Capitolo VIII

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Era tornata a casa subito dopo la scoperta che aveva fatto nella camera di Topper e seduta sul suo letto mentre imbracciava la sua chitarra faticava a pensare a qualcos'altro che non fosse il casino in cui si era cacciato Rafe.

Suonare in genere la rilassava. Ma aveva provato a strimpellare qualche nota e non riuscendo a concentrarsi si era intristita ancora di più.

Era incredibile. Aveva perso l'adolescenza a fantasticare su un ragazzo che non conosceva nemmeno. Non importava quanto tempo avesse passato in casa Cameron sin da piccola e non importava quante volte avesse sperato che lui la notasse.

Rafe Cameron era un totale mistero per lei.

Sentì dei rumori provenire da sotto la sua finestra e dopo poco poté vedere il viso stravolto del kook.

«Non ho più l'età per fare queste cose» disse una volta che ebbe messo piede nella camera della ragazza.

Lei sorrise appena «Ed è stato anche inutile, perché potevo aprirti la porta»

Rafe si sedette nel letto con lei e fece scorrere il dito sulle corde dello strumento, producendo un suono sgraziato.

«Cosa mi suoni?»

«Qualche richiesta in particolare?»

Il ragazzo si stese sul materasso e mise le braccia dietro la testa, assumendo un'espressione pensierosa.

«I don't want to miss a thing»

«Aerosmith! Sei un intenditore»

«È come mi sento io quando sto con te»

Aveva detto quelle parole con naturalezza e Riley si ritrovò a sorridere imbarazzata.

Le sue dita iniziarono a muoversi sulle corde della chitarra, riempiendo la stanza della melodia richiesta da Rafe. Piano piano il ragazzo si mise a cantare, mentre Ray continuava a suonare le note della canzone.

«Sei bravo, non lo sapevo» gli disse Ray dopo aver suonato l'ultimo accordo e nella sua mente si ricostruì il pensiero che la presenza di Rafe nella sua stanza aveva mandato via.

Riley non conosceva nulla di lui.

«Ho una cosa per te» spezzò il silenzio il ragazzo.

Si mise una mano in tasca e ne fece uscire una catenina.

«Quando l'ho vista ho pensato subito a te» disse facendole vedere il piccolo ciondolo raffigurante una stellina. Lo passò delicatamente alla ragazza e Riley poté notare la piccola incisione.

«È una R, l'ho fatta aggiungere io. Siamo noi. Io e te»

A Riley scappò un sorriso imbarazzato e gli occhi le diventarono lucidi per la commozione che un gesto così semplice le aveva provocato.

«Tu e io su una stella»

Sarah era solita passare meno tempo possibile in casa da quando Riley era morta. Non si sentiva più così tanto al sicuro dentro quelle mura. Forse le supposizioni di Kie l'avevano suggestionata troppo. Ma ad un certo punto del giorno doveva sempre tornare dalla sua famiglia.

Salutò i suoi amici e si avviò verso la strada di casa sua quando la voce di John B la richiamò indietro.

Il ragazzo le era venuto incontro, allontanandosi dal gruppo, che nel frattempo si stava dirigendo verso la spiaggia.

«Cosa vuoi, John B?» chiese annoiata.

Voleva andare il più possibile lontano dal ragazzo. I rapporti si erano appianati dopo quello che era successo a Riley, ma Sarah non era ancora disposta a stare da sola con lui.

«Lo so che non stiamo più insieme e che mi odi, ma ho notato il tuo sguardo mentre parlavamo di Riley e hai la faccia di qualcuno che non dorme da giorni...»

«Dove vuoi arrivare?»

John B sospirò «Voglio che tu sappia che io sono qui per te, anche se tu non mi vuoi più»

La ragazza era rimasta colpita da quelle parole. Aveva ringraziato il pogue per la disponibilità e aveva proseguito per la strada del ritorno.

La porta dello studio di suo padre era aperta e quando lui la vide rientrare in casa le andò incontro e la avvolse in un abbraccio.

«Tesoro, non ti fa bene stare fuori tutto il giorno»

«Lo so, papà, ma-»

«Questa casa sa di Riley, lo so»

Gliel'aveva ripetuto più volte durante le due settimane in cui Riley era data solo per scomparsa e adesso che sapevano l'epilogo della sua breve vita si erano fatte sempre più veritiere.

Stava per entrare in camera sua quando sentì due voci parlare animatamente in camera di suo fratello.

«Te lo giuro, Topper, se vengo a sapere che c'entri qualcosa...»

«Cosa vorresti fare, eh? Ricordati che se cado io, tu vieni giù con me»

Ci fu un tonfo e la voce di Rafe sussurrò «Minacciami ancora una volta...»

«E cosa, Rafe? Farai il mio nome alla polizia? No, aspetta, quello lo hai già fatto!» disse con un'ironia amara.

«Topper»

«Mi hai rovinato la vita, Rafe»

«E invece di prendertela con me, te la sei presa con Ray»

«Fottiti, Cameron»

Sentì dei passi avvicinarsi alla porta e prima che questa si aprisse, Sarah si chiuse a chiave in camera sua.

Forse i sospetti di Kiara non erano poi così infondati.

Cold case || Rafe CameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora