Capitolo 5

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Okay. Non riesco a concentrarmi sul film.

Il mio occhio continua a cadere sul suo volto dai lineamenti marcati e perfetti..

Sei davvero cotta, Vanessa. Ancora un po' e ti metterai a collezionare i suoi capelli in un diario dedicato a lui.

Scaccio subito quel pensiero e, distrattamente, allungo la mano per prendere un po' di popcorn. Qualcosa sfiora la mia mano, e non ci vuole molto per capire che si tratta di quella di Teo, che ne stava per prendere qualcuno a sua volta.

Una piccola scossa mi attraversa il braccio non appena le nostra dita si toccano. Wow, facciamo anche scintille, penso ironica mentre ritraggo di scatto la mano e lo guardo.

- Bella scossa - sussurra sorridendo divertito.

Quindi, l'ha sentita anche lui. Avrà avuto il mio stesso pensiero?

- Ti ha fatto male? - domanda poi aggrottando le sopracciglia scure.

Non so perché ma mi sto massaggiando la mano inutilmente. Smetto immediatamente. .- No è tutto okay - mormoro imbarazzata. Mi sorride di nuovo e i miei occhi puntano verso le sue labbra. Accidenti, vorrei baciarlo.

- Ti piace il film? - gli chiedo. Io lo sto odiando e non voglio terminare qui la nostra conversazione.

- La verità?

Certo che voglio la verità. Annuisco.

- Le scene sono ripetitive e già viste e riviste. E non fa ridere per niente - ammette esperimento esattamente ciò che sto pensando pure io. - Io preferisco altri generi.

- Tipo? - continuo io.

- Film d'azione, horror.. a te?

- Anche a me piacciono molto quelli d'azione, gli horror un po' meno.

In realtà odio gli horror almeno il doppio di quanto sto odiando questo film. Non sono una di quelle tipe schizzinose che si spaventano per un nonnulla ma gli horror non fanno per me.

Una signora davanti si gira e ci intima di fare silenzio, con tono non molto gentile per giunta.

Noi ci guardiamo e cominciamo a sghignazzare. Matteo si schiarisce la voce e punta di nuovo lo sguardo sullo schermo mentre io do una sbirciata dall'altro lato, verso Martina.

Lei si è appoggiata sulla spalla di Ale mentre lui le sussurra qualcosa all'orecchio che la fa sorridere maliziosa.

Sono sorpresa. In meno di un'ora e mezza hanno raggiunto tutta questa intimità. Alla faccia della timidezza.

- Ho paura di sapere come andrà a finire tra quei due - mi sussura Matteo nell'orecchio esprimendo, di nuovo, ad alta voce i miei pensieri. Rido, pienamente d'accordo.

- Visto che entrambi ci stiamo annoiando, che ne dici di uscire e lasciarli soli?

Annuisco. Si mi sembra un'ottima idea, che implica anche stare da soli noi due per cono nostro.

Ovviamente, la signora di prima non manca di rimproverarci di nuovo, ancora più irritata.

Stia. Calma.

Ci alziamo facendo attenzione a non disturbare nessuno, men che meno i due piccioncini e ci dirigiamo fuori. Una volta usciti scoppiamo ridere. La sua risata è bella, molto roca e calda.

- Che cosa prendi da bere? - mi chiede.

- Una Coca, grazie.

Aspetta che il ragazzo con il capellino che porta il logo del cinema ci serva e poi prende i bicchieri porgendomi il mio.

Sorseggio un po' della mia bibita. - E adesso? - gli domando.

Alza le spalle. - Restiamo qui fuori. Parliamo. A proposito stai molto bene con questo vestito.

Arrossisco portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, contenta che l'abbia notato e soprattuto che si sia complimento, perché a dispetto di tutto quello che possiamo dire: a tutti piace ricevere complimenti. Lo ringrazio e mi si siedo accanto a lui, sulla moquette rossa che ricopre il pavimento che porta alle varie sale.

- Allora, parlami di te - mi dice guardandomi.

- Cosa vuoi sapere?

- Tutto? - replica alzando un sopracciglio, scherzoso. - Non lo so, quello che vuoi tu.

- Uhm.. Ho diciassette anni, frequento il liceo e più avanti spero di poter studiare all'estero e trovare lavoro come organizzatrice di eventi. Credo di essere una ragazza abbastanza tranquilla, dolce, simpatica..

- Posso aggiungere anche molto bella - conclude lui con un sorriso. Ridacchio arrossendo nuovamente. - Fai qualche sport?

- Si. Danzo - gli rispondo. - E tu?

- Calcio - dice solenne e orgoglioso. Immagino che per lui quello sport debba essere una vera e proprio passione, uno stile di vita. - Mi piacerebbe giocare a livello professionale.

- Sono sicura che ce la farai.

- Ma non mi hai mai visto giocare? Chi ti dice che non sia uno scarso e che il mio sogno sia irrealizzabile.

- Mi fido del mio istinto.

In risposta lui sorride e giuro che se mi rivolge un altro di quei sorriso affascinante, potrei non riprendere delle mie azioni.

- La cosa peggiore che tu abbia mai fatto?

Ci penso su un attimo. - Prometti di non ridere?

- Prometto.

- Per il mio settimo compleanno i miei genitori mi hanno regalato un acquario pieno di pesci - comincio. - Ero piccola ed ero convinta che, come noi, avessero bisogno di essere lavati; così per una  settimana, ogni giorno li toglievo fuori dall'acquario e li lavavo con il sapone, li sciacquavo e poi li rimettevo dentro. Nel giro di due settimane sono tutti morti. Ancora oggi mi sento una persona orribile.

Teo stringe le labbra mentre cerca seriamente di trattenersi dal ridere. - Davvero, questa é la cosa peggiore che tu abbia mai fatto?

- Ho ucciso delle povere creature, sono un'assassina di pesci.

E alla fine non riesce a trattenersi e contagia anche me.

- E tu, qual'é la cosa peggiore che tu abbia mai fatto?

- Due anni fa, io e miei compagni di squadra abbiamo pensato di fare uno scherzo al mister, spargendogli della colla a presa rapida dentro al cappello. É rimasto due giorni con il cappello in testa prima di poterselo togliere. Inutile dire che hanno dovuto tagliargli via tutti i capelli.

- É stato davvero crudele - esclamo esterrefatta.

- Lo so, ero un piantagrane - concorda lui con ilarità. - Non ho potuto giocare partite per un intero trimestre. Il mister ce l'ha a morte con me ancora oggi, credo che se non fossi bravo mi avrebbe già cacciato da tempo.

Andiamo avanti a ridere e raccontarci aneddoti per non so quanto tempo. A un certo punto noto che Teo ha preso a fissarmi con curiosità e mi allarmo.

Ho i capelli in disordine? Non dirmi che ho qualche pezzo di popcorn tra i denti?

- Hai degli occhi stupendi, dello stesso colore del cielo - commenta facendo sciogliere. Oh, questo ragazzo.

- Grazie.

E cala il silenzio mentre ci guardiamo negli occhi senza dire una parola né muoverci.

E poi, mentre penso che mi bacerà, lui si alza e mi porge semplicemente la mano.

- Rientriamo.

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