sbagliato.

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Backstory. Introspezione. Descrizione.
Faccio cose che non so fare.
Scrivo cose che non so scrivere.
Vi ringrazio. Sempre.
Mi scuso.  Sempre.
Vi leggo. Sempre.

Besitos 😘

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Simone fece fatica ad addormentarsi quella notte.
Come aveva fatto a non capire che il ragazzo di Instagram con cui aveva parlato per settimane e Manuel fossero la stessa persona?
Beh certo, via chat era gentile, cordiale, simpatico e soprattutto era interessato a lui, a quello che aveva da dire, lo ascoltava davvero, cosa che invece ogni volta che si vedevano dal vero non succedeva.
Anzi nonostante l' incontro ravvicinato delle ore passate sembrava sempre sul piede di guerra o comunque pronto a fare qualche battuta fuori luogo e ovviamente non gli prestava mai le dovute attenzioni quando parlava, non che si dicessero cose di chissà quale rilevanza comunque.

'L'incontro ravvicinato delle ore passate.'

Già.
Cosa cazzo era successo?
Con questo pensiero in testa decise di raggiungere la cucina per farsi una camomilla, prima però prese il telefono.

Controllò l'ora: le 7.00.

Neanche ricordava se avesse perlomeno provato a chiudere gli occhi per dormire.
Inoltre si accorse che Manuel aveva continuato a scrivergli.

Aprì la conversazione.

Chiuse la conversazione

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Chiuse la conversazione.

Cosa avrebbe dovuto dirgli?
Il solo pensiero di essere ricaduto di nuovo nelle grinfie di una persona che lo aveva solo preso in giro per tutto il tempo, gli faceva venire il voltastomaco, letteralmente.
Tant'è che riuscì a malapena a raggiungere il bagno prima di rovesciare anche l'anima nel lavandino che fino a qualche secondo prima era intonso.

Aureliano si sveglió di lì a poco e sentendo degli strani rumori raggiunse la stanza trovando Simone in condizioni pietose.
«Oh Simó, stai bene?»
«Che?» domandò il moro facendo fatica a che a capire quello che l'amico gli stesse dicendo
«Tutto bene? C'hai una faccia.»
«Lascia stare. Ho dormito malissimo. Anzi neanche lo so se ho dormito»
«Che è successo?»
«Niente»
«Simó te prego, smettila co' ste cazzate, fatte aiutá. Parlami per una volta!»
Sentendo il tono preoccupato del PR, Simone non poté fare a meno di crollare.
«Ao» sussurrò Aureliano vedendo il riccio in lacrime e tirandolo a sé in un abbraccio.
«Che cos'ho che non va?»
«Niente, Simó. Non hai niente che non va»
«Allora perché anche lui mi ha trattato come se non avessi sentimenti? Come se fossi un passatempo? Come se non contassi nulla? Perché devo essere solo oggetto di scherno? Perchè sono sbagliato?» Simone buttò fuori questo fiume di parole tra le lacrime
«Ma chi?»
«Forse è vero che non sono degno di ricevere amore, che nessuno vuole stare con me perché non ne valgo la pena, Luca aveva ragione» pigola Simone tra i singhiozzi
«Oh mo' basta!» asserì Aureliano «mo' me stai a sentí, io non ci voglio ritornare come tre anni fa, come quando t'ho conosciuto hai capito?»
Simone annuí ma poi aggiunse, lasciando la stanza «Sono sbagliato Aureliá»

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