naif.

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Chiedo scusa.
Lascio a voi i commenti.
Besitos 😘

PS: le scuse valgono pre e post lettura.

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Lavorare per Chicca e Aureliano si era rivelato un vero e proprio dono per Simone oltre che una piccola salvezza economica.
In galleria stava imparando tanto, sull'arte in generale, su come all'estire un'esposizione temporanea, sulle tecniche da utilizzare per rendere al meglio le fotografie.
Da Aureliano invece aveva imparato a lavorare in team, a rispettare i compiti impartiti dai suoi superiori, a gestire le attrezzature e mettere in pratica tutto quello che stava imparando al corso che frequentava.
Insomma si era rivelata una delle migliori decisioni che avesse preso quella di sfruttare la sua passione per guadagnare un po' di soldi e perfezionarsi anche in quest'ambito oltre che nei numeri.

«Allora come sono venute le fotografie della serata?» chiese ad Aureliano il giorno successivo all'ennesimo party organizzato dall'agenzia
«Bene Simó, so venute bene. Piace a tutti come lavori ormai dovresti saperlo»
«Però? Lo sento che c'è un però»
«Però dovresti concentrarti un po' di più sui festeggiati o su chi viene alle serate nostre e un po' meno su Manuel»
«Ma che dici? Guarda che mica faccio foto a Manuel!»
«A Simó te prego, ogni volta me ritrovo almeno ducento foto sue nelle memorie delle macchinette. Ammettilo che te piace e famola finita»

Simone era da tanto che voleva dire cosa fosse successo tra lui e Manuel ad Aureliano, ma al contempo non voleva vedere su di lui quello sguardo fiero da 'te l'avevo detto' che lo infastidiva da morire per questo aveva temporeggiato almeno fino a quel momento quando guardando gli scatti indicati dall'amico  borbottò «Ci siamo baciati»
«Cosa?» chiese Aureliano che gli rivolse tutta la sua attenzione.
«Cosa?» ripetè rendendosi effettivamente conto di quello che aveva detto.
«Ripeti un po' quello che hai detto?»
«Niente, che ho detto?»
«Nun fa er furbo Simó, parla tanto t'ho sentito che credi»
Solo allora il moro racconto cos'era accaduto tra lui e Manuel.
«Ci siamo baciati»
«Quando?» domandò Aureliano.
«La sera della mia festa»
«Lo sapevo!» esclamò il PR.
«Ma come lo sapevi?»
«Eh me lo sentivo, eravate tutti e due strani a 'na certa.  Solo che me pareva brutto venire a domandare per la conferma»
Ah.
«Ah»
«Quindi? T'è piaciuto?»
«Boh che ne so, era un bacio Aureliá» cercò di minimizzare il ragazzo.
«Si ma guarda che non tutti sanno bacià. Bacià è 'n arte»
«Seh»
«Manuel è n'artista?» chiese ammiccando
«È un artista...naif»
«Cioè?»
«Cioè hai presente l'arte naif?»
Aureliano fece segno di diniego con la testa.
«Praticamente gli artisti naif dipingevano le loro opere discostandosi dalla realtà culturale in cui vivevano, cioè rappresentavano cose lontanissime dal proprio contesto sociale e personale»
«E te ste cose chi te l'ha insegnate? E poi che c'entra Manuel co' questi naif?»
«Le ho imparate in galleria, mentre Chicca studiava. Beh, Manuel è così. Mi hai detto che baciare è un'arte, giusto?»
Aureliano asserí alla domanda lasciando che l'altro continuasse
«Manuel baciando me si è discostato totalmente dal suo contesto culturale e personale soprattutto»
«E perché?»
«Perchè gli piacciono le ragazze» disse il riccio con una punta di amarezza.
«Vabbè ma che vuol dire, t'ha baciato comunque. Vi siete baciati, vorrà dire qualcosa, o no?»

Simone si sentiva già esposto e colpevole così, per questo non rispose e abbassò lo sguardo continuando a far scorrere le fotografie sullo schermo del pc, rimuginando su cosa avrebbe  potuto dire.

«Che c'hai?» si sentì chiedere.
«Niente, niente» scosse la testa.
«Dai, nun ce pensá mo'. Nun te intristì. Magari l'artista se ripete una de ste sere che ne sai, può cambiare corrente»
«Noi uhm...»

'ecco bravo mo' vuota il sacco così ci togliamo questo peso dal groppone' gli disse la sua coscienza

«Che? Ve siete già ribaciati?» domandò Aureliano
«No. Cioè si.»
«Si o no?»
«Si ma non è questo»
«Avete scopato?»
«No»
«Allora?»
Simone non proferì parola.
«Che è successo? Dai che stamo a fa notte e dovemo lavorà»
«Noi... noi ci siamo fatti una sega sul retro del Moma» buttò fuori tutto d'un fiato.
«Che cazzo stai a dí Simó?» il tono di Aureliano risultò tra lo sconvolto e l'entusiasta.
«Eh che sto a dì...quello che è successo.»
«Come? Voi cioè come?»
«Vuoi un disegno?»
«No cretino! Solo- come è successo?»
«Non lo so. Io- un attimo prima ero a fare le foto all'interno del locale e subito dopo mi sono ritrovato sbattuto al muro con la sua mano nelle mutande»
«Quindi è stato lui?»
«Siamo stati entrambi. Diciamo un- un mutuo soccorso»
«È stato un soccorso soddisfacente?» ghignó Aureliano
«È stato soddisfacente... ed eccitante. Non mi era mai capitato di lasciarmi andare così, in un luogo pubblico con la concreta possibilità di essere visti da praticamente chiunque fosse passato da lì»
«Allora il nostro artista non è poi tanto naif eh? S'è già evoluto?»
«Non lo so. Non credo.»
«Beh il dubbio me lo porrei a sto punto»
«Aureliá, lo sai come sono stato con Luca. Non mi voglio illudere, non voglio stare male di nuovo perché poi stavolta sarebbe pure peggio visto che a Manuel manco piacciono i ragazzi»
«Vabbè ma parlatene no?»
«Non c'è niente di cui parlare» concluse Simone.
Non era necessario di parlare di qualcosa che non sarebbe accaduto di nuovo.
Aveva già ceduto due volte.
Era arrivato il momento di salvaguardarsi.

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