Capitolo XI

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JJ era un ragazzo carino e solare. Nonostante tutti i suoi problemi in casa, riusciva ad essere la spalla comica del gruppo e in quel momento stava facendo ridere a crepapelle Riley.

Era passato qualche giorno da quello che era successo in casa Cameron e Sarah non l'aveva più invitata da lei per evitarle l'inconveniente di rivedere Rafe. Così le due amiche si vedevano in casa Carrera o insieme ai pogues.

Non aveva parlato con Rafe in quei giorni, anche se il ragazzo aveva provato più volte a contattarla. Le aveva lasciato qualche messaggio e aveva provato a chiamarla un paio di volte, ma Riley non aveva mai risposto.

Avevano passato tutto il giorno in spiaggia e per la prima volta dopo il litigio con il kook, non pensava a niente se non a divertirsi.

Mentre continuava a parlare con JJ sentirono le voci di John B e Sarah discutere animatamente.

«Abitiamo vicini, come faccio a non vederlo più?» diceva la ragazza.

«Non prendermi in giro, non c'entra niente che vivete vicini»

«E allora che cosa-?»

«Ti ho visto uscire da casa sua» gridò John B e la bionda si ammutolì «Cosa c'è, Sarah, non parli più? Ti dispiace che abbia scoperto il tuo segreto?»

Riley vide da lontano la faccia di Sarah cambiare immediatamente espressione. Da arrabbiata adesso sembrava delusa e forse un po' sorpresa per essere stata scoperta.

Ma questa supposizione sfiorò solo per pochi attimi la mente di Ray.

«E allora io che cosa dovrei dire? Sei stato con la mia migliore amica e non hai nemmeno avuto il coraggio di dirmelo»

Gli occhi scuri di Riley saettarono sulla sorella, l'unica a sapere quello che era successo l'estate scorsa.

Kiara la guardò di rimando e poté vedere la colpevolezza dipingersi sul suo volto.
Guardò in direzione di John B e pensò che se uno sguardo avesse potuto uccidere, lei sarebbe già morta.

Passeggiava per le vie della città in direzione del Wreck, dove la attendeva il turno serale.

Una macchina accostò accanto a lei e quando il conducente abbassò il finestrino Riley alzò gli occhi al cielo.

«Sali, ti porto io al lavoro» aveva detto Rafe. Il tono che aveva usato era totalmente diverso da quello di qualche giorno prima. Era mesto e speranzoso che la ragazza non lo mandasse a quel paese.

«Non vado da nessuna parte con te, Rafe»

Riley continuò a camminare e dietro di lei sentì lo sportello della macchina aprirsi e richiudersi in fretta. I passi di Rafe la raggiunsero poco dopo.

«Ray, per favore. Almeno permettimi di scusarmi»

«Scusarti, Rafe?» sputò quelle parole come fossero una maledizione «Almeno sai perché dovresti farlo?»

Rafe la guardò con sguardo interrogativo.

La ragazza sbuffò indispettita «È vero, sono andata a casa di Topper per vedere cosa nascondevate, ma non ho preso la droga»

Lui non riusciva a mantenere il contatto visivo, ma Riley continuò a guardare il suo viso.

«Ma tu non me lo hai neanche chiesto. Hai creduto a Topper e mi hai dato della ladra. Ma se io sono una ladra, tu cosa sei, Rafe?»

Rafe deglutì sonoramente e finalmente fece incontrare i loro occhi.

«Ti dirò tutto. Promesso»

«Non me ne faccio niente delle tue promesse»

«Lo so, ma per favore, credimi anche solo per stavolta» la supplicò il ragazzo.

«Perché dovrei farlo?» chiese Riley, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.

«Perché sogno di stare con te da quando eravamo bambini e adesso sento di aver rovinato tutto»

Erano passate delle settimane da quando Riley non c'era più. Le indagini erano ad un punto morto. Li avevano torchiati fino allo sfinimento, ma per il momento Rafe e Topper erano i principali sospettati. Era assurdo come in quel lasso di tempo la polizia non avesse trovato niente. Né un movente, né il colpevole. Nemmeno l'arma del delitto. Si parlava solo di un oggetto contundente, ma per quanto ne sapevano poteva essere qualsiasi cosa.

Era notte fonda, ma come sempre, da quando la sua amica era scomparsa, Sarah non riusciva a prendere sonno.

Nella penombra, si alzò dal letto e stancamente si trascinò verso il suo armadio. Aprì uno dei cassetti interni e sollevò una pila di vestiti, fino a trovare quello che stava cercando.

Le lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi, mentre tra le dita stringeva una bustina piena di polvere bianca.

Cold case || Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora