senza paura.

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Molti dubbi in merito.

Fatemi sapere SENZA PAURA cosa ne pensate nei commenti, sull'app dell'uccellino blu o su quella del gatto curioso. O dove volete. Se volete.

Grazie sempre. Per la comprensione, l'attesa, l'esserci.
Non è scontato. 🤍

Besitos 😘

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Erano le undici di venerdì e Manuel non aveva alcuna intenzione di mettere piede fuori dal letto.
Sua madre era uscita presto quella mattina dato che al museo dove lavorava era tempo di gite scolastiche.
Lui aveva il turno di sera al locale, quindi aveva deciso di restare lì e crogiolarsi in quello stato di dormiveglia che lo faceva apparire, ad occhio esterno, come un qualcosa simile a una larva.
Avrebbe potuto restare così, nel suo micro mondo, avvolto da un leggero lenzuolo ancora a lungo se solo il campanello non avesse cominciato a suonare, infastidendolo.
«No, ma con calma eh» disse Matteo quando vide la porta aperta e il suo amico ancora assonnato «Stavo a fa le radici fori da sta porta»
«Buongiorno»
«Seh buongiorno ar cazzo Manuel»
«Oh ma che è? Me sei venuto a butta’ giù dal letto e te 'ncazzi pure?» domandò spazientito il barista.
«Famme 'n caffé va»
«Pure!?»
«Perché non ce la fai? Che stai stanco da ieri?» chiese Matteo.
«Ah quindi è questo» rispose Manuel «Me stai a rinfaccia’ che non sono venuto con te al concerto?»
«No, Manuel»
«No? A me pare de sì»
«No. Ti sto rinfacciando che m'hai pisciato senza una spiegazione e poi scopro da Instagram che stavi a fa er coglione co' quello»
«Ecco perché non te l'ho detto, non avresti capito e poi comunque il problema mi pare d'avertelo risolto con Chicca, o no?»
«Ah io non avrei capito!? Fino a ieri me dicevi quasi le peggio cose e poi boom de colpo migliori amici siete? Effettivamente so' confuso, dimme» ribattè Matteo con un tono che parve più esasperato che arrabbiato «E lasciamo sta Chicca»
«Allora uno, io e Simone non siamo migliori amici e lo sai, l'unico amico che ho sei tu. E sarà sempre così Mattè, fidati.»
«Mh vorrei vedè» lo interruppe.
«E due, che vuol dire lasciamo stare con Chicca? Non vi siete divertiti?»
«Intendi durante il concerto o dopo?»
Manuel ci mise qualche secondo ad elaborare quello che l'amico gli stava dicendo.
«Cioé tu e Chicca ...»
«Eh io e Chicca... nun fa sta faccia sorpresa»
«No no, so pure contento per voi, ma pensavo che la credessi pazza» lo prende bonariamente in giro Manuel.
«Lo penso ancora, però m'è partita la brocca... nun sai che è capace de fa...»
«Zitto che manco lo voglio sapé, facciamo che ti credo sulla parola e sti dettagli te li tieni per te»
«Che te scandalizzi? M'ha detto pure che siete stati insieme»
«È vero» conferma Manuel estraendo una sigaretta dal pacchetto e portandola alla bocca «Ma eravamo du pischelli, nun è successo niente. Se vede che non eravamo destinati Matté» disse il riccio «E poi io c'avevo te che me vendevi Ilaria un giorno se e l'altro pure come facevo, daje» rise, anche se dentro nascondeva la vera motivazione per cui forse le cose con Chicca non erano andate a buon fine.

Manuel stava cominciando a chiedersi se quello potesse essere il momento giusto per aprirsi con Matteo.
La risposta che lampeggiava nella sua testa era ancora un NO scritto in caratteri cubitali al neon.

«Quindi? Ti piace?» tentò di riportare l'attenzione sul discorso.
«Che ne so, Manu. Abbiamo solo scopato mica ce semo detti i segreti de Fatima che m'hanno fatto la rivelazione. È stato bello, quello sì»

Quelle parole Manuel non potè fare a meno di ricondurle a Simone e a ciò che avevano vissuto. Anche lui pensava fosse stato bello. E più ci pensava, più non se ne capacitava.
Il moro aveva re innescato un ordigno nella sua testa che credeva essere detonato da anni.
Ormai il danno era fatto e Manuel sentiva che il countdown per l'esplosione era agli sgoccioli.

«Se andassimo a pranzo fuori, poi ce verresti con me in un posto?» domandò rivolgendosi a Matteo.
«Paghi te?»
«In verità dovresti pagá te pe' ringrazziamme  d'avette mannato Chicca»
«Ancora devo capì come stanno le cose con lei e te subito pronto ad approfittá»
«Matté siete fatti l'uno per l'altra»
«Seh»
«Sul serio! Te l'ho detto parlate pure con le stesse parole, me fate impressione me fate»
«E che dovrei fa mo'?»
«Dovresti darti una chance. E pure a Chicca, se te piace.»
«Diciamo che me potrebbe non esse indifferente» disse vago Matteo.
«Allora chiamala, conoscetevi... mal che vada restate scopamici che me pare già ve sta a riuscì»
«Manco semo amici fratè, solo scop-»
«Te più cresci più diventi stupido oh»
«Ha parlato il simpaticone»
«Vabbè quindi andiamo a pranzo fuori o che dovemo fa?»
«Andiamo» rispose Matteo «ma paghi sempre te»
«Facciamo così. Scrivi a Chicca. Invitala domani sera. Se accetta paghi tu, altrimenti pago io»
«Andata! Mò vatte a da’ na sistemata che almeno ti possa rendere un essere umano presentabile al mondo esterno che t'ho trovato in uno stato semi vegetativo stamattina e poi puzzi!»
Manuel gli alzò il medio della mano sinistra, mandandolo a quel paese, mentre spariva dietro la porta della sua camera.

We keep this love in a photograph.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora