Capitolo V

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Riley era intenta a mettersi degli orecchini, mentre Rafe, sdraiato sul suo letto, passava il tempo lanciando una pallina sul muro, evidentemente annoiato.

«Dobbiamo andare per forza?»

Quella sera ci sarebbe stato l'annuale falò in spiaggia, nel versante dell'isola dove vivevano i pogues. Kiara era già uscita di casa da un pezzo e i suoi genitori sarebbero stati tutta la sera occupati con il ristorante.

«Sì, dobbiamo»

Dallo specchio vide il riflesso del ragazzo alzarsi e andare verso di lei. Rafe le cinse la vita e le lasciò un dolce bacio sulla guancia. 

Fece per allontanarsi, ma la ragazza lo prese per la camicia e fece incontrare le loro labbra.

Per la foga del gesto, caddero sul letto di Riley ed entrambi scoppiarono a ridere. Fu strano per la ragazza constatare che la sensazione di averlo accanto le donava pace e sicurezza.

«Potremmo restare a casa» aveva continuato a dire il ragazzo.

Iniziò a lasciarle dei baci sul collo e vide le sue dita affusolate avvicinarsi lentamente all'orlo dei suoi jeans, mentre i loro occhi si incatenavano tra di loro.

«Non ti sto convincendo nemmeno un po'?»

Arrivarono più in ritardo degli altri alla festa, ma appena JJ e Pope la videro le corsero incontro con un bicchiere di birra solo per lei.

Rafe aveva incontrato in mezzo alla folla Topper e Kelce e l'aveva lasciata da sola per andare a prendere da bere per entrambi, in compagnia dei suoi amici.

«A lei, madame» disse il biondo passandole il bicchiere pieno di birra.

«Non ci si vede da un po'» aveva continuato Pope.

«Ora è una studentessa del college, non ha tempo per noi» l'aveva presa in giro bonariamente JJ.

Dopo poco i due ragazzi se ne andarono per la loro strada. Riley fece qualche passo in direzione del mare, quando due braccia forti la avvolsero da dietro.

«Vedo che ti hanno già servito» aveva detto Rafe indicando con la testa il bicchiere che aveva in mano «Te ne avevo portato uno anch'io»

Riley prese il bicchiere che il ragazzo le stava porgendo e le sue labbra si stesero in un sorriso «Mi sacrificherò»

Presto si unirono a loro gli amici di Rafe. Non poteva evitare di provare un senso di fastidio nei confronti di Topper.
Non aveva dimenticato la strana conversazione che aveva origliato tra i due. Era passato qualche giorno dalla festa a casa sua e lei ancora non aveva capito cosa stessero nascondendo i due kooks.

«Vado a prendere dell'altra birra» aveva detto già un po' lontana dal gruppo.

«Aspetta, vengo con te»

Riley rivolse uno sguardo confuso a Topper, mentre lui la raggiungeva per andare insieme a prendere altro alcol.

«C'è caldo, stasera»

«Non migliorerai la situazione bevendo birra»

«Non smontarmi i sogni, Riley»

La ragazza prese un respiro profondo, mentre il kook riempiva quattro bicchieri. Lo aveva studiato a fondo in quei giorni, ma non riusciva proprio a capire che cosa potesse nascondere di così tanto sconvolgente un damerino come Topper.

Tornarono da Rafe e Kelce con un bicchiere per ognuno di loro e Riley poté notare il suo ragazzo infilarsi velocemente una mano nella tasca posteriore dei pantaloni, da dove adesso si scorgeva una bustina piena di polvere bianca.

Sarah aveva sbattuto la porta di casa talmente forte che il rumore rimbombò per tutte le pareti dell'ingresso, facendo tintinnare i lampadari.

Era entrata nell'enorme cucina, dove suo fratello stava bevendo un bicchiere d'acqua.

Aveva pensato a Rafe per tutta la via del ritorno, ancora scossa da quanto aveva dovuto vedere alla centrale di polizia.
Le immagini che le aveva mostrato Peterkin le erano rimaste impresse nella mente e sospettava che non se ne sarebbero andate così facilmente.

Si piazzò al centro della stanza e guardò suo fratello fisso negli occhi.

«Devi dirmelo, Rafe. Hai fatto del male a Riley?»

Il ragazzo si voltò a guardarla. Se avesse potuto, l'avrebbe incenerita con lo sguardo.

«Credi veramente che ne sarei stato capace?»

«Onestamente? Sì! Abbiamo visto tutti come l'hai trattata»

Rafe sbatté la mano sul tavolo che li divideva.

«Non le avrei torto neanche un capello»

«Non è quello che ho visto io»

«Io la amavo!» disse con le lacrime agli occhi.

«Tu la amavi?» chiese sarcasticamente sua sorella «Quello per te era amore?»

Rise forzatamente, poi sbatté le mani sul tavolo imitando il gesto del fratello maggiore.

«Guarda dove l'ha portata essere amata da te»

Cold case || Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora