Capitolo XIII

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Sarah era sempre stata la figlia preferita, non sapeva nemmeno lei il perché. Ma essere il figlio preferito porta con sé il peso di non poter mai deludere i propri genitori.

Suo padre la considerava perfetta e lei doveva esserlo. Ottimi voti, giuste compagnie, fare volontariato e aiutare Ward nel suo lavoro.

Nessun margine di errore.

Non aveva mai fatto uso di droghe, fino a quel momento. Le elezioni imminenti erano fonte di stress per suo padre e di riflesso anche per lei. Agli occhi di tutti dovevano sembrare la famiglia perfetta, ma erano lontani dall'immagine che aveva la gente di loro.

Aveva origliato una conversazione tra Rafe e Topper, li aveva sentiti parlare di un carico di cocaina e non seppe il perché ma fu colpita dalla cosa.

Non nel senso negativo. Sentendo suo fratello e il suo ex ragazzo parlare di come vendere della droga avrebbe dovuto provare ribrezzo e invece si ritrovò a rovistare tra la roba di Rafe, quando il ragazzo fu andato via in compagnia di Topper.

Ma non trovò nulla.

Questo voleva dire che la droga non era in casa sua, ma in casa Thornton. Era entrata in casa del suo ex ragazzo ed era riuscita a trovare quello che cercava. Se ne era messa in tasca alcune bustine già pronte, forse per una festa imminente.

Era tornata a casa e aveva chiuso la porta della sua camera a chiave.

Guardò ancora una volta le bustine che aveva rubato, pensando che se Ward voleva la figlia perfetta in quel modo l'avrebbe avuta.

«Come ti salta in mente di spiattellare le mie cose in giro?» aveva gridato Riley una volta che lei e Kiara furono tornate a casa.

«Scusami, mi è scappato. Ma che importanza ha? Non stavano neanche insieme»

«Non fare la santarellina con me. Tu odi Sarah. Non ti è parso vero poterle dire qualcosa che l'avrebbe ferita»

Kie fece per chiudere la porta di camera sua, ma Riley fu più veloce e la bloccò con un piede.

«Non così in fretta, signorina. Hai idea di come mi ha trattato John B?» disse entrando nella camera della sorella più piccola.

«Ho già i miei problemi e devo stare anche dietro ai tuoi drammi»

«Scusami, non so che altro dirti. Ma se Sarah se la prende con te, meglio perderla che trovarla una così»

«È possibile che tu non ti renda conto? Le persone hanno dei sentimenti. O pensi che valgano solo i tuoi?»

Uscì dalla stanza come una furia, sbattendo la porta dietro di sé.

Si chiuse in camera sua. Tutta quella situazione le aveva fatto venire un'enorme mal di testa.

La discussione con John B le rimbombava ancora nella mente, come un'eco infinito.

«Cazzo, Riley, ti avevo chiesto una cosa soltanto»

«Mi dispiace, va bene? Non potevo immaginare che Kie glielo avrebbe detto. Quelle due neanche si parlano»

Il ragazzo si passò le mani sulla faccia e Riley  notò i suoi occhi stanchi.

«Io so solo che da quando sei tornata è andato tutto a peggiorare»

«John, ma che stai dicendo?» gli occhi marroni della ragazza si coprirono di una patina lucida alle parole dell'amico.

«La verità! Crei solo casini, Riley. Non vedo l'ora che tu te ne vada»

Le voltò le spalle e se ne andò, lasciandola da sola sulla spiaggia.

Riley si asciugò le lacrime che erano uscite dai suoi occhi dopo aver rivissuto quella scena nella sua mente.

Aprì l'armadio e tirò fuori dei vestiti puliti. Non aveva tempo da perdere. Si vestì in fretta e uscì dalla finestra.

Sarah era stesa sul suo letto. Quel giorno non aveva voglia di fare nulla, ma gli impegni che le procurava suo padre erano sempre dietro l'angolo.

Mancavano pochi giorni alle elezioni e l'indomani sera si sarebbe tenuta una festa in onore dei candidati.

Un'altra occasione in cui sarebbe dovuta essere la figlia perfetta.

Si alzò dal letto e si diresse verso l'armadio, aprì il cassetto e iniziò a frugare tra le sue magliette, cercando tutto meno che dei vestiti.

La porta di camera sua si spalancò e di riflesso Sarah chiuse di scatto il cassetto.

I suoi occhi incontrarono la figura della ragazza che fino a qualche giorno prima considerava la sua migliore amica.

«Che cosa vuoi, Riley?» chiese annoiata, mentre si sedeva nuovamente sul letto.

La ragazza era in piedi davanti a lei.

«Chiederti scusa. Avrei dovuto dirtelo, semplicemente non gli davo così tanta importanza come magari hai fatto tu»

Sarah la guardò storto «Tu pensi che io ce l'abbia con te per John B? Non stavamo neanche insieme, sarei un'ipocrita a stare male per quello. No, io ce l'ho con te perché non me lo hai mai detto. Mi raccontavi sempre tutto, ma da quando vai al college mi sono sentita tagliata fuori dalla tua vita»

Riley si sedette accanto a lei sul letto.

«Tu stai crescendo e io resto sempre ferma in un punto» aveva continuato la bionda.

«Io non ti lascerò mai indietro, Sarah. Sempre insieme, l'una al fianco dell'altra, ricordi? E sì, il college mi porta via da qui per tanti mesi, ma è confortante sapere che ci sei tu ad aspettarmi quando torno»

La ragazza a quelle parole avvolse in un abbraccio soffocante l'amica. Non erano fatte per stare separate per troppo tempo.

«Non ci posso credere, John B» disse Kiara mentre il ragazzo finiva di raccontare la parte della storia che lo vedeva coinvolto.

«Kie, mi dispiace tanto. Io-»

«Cosa? Cosa, John B?» la ragazza era pronta per lanciarsi in un pianto disperato, ma la rabbia era più forte della tristezza «Sai una cosa? Hai ragione! È colpa tua se Riley è morta»

Cold case || Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora