Fate Vobis 🤍
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«Più ce penso e più nun ce credo!»
«A che?» Chiese Chicca mentre consumava il suo aperitivo.
«Al fatto che tu esca con quello!» Ribatté Manuel
«Si chiama Simone.»
«È un cafone.»
«Te invece sei famoso in tutta Roma pe' ave' vinto mister eleganza ve'?» Borbottò la ragazza, evidentemente seccata.
«Aspetta, aspetta...» inizió a dire Manuel ridacchiando. «Te piace?»
«Cosa? No!»
«Oddio ti piace!» Urló Manuel, puntandole il dito.
«Ho detto di no.» Confermò lei. «E poi è-» fortunatamente Chicca era tanto intelligente e sensibile da sapere che era meglio non continuare la frase, non poteva certo dire cose che Simone magari voleva tenere per sé e non rivelare agli sconosciuti.
«Nun me piace e basta, piantala mo'»
«Ok, ok come te pare.» rispose Manuel, alzando le mani in segno di resa.Simone ormai era chiuso in camera non sapeva più da quanto. Non distingueva più il passare delle ore. Riusciva a malapena a rendersi conto della differenza tra il giorno e la notte grazie ai raggi di sole che oltrepassavano i vetri della sua finestra.
Era talmente tanto assorbito dal cercare di capire come superare il suo esame che aveva evitato tutto e tutti. Aveva anche rinunciato -seppur con dolore- a ritornare a Milano per l'anniversario di Jacopo che avevano sempre passato in famiglia dall'anno in cui era saltata fuori la verità, per questo aveva litigato pesantemente con Dante, non che avessero mai avuto questo rapporto idilliaco.
Avere un padre, o meglio un non-padre, come Dante Balestra non era mai stato facile, ma con il passare degli anni, e dopo le dovute ammissioni di colpa, avevano trovato il modo seppur precario di farla funzionare.Si era confrontato anche con Aureliano sulla questione.
«Simo onestamente, non so cosa dirti. Capisco il tuo punto di vista, ma comprendo anche il suo.»
«Io sto facendomi il culo per il mio futuro Aureliá e mi tratta come se fossi l'ultimo degli stronzi. Sa che è stata una decisione sofferta quella di non andare.»
«Lo so, lo so, ha sbagliato.»
«Eccome!»
«Ma o' sai te e pure io che avecce Dante come genitore è... ingombrante» Disse Aureliano, cercando di soppesare le parole.
«Non sono un esperto in diritto familiare, però so' tre anni, cazzo, che andate avanti a litiga' e a vedevve, se tutto va bene, due volte l'anno.»
«E sarebbe colpa mia? È colpa mia, perché ho deciso di realizzarmi, e per farlo sono andato via da Milano?» Sbottò Simone.
«Non ho detto questo.»
«Beh, è come se lo avessi fatto.»
«Ascolta Simo, me dispiace, davvero. Ti vedo ogni giorno e so quanto tu stia sgobbando sui libri. So che questa è la tua vita. Ma so anche che Dante è tu padre, ed è una brava persona che a modo suo te vole bene.»
«Tu credi a troppe favole Aurelia'.»
«Daje cerca de capi' pure te però!»
«Scusa?»
«Non essere stronzo. Sai che è così, altrimenti non avrebbe scelto di assecondarti, dopo quello che ti è successo, né t'avrebbe aiutato quando stavi co' le pezze ar culo»Sentì Simone sbuffare.
«Dovete calmarvi entrambi, che c'avete due caratteracci, fate sbollire. Sono sicuro che chiarirete.»
Concluse il castano dandogli una pacca sulla spalla.
«Forse hai ragione.»
«Mi devi un favore» disse Aureliano prima di lasciare l'amico da solo.Simone stava per rimettersi sui libri,quando sentì l'arrivo di una notifica provenire dal suo cellulare.
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We keep this love in a photograph.
Fanfiction"Fotografare è trattenere il respiro quando tutte le nostre facoltà convergono per captare la realtà fugace: a questo punto l'immagine diventa una grande gioia fisica ed intellettuale."