Quella mattina, dopo aver liberato l'ambiente da ogni possibile fonte di distrazione, Simone aveva ripreso a studiare ma la sua mente continuava a riempirsi di pensieri ed emozioni diverse.
Ripensava alle continue liti con Dante, al tipo di instagram, al barista del locale.
Soprattutto al tipo di instagram. Lo attirava tantissimo.
Non sapeva praticamente nulla di lui, eppure ogni cosa che lo riguardava lo affascinava intensamente.
Dal modo sfrontato in cui gli parlava, alla sua particolare visione del mondo, alla costanza con cui gli chiedeva delle sue foto, che sembrava apprezzare particolarmente.
Avevano scoperto di avere tanto in comune, e con il passare dei giorni non avevano fatto altro che confrontarsi, finendo per chiacchierare ore ed ore.Non credeva potesse ricevere una risposta simile. Sembrava aver trovato qualcuno che lo capiva davvero, che sapeva cosa voleva dire sacrificare qualsiasi cosa pur di perseguire un obiettivo.
E invece Dante? Era mai riuscito a entrare veramente nel suo mondo?
Simone non poteva negare che le cose tra loro nel corso del tempo fossero migliorate, ma non per questo poteva dimenticare tutte le volte che Dante si era autoimposto di non esserci per lui, nonostante oggi capisse il perché dei suoi comportamenti anche se non li giustificava affatto. Per quanto poteva continuare a stare così? A rivangare il passoto ad ogni occasione utile solo per ferirsi a vicenda? Non lo sapeva. Anche lui soffriva in modo diverso ma con la medesima intensità.Il suo sguardo poi si spostò sul cellulare. Non poteva farne a meno, come se avesse sviluppato una sorta di dipendenza. Aveva una voglia terribile di scrivergli. Era costante, incessante. Non riusciva a trattenersi e ormai le loro conversazioni erano diventate sempre più lunghe e sempre più personali.
Alla fine cedette e aprì l'applicazione. Prima di scrivergli però decise che era giunto il momento di associare le parole che tanto lo attiravano ad un volto che finora aveva visto solo nella miniatura della foto profilo.
Foto in bianco e nero quindi era stato quasi inutile il tempo perso ad osservarla senza poterla ingrandire.simoinpills ha iniziato a seguirti.
Manuel notó immediatamente la notifica ma decise volutamente di ignorarla.
Fece accesso invece alla chat e sorrise, quella risposta aveva fatto vibrare qualcosa dentro di lui. Era felice di non essere il solo a sentirsi in quel modo.
Non riusciva a spiegarselo, c'era un qualcosa in quel ragazzo che lo faceva sentire straordinariamente bene.Forse era il suo modo di parlare, di scherzare, o semplicemente la sua voglia di raccontarsi.
Anche Manuel si era aperto con lui, gli aveva raccontato un po' della sua vita, di sua madre e si era sentito capito per la prima volta in vita sua.
Era una sensazione bellissima.
Non avrebbe mai voluto smettere di chattare, ma il lavoro chiamava.
Così dopo essersi preparato, uscì di casa e si recò al MoMa.La mattinata passò con estrema lentezza. A differenza del turno serale, difficilmente succedeva qualcosa di veramente interessante durante il giorno.
Il momento peggiore era il primo pomeriggio, quando era difficile anche vedere entrare qualche cliente per un caffè.
Mentre era voltato di spalle, impegnato a sistemare i bicchieri, sentì la porta aprirsi e notò che a entrare era stato il coinquilino di Aureliano.
Non appena i loro sguardi si incrociarono, gli occhi di Simone si sgranarono leggermente dalla sorpresa.«Non ci credo! Quanto posso essere sfigato per beccare te anche alle due del pomeriggio?!» disse, sbuffando.
«Ma vivi qui dentro, tu?» aggiunse, mentre si avvicinava al bancone.
Sul viso di Manuel nacque spontaneo un ghigno.
Non gli era simpatico quel ragazzo, ma stuzzicarlo gli piaceva parecchio.
«Oggi ho il turno di mattina, Simó. Finisco alle quattro.»
«Il mio nome è Simone.» Mormorò, mentre gli lanciava un'occhiataccia quasi raggelante.
Manuel si sporse leggermente verso di lui, guardandolo negli occhi per qualche secondo.
«Simone, Simone...hmm no, non mi piace. Troppo formale.»
«Quanto sei irritante.» disse, alzando gli occhi al cielo.
«E io che avevo scelto questo orario convinto di avere la fortuna di non incontrarti, invece...»
«Pensa io, so venuto qua che ero na Pasqua Simó, felice perché me sta a succede na cosa bella» disse Manuel ripensando ai messaggi che quella stessa mattina erano apparsi nei suoi direct
«e te eri proprio l'ultima persona che speravo d'incontrà dopo tipo quattro ore di lavoro, e invece...» concluse, facendogli il verso.Fra i due ci fu un breve, ma intenso, scambio di sguardi quando dal retro entrò Franco, il proprietario del locale.
Lo sguardo di Simone cambiò rapidamente, si addolcì e con gentilezza si rivolse all'uomo.
«Salve! Lei è Franco? Io sono Simone, non so se si ricorda di me»
«Oh, si, l'amico di Aureliano, giusto? Ti stavo aspettando... finisco di sistemare delle cose e ti raggiungo.» Rispose.
«Ragazzo, offri qualcosa al nostro ospite.» Aggiunse, sparendo di nuovo nel retro.Manuel era perplesso, non riusciva a capire cosa potesse volere il suo capo da Simone, di certo non cercavano nuovo personale.
«Cosa diavolo vuole da te?» chiese, mentre gli preparava un caffè.
«Sono venuto per Aureliano, lui è fuori Roma con l'agenzia e non poteva.»
«Cosa sei il suo tuttofare?» Chiese Manuel ridacchiando.
«No, sono un amico. So che è un concetto strano per te...»
«Non mi sottovalutare, Simó... potrei diventare la tua persona preferita se solo volessi...»Sentì Manuel ridere di gusto dopo le sue parole e non si accorse di sorridere di rimando mentre lo guardava.
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We keep this love in a photograph.
Fanfiction"Fotografare è trattenere il respiro quando tutte le nostre facoltà convergono per captare la realtà fugace: a questo punto l'immagine diventa una grande gioia fisica ed intellettuale."