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what are you willing to do? oh, tell me what you're willing to do? kiss it, kiss it better, baby (Rihanna - Kiss it better)
❓❗
« Ora state zitti, cavolo. Voglio dormire un po', visto che stasera devo spacciare ». Seung-min, dai capelli arruffati che facevano tanto hacker, si coricò nuovamente; non fece a meno di, addirittura, sdraiarsi completamente dando per sbaglio qualche calcio con le sue bellissime TN a dei compagni di scuola e subito dopo poggiò la testa sulle cosce di Hyun-jin.
Pertanto, lo spacciatore part-time se ne stette accovacciato durante una delle partite più importanti del semestre.
Ji-sung ridacchiò: « Comunque, quel bel biondino è il mio amichetto. E, mi raccomando ascoltate, è proprietà privata ».
« Con chi è fidanzato Bang-chan? Aspe', sei stato a letto con lui ». Chang-bin tentò a indovinare.
« Ma no, bro! È interessato a Min-hoe ».
« Di' qualcosa, bro! » il diciassettenne si rivolse al ragazzo fucsia, scuotendolo.
« Boh, credo che ci uscirò in questi giorni ». Parlò Min-ho, scrutando gli studenti che facevano calca.
« L'avete sentito ». Mentre Ji-sung parlava con la gang, occhieggiava solo Lee Min-ho.
Quest'ultimo, a dire il vero, sembrava distratto. Andava vagando qua e là con la mente. Un po' era consuetudine per Min-ho divagare con l'immaginazione.
« Vado a prendere dei drink. Qualcuno vuole qualcosa? » domandò in seguito Chang-bin, ovviamente sapendo già cosa avrebbe preso per il dormiente Seung-min.
« Vengo anch'io ». Sorrise Yong-bok, alzandosi.
Hyun-jin stranamente si ritrovò a scrutarli mentre andavano via.
« Fatemi spazio. Io devo stare accanto al mio bro ». Disse Ji-sung, spostando tutti e mettendosi a fianco al ragazzo fucsia.
« Bro ». Richiamò l'attenzione di Min-ho.
« Che vuoi, Ji-slut? »
« Ma che cazz... che nomi di merda ti inventi ».
« Va' a chiedere il numero di Bang-chan se vinciamo ». Gli consigliò il moro.
Se vinciamo, molto probabilmente avrebbero vinto.
La squadra di basket del liceo era una potenza, con fenomeni pronti addirittura per la NBA, e la squadra di football andava sempre migliorandosi. Il preside, che aveva il consueto aspetto un po' sciatto degli uomini di mezz'età che si lasciavano andare, dal volto scavato, occhi sporgenti e ciocche grigie, non poteva altro che sentirsi orgoglioso.