Capitolo X

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Sarah l'aveva invitata a casa sua per passare un pomeriggio insieme. Quel giorno c'era veramente troppo caldo e nessuna delle due voleva perdere tempo camminando nel centro città, quindi avevano optato per rimanere in camera della ragazza.

Riley era stesa sul letto della bionda, mentre sentiva raccontare all'amica l'ennesima serata romantica passata in compagnia di John B.

Distrattamente giocherellava con il ciondolo che le aveva regalato Rafe e che da allora non l'aveva mai abbandonava.
La porta si spalancò all'improvviso e il volto sorridente di Ward Cameron entrò nella stanza.

«Scusate il disturbo. Sarah, la vicina voleva chiederti per quelle ripetizioni da fare alla figlia»

«Cavolo, la signora Campbell» disse alzandosi dal materasso come una molla «Me ne ero dimenticata. Torno subito»

«Meglio che vada anch'io, ho da fare con la campagna elettorale» si congedò l'uomo.

La ragazza annuì «Buona fortuna»

Rimasta sola, si mise a pensare a quello che era successo in quelle poche settimane dal suo ritorno nelle Outer Banks. Si aspettava un'estate tranquilla e invece i suoi piani erano stati ignorati totalmente dal destino.

Vide un'ombra passare davanti all'uscio della porta che Sarah aveva lasciato aperta. Si girò di scatto e riconobbe la chioma di Rafe mentre passava per il corridoio, forse per andare in camera sua.

«Rafe» lo chiamò lei mettendosi seduta sulle coperte morbide.

Probabilmente non l'aveva vista, per questo non l'aveva salutata.

Ma il ragazzo non si girò al suo richiamo.
Si alzò dal letto e corse fuori dalla stanza.

«Rafe» lo chiamò di nuovo e finalmente il ragazzo si voltò verso di lei.

La guardava con fare annoiato, ma lei lo conosceva bene e quell'atteggiamento nascondeva pura irritazione nei suoi confronti.

«Non si saluta più?»

«Non voglio parlarti, Riley»

La ragazza restò sorpresa «Che ti ho fatto?»

Rafe fece un accenno di risata, ma non era per nulla divertito «Credevo di potermi fidare di te»

«Rafe, ma-»

«Ti avevo detto di starne fuori. Anzi, mi avevi promesso che ne saresti rimasta fuori e che cosa ti hanno beccato a fare?»

«Topper ti ha detto quello che è successo?»

«Già! Riley Carrera adesso è una ladra»

«Non ho rubato nulla, Rafe» gridò lei.

«Allora che cosa ci facevi in camera di Topper?» chiese lui alterato.

«E voi che cosa ci fate con tutta quella droga, eh Rafe? Ti sei messo a spacciare, per caso?»

Il ragazzo la spinse con forza sul muro e Riley sentì il dolore propagarsi per tutta la schiena. Sentì mancarle il respiro e per un lungo momento pensò che avrebbe perso i sensi.

Ma non avvenne.

I loro occhi erano incatenati e Riley poté vedere quelli chiari del ragazzo passare dalla rabbia alla consapevolezza di ciò che aveva appena fatto.

Il suo gesto aveva prodotto un tonfo talmente forte che aveva richiamato l'attenzione della casa su di loro.
Rose spinse con forza Rafe lontano da Riley e accorse in aiuto della ragazza. Sarah e Ward li guardavano dalle scale. Erano appena rientrati da una chiacchierata padre e figlia in giardino, subito dopo l'incontro con la vicina, e i loro sorrisi si erano spenti davanti a quella scena.

«Stai bene?» le aveva chiesto Rose.
Ray aveva annuito, seppur un po' dolorante.

Sarah corse da lei e le offrì un passaggio a casa. Ma prima di fare un solo passo, Riley si strappò la catenina dal collo e la lanciò a terra davanti al volto colpevole di Rafe.

Non distolse lo sguardo dai suoi occhi, sfidandolo silenziosamente a dire qualcosa, ma l'unica cosa che vide fu il formarsi del senso di colpa sulle sue iridi chiare.

Accettò l'aiuto della sua amica e si allontanò senza guardarsi indietro.

Kie era andata a casa di Sarah per passare un po' di tempo insieme. Non lo avrebbe mai detto, ma aveva iniziato ad apprezzare la compagnia della ragazza.
L'aveva sempre vista come una ragazzina ricca e viziata che aveva potuto fare amicizia solo con quella sognatrice incallita che era sua sorella, capace di vedere il buono in tutti.

E invece Sarah era incredibile e Kiara si era pentita di tutte le volte in cui l'aveva presa in giro o l'aveva fatta soffrire di proposito.

La kook l'aveva fatta accomodare in camera sua, mentre lei andava a prendere qualcosa da mangiare.
Le pareti della stanza erano decorate con delle polaroid scattate dalla ragazza e Kie perse un battito quando vide una foto che ritraeva Riley.

Era il suo compleanno e Sarah le aveva scattato quella istantanea mentre la ragazza spegneva le candeline.
Kie passò un dito sulla fotografia, accarezzando il viso di sua sorella.
Il dolore al petto si fece insostenibile, come se qualcuno l'avesse appena pugnalata.

«Era il suo sedicesimo compleanno» Kie si voltò, asciugandosi le lacrime che erano scese sulle sue guance senza permesso.

Sarah continuò a parlare «Le avevo organizzato una festa a sorpresa, ti ricordi?»

Kiara annuì.

«A volte vorrei tornare a quando non sapevamo cosa le fosse successo» si sfogò la riccia dopo un momento di silenzio passato a contemplare le fotografie dove era presente Riley «Dicono che per i familiari è meglio saperlo, per mettere un punto al dolore e trovare un po' di pace. Ma almeno in quel periodo potevo permettermi di fantasticare su dove fosse andata. Potevo credere che sarebbe tornata»

Si asciugò il viso con le mani «E lei invece non l'ha fatto. Non è tornata, Sarah»

Sarah la abbracciò.

«Non è tornata» ripeté Kiara mentre si stringeva alla sua nuova amica.

Cold case || Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora