno del ritrovamento, ma l'autopsia aveva dato un quadro completo della situazione e ora dovevano comunicarlo alla piccola di casa. Non potevano più tenerla all'oscuro di tutto.

«Che vi hanno detto?» chiese Kiara in apprensione.

I due coniugi si guardarono negli occhi e poi sua madre andò da lei e la avvolse in un abbraccio.

«Hanno aperto un caso per omicidio» le disse piano, come se addolcire il tono di voce rendesse più digeribili quelle parole «Qualcuno ha ucciso la nostra Riley»

Cold case || Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora