Capitolo XV

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Era seduta sul suo letto, mentre Rafe faceva avanti e indietro da camera sua al bagno per sciacquare dei batuffoli di cotone.

Aveva l'addome pieno di lividi, ma quello che più preoccupava il ragazzo era la ferita alla testa che lo aveva portato a gironzolare per casa Carrera con del cotone bagnato per le mani.

«Sto bene, Rafe» aveva ripetuto per la millesima volta Riley, mentre il kook le tamponava nuovamente il cotone sulla ferita.

«È un taglietto»

«Continua ad uscire sangue, Ray» aveva continuato lui.

La ragazza non insistette più e si lasciò medicare. Se solo Rafe avesse saputo che era tutta colpa sua e di quello stupido patto che aveva fatto con Barry. E soprattutto che se non avesse coinvolto Topper adesso non starebbe disinfettando una ferita sulla fronte della sua ragazza.

«Come ti senti?»

«Meglio»

«Mi dispiace così tanto, Ray»

La ragazza non seppe cosa dire. Un po' era giusto che Rafe si sentisse responsabile per lei e per quanto le era successo. Non si poteva negare che i problemi del ragazzo erano la causa scatenante dei suoi.

«Adesso vuoi dirmi che è successo?» ruppe il silenzio «Volevano rapinarti? Ti hanno fatto qualcos'altro, Ray?»

La ragazza lo zittì «Non gridare, sveglierai i miei»

Erano appena spuntate le prime luci dell'alba e presto i suoi genitori sarebbero andati ad aprire il ristorante.

«Sono preoccupato per te, non hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere»

Riley si stese sul suo letto «Ma ora sto bene»

Non era vero. Ogni parte del suo corpo gridava pietà anche se il dolore si era leggermente attenuato. Quello che la preoccupava di più era la ferita emotiva che le aveva lasciato quel pazzo di Topper.

Era ancora troppo presto per dirlo, ma aveva paura di scoprire come la sua mente avrebbe reagito al trauma.

Vide che Rafe era indeciso su cosa fare e batté la mano nello spazio libero accanto a lei, invitando il ragazzo a stendersi.

Quando furono abbastanza vicini, la ragazza appoggiò la testa sul petto del biondo e lui la avvolse in un abbraccio.

«Voglio restare per sempre così» sussurrò prima di cadere in un sonno profondo.

Quando aprì gli occhi il sole era alto nel cielo. Riley guardò l'orario sul telefono e vide che era pomeriggio inoltrato.

Si girò verso l'altra sponda del letto convinta di trovare Rafe dormente accanto a lei.

Ma non c'era nessuno.

Rafe si era svegliato qualche ora prima di Riley ed era sceso dalla finestra della ragazza per evitare di farsi vedere dai suoi genitori o da Kiara.

Era tornato a casa sua. Quella sera ci sarebbe stata la serata di gala prima delle elezioni e suo padre li voleva in prima linea, pettinati e perfetti come avevano abituato la gente ad immaginarli.

Mancava ancora qualche ora alla festa e Rafe ebbe un'idea che lo fece sorridere.

Aprì il primo cassetto del suo comodino e tirò fuori la catenina che aveva regalato a Riley. L'aveva conservata per tutto quel tempo sperando che un giorno avrebbe potuto ridargliela e forse quel giorno era proprio arrivato.

Prima di andare di nuovo a casa di Riley fece un'altra fermata.

La roulotte di Barry.

«Ho chiuso» esclamò entrando nella casa dello spacciatore.

Cold case || Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora