il nostro inizio.

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Di nuovo, fino alla fine, GRAZIE.
É stato bello🤍🖤

PS: l'ultima fotografia nella mia testa doveva essere una vera manip Simuel, ché sarebbe risultata molto più credibile, ma mi sono troppo vergognata a chiederne una "in prestito" a chi edita, perché ho pensato che ne avrei svalutato l'essenza. Quindi vi beccate l'ennisima foto di sconosciuti by Pinterest, però se volete al suo posto immaginatevi la foto che più vi aggrada.

Besitos 😘

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Parte 2 di 2

Manuel si svegliò di buon'ora per andare ad aprire il MoMa.
Continuava a non amare i turni di mattina, ma aveva quantomeno imparato ad ottimizzare il tempo grazie ad essi. Inoltre quel pomeriggio aveva appuntamento per pranzo con Simone quindi, quello odierno poteva considerarsi davvero una manna dal cielo.

Non appena giunse al locale, ancor prima di aprire la saracinesca, notò che seduta su una delle panchine poste poco distanti dall'entrata c'era Chicca.

«Oh Chì, ma che sei annata a pescá?»
«Eh?»
«So le sette, che fai qua?»
«Hai detto che me offrivi la colazione»
«E mica c'ha una scadenza? Potevo offrirtela pure alle dieci»
«Si, ma adesso non c'è nessuno, non voglio parlare mentre ci sono i clienti»

Entrarono. La ragazza si accomodò a uno dei tavoli che fiancheggiavano la vetrata mentre Manuel mise in moto le macchine, ripulì la vetrina e preparò un cappuccino e un cornetto ai cinque cereali all'amica.

«Allora?» domandò lei addentando la brioches.
«Chicca, mi dispiace»
«Questo me lo hai già detto»
«No sul serio, io-io...»
«Manuel, va bene okay? Non è successo niente di grave o di irreparabile, cerca di perdonarti per questo»
«Sei stata 'na merda pe' colpa mia»
«Vero, ma non sarai né il primo né l'ultimo a famme sentì 'no schifo e lo sai, quindi molla perché sto privilegio non l'hai avuto solo tu» sorrise amaramente la ragazza.

«Se Matteo te fa soffrì lo corco»
«Matteo è stranamente la persona più affine a me che abbia mai conosciuto» disse Chicca, bevendo un sorso del suo cappuccino ancora fumante «E pensa' che non gli avrei dato 'na lira»
«Mi dovresti ringraziare»
La ragazza alzò gli occhi al cielo.
«Qua non dobbiamo parla' de me però»
«Non so da dove inizia'» borbottò Manuel.

«Che è successo a Milano tra te e Simone?»
«Abbiamo parlato, tanto. In realtà manco m'aspettavo me rivolgesse la parola credevo m'avrebbe cacciato a calci in culo»
«E?»
«E niente... semo du rottami, sentimentalmente parlando, ma abbiamo scoperto che solo lui sa come aggiustare me e solo io so aggiusta' lui, quindi sta vicini è meglio che sta lontani»

«Hai presente quando credevi che me piaceva?» chiese Chicca «dicevi che non ci potevi credere, mo' so io che nun ce posso crede»
«A che?»
«Al fatto che ti piaccia Simone»
«Non mi piace Simone, io lo amo» buttò fuori Manuel senza troppi preamboli.

Chicca spalancò gli occhi e la bocca dallo stupore.
«C'aveva ragione Matteo, t'abbiamo perso completamente»
Il castano si trattò la nuca abbassando lo sguardo.
«Anche tu avevi ragione quando me dicevi che me sarebbe piaciuto se c'avessi parlato de più invece che fargli battutine stupide» affermò lui «La verità è che già me piaceva da impazzì, ma non lo volevo ammettere»

«Vabbè ma quindi? Che sto qua a fa?» domandò Chicca, curiosa di sapere in cosa dovesse aiutare l'amico.
Manuel spiegò la sua idea alla ragazza che ascoltò il tutto con aria sognante, perché il romanticismo era da sempre il suo punto debole.

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