Capitolo IX

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Riley stava passeggiando per il molo. Si era data appuntamento con Kiara e i pogues per fare una nuotata insieme e magari, se le onde lo permettevano, anche un po' di surf.

Si era svegliata di nuovo tardi, quindi il gruppo di amici si era già avviato verso il mare e l'avrebbe aspettata direttamente lì.

Stava quasi per arrivare alla spiaggia, era talmente vicina che poté vedere distintamente JJ sventolare un braccio per farsi notare da lei.

Qualcuno la strattonò con forza, obbligandola a girarsi e i suoi occhi scuri incontrarono quelli chiari e furiosi di Topper.

«Mi fai male, stronzo» disse la ragazza liberandosi dalla presa del kook. Quando il biondo si allontanò di qualche passo da lei, poté notare il segno delle sue dita sulla sua pelle.

«Cosa pensavi di fare, eh?»

«Ma di cosa stai parlando?»

«Lo sai benissimo, Riley» disse ad un palmo dal suo viso e la ragazza poté notare che aveva gli occhi arrossati.

«Ridammi immediatamente la roba che mi hai rubato» sussurrò per non farsi sentire dai passanti.

Riley lo guardò confusa. Lei non aveva rubato niente a casa di Topper, anzi aveva rimesso l'asse di legno al suo posto. Aveva sicuramente scoperto della sua incursione in camera sua dalla signora Thornton, ma rimaneva il fatto che lei non avesse preso nulla.

«Topper, io non ho rubato niente»

«Non mentire, Riley, sei entrata in casa mia e Rafe mi ha detto della tua stupida sceneggiata. Rivoglio la mia roba»

Sentendo uscire dalla sua bocca il nome del suo ragazzo, istintivamente portò una mano sul ciondolo che le aveva regalato e da cui non si era separata più, come se quel gesto potesse rassicurarla in qualche modo. Aprì la bocca per rispondere, ma la chioma castana di John B si mise in mezzo ai due.

«Riley, ti stiamo aspettando da un po'» disse come se fosse sorpreso di vederla già lì, ma la ragazza lo conosceva abbastanza bene da sapere che stava facendo di tutto per tirarla fuori indenne da quella situazione.

«Non ci vedi, pogue? Stiamo parlando»

«La conversazione è finita» disse con tono irritato Riley.

«Oh no, è appena iniziata»

«Se Riley dice che la conversazione è finita, allora la conversazione è finita»
John B trascinò delicatamente la sua amica lontano dal biondo.

Si allontanarono di qualche passo, ma prima di svoltare l'angolo e arrivare finalmente alla spiaggia, Riley sentì la presa di Topper sul suo braccio e il ragazzo sussurrarle all'orecchio «Se ti vedo di nuovo a Tanny Hill, giuro che ti uccido»

Un brivido di freddo percorse la schiena di Ray, ma non si sarebbe mai fatta vedere spaventata.

«Fatti vedere da uno bravo, Topper» lo spintonò via e raggiunse il suo amico, che era rimasto lì ad aspettarla.

«Che voleva quel kook?»

Riley liquidò la faccenda con un gesto della mano e presto raggiunsero gli altri sulla spiaggia.

Passarono la mattinata tra le onde del mare e Riley dimenticò ben presto l'incontro spiacevole che aveva avuto con l'amico del suo ragazzo.

Dopo un po' si mise seduta sulla battigia per riprendere un po' di fiato e venne raggiunta poco dopo da John B.

«Le onde sono magnifiche oggi»

«Sì, ma non sono più abituata. Mi stanco subito»

Rimasero seduti in silenzio per un po' di tempo, poi il ragazzo accanto a lei si schiarì la voce.

«Riley,  scusami, ma devo chiedertelo. Sarah sa qualcosa?»

Riley lo guardò con uno sguardo interrogativo, poi un barlume di lucidità la travolse, insieme al ricordo dell'estate scorsa.

«No, non le ho detto nulla»

«Bene» sussurrò John B.

«Quindi è una cosa seria?»

«Sì, lo è. Ma conoscendola rovinerei tutto se venisse a sapere-»

La ragazza lo fermò con un gesto della mano «Tranquillo, John, ho capito»

Il pogue annuì, seppur poco convinto. Le diede una pacca sulla spalla e tornò ad immergersi nel mare aperto insieme agli altri.

John B era sdraiato sul divano dello Chateau in compagnia di JJ e Pope.

Era felice di essere riuscito a parlare da solo con Sarah, ma al tempo stesso il senso di colpa lo divorava da dentro. Ormai da giorni aveva un pensiero fisso che lo logorava e non lo faceva vivere serenamente.

«A cosa pensi?» gli chiese Pope vedendolo distratto.

John B scosse la testa «Pensavo a tutta questa storia. Ormai sembra avere occupato tutta la nostra vita, non ne posso più»

«Riley era nostra amica e quello che le è successo è orribile, John B, ci sta che tu voglia pensare ad altro» disse JJ.

«Siamo esseri umani, non macchine. Non devi sentirti in colpa se non vuoi pensarci più» aveva continuato Pope.

«Il problema è che io non riesco a smettere di pensarci. È come se questa storia mi perseguitasse» gli occhi gli si inumidirono.

«Che intendi dire?»

Il ragazzo aveva ormai il viso rigato dalle lacrime quando guardò i due amici e disse «È stata colpa mia»

Cold case || Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora