Capitolo 9

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Arriva finalmente alla sera della festa.

Nei due giorni precedenti io e Teo abbiamo continuato a sentirci, a conoscerci meglio anche se mi sono dedicata principalmente a mia sorella e alla mia missione di tirarle su il morale. L'ho portata a fare shopping, quello che lei definisce come il suo 'sport' preferito e ne ho approfittato per comprare qualcosa da mettere in occasione della festa.

- Wow - esclama Martina mi mostro pronta. E, per una volta, sono d'accordo con lei mentre girata di spalle, guardo la scollatura del body nero che mi scopre la schiena e il modo in cui mi cade sui fianchi la gonna verde-acqua.

- Sei uno schianto, ragazza! - aggiunge usando il non tipico delle presentatrici di quelle emissioni sulla moda. Non che lei non sia altrettanto bella con il suo attinta vestito nero che mette in mostra il suo fisico perfetto.

Lascio che mi trucchi, nonostante io non ami molto truccarmi (e, aggiungerei non ne sia proprio capace).

- Ti prego cerca di non farmi sembrare una barbie - la imploro.

- Okay, ho capito - mi risponde esasperata. - Me l'hai ripetuto almeno dieci volte.

* * *

Arriviamo a casa di Teo ben oltre dopo le sette, perché Martina é convinta che le migliori arrivano in ritardo o qualcosa del genere. Comunque, sono impaziente di vedere Teo.

Suoniamo il campanello e subito Althea ci viene ad aprire sorridente, invitandoci ad entrare. Già da fuori, eravamo rimaste affascinate dalla grandezza di quella villa e una volta entrata io rimango completamente spiazzata. Da fuori non rende bene l'idea dell'enormità di questa casa.

Beh, accidenti.

Martina vede Alessandro e mi guarda come per darmi il permesso di andare. Le sorrido e lei si dilegua in tutta fretta tra gli altri. E quando dico altri, intendo tra l'impressionante numero di persone che riempie lo spazio al piano terra.

- Vieni, ti faccio fare un giro della casa - mi dice Althea. Mi prende per mano e comincia a portarmi in giro. Mi spiega che si tratta di un edificio a tre piani, arredato con mobili che hanno tutta l'aria di essere molto costosi, e probabilmente lo sono. Per non parlare delle numerose stanze, mi chiedo a cosa servano.

- Qui ci sono tutte le camere da letto - mi spiega, portandomi al secondo piano, dove qualcuno é già presente approfittando della tranquillità. Se provassi a dare una festa del genere in casa mia, mia madre mi ucciderebbe all'istante.

Indica una porta chiusa. - E questa é quella di Teo - mi informa facendo un sorriso malizioso. - Ti confesso che nessuna ragazza é mai entrata qui.

Oh. Questo mi incuriosisce.

Perché nessuna ragazza ci é mai stata? Non che siano affari miei ma, insomma..perché?

- Grazie, Althea - dice una voce dietro di noi. La riconosco subito, quella voce calda e virile.

Ci giriamo entrambe.

- Hey - saluto Teo con un sorriso imbarazzato. Lui ricambia e lancia una strana occhiata verso Althea.

- Io.. - mormora spostando lo sguardo da uno all'altra. Punta il dito verso le scale. - Io ritorno dagli altri.

E a quel punto restiamo soli.

- È grande casa tua - commento guardando il lungo corridoio.

- Già, ai miei piace avere tanto spazio - sdrammatizza.

- Sul serio, nessuna ragazza é mai stata nella tua stanza?

Avevo detto che non era affare mio? Ops!

Si passa una mano tra i folti capelli castani. - No. Beh, a parte mia madre e la domestica.

Annuisco. Vorrei chiedergli il perché ma a quel punto sarebbe davvero troppo. Non voglio fare la figura della ragazza appiccicosa, tanto più visto che non sono la sua ragazza.

- Ehi, biondina!

Ci giriamo entrambi. Una folta chioma di capelli ricci annuncia l'arrivo di Sara, che finisce di salire le scale e ci viene incontro tutta sorridente, almeno prima di rendersi conto che sono con Teo.

- Ho interrotto qualcosa? - chiede sospettosa spostando lo sguardo da uno all'altra, proprio come Althea poco prima. Mi chiedo cos'abbiano tutti da guardaci con quell'aria complice.

- No, stavamo solo parlando.

- Okay.. - dice lei scettica allungando la a. - Martina mi ha detto che eri qui sopra e sono venuta a cercarti. Non sapevo fossi con lui - si giustifica.

- Non fa niente - la rassicuro anche se invece fa. Eccome se fa.

- Bene. Allora, scendo - dice indietreggiando. - Voi venite?

- Arriviamo - le risponde Teo e così, tutti e tre scendiamo di sotto.

Fantastico, penso mentre noto che c'é ancora più gente di prima. Come se non fossimo già in tanti.

Teo si scusa e va a salutare alcuni ragazzi che lo stanno chiamando insistentemente mentre io resto con Sara. E passo la maggior parte della serata con lei, ballando e conversando.

Ad un certo punto mi si avvicina mentre continua a muoversi a tempo di musica. - Allora, tu e..- fa alzando un sopracciglio divertita. I suoi occhi scuri scintillano maliziosi.

Perché tutti hanno cominciato improvvisamente ad interessarsi alla mia vita sentimentale?

- Siamo solo usciti insieme qualche volta. - mormoro arrossendo e facendola ridere.

- Vi siete già baciati?

- Uhm..si. Una volta.

Se quello possiamo definirlo un vero bacio, allora si.

Sara assume un'espressione da "Ora ho capito tutto" e riprende a ballare.

Un ragazzo le si avvicina e le chiede di ballare. Lei accetta, dopo essersi accertata che io sia d'accordo e mi lascia per lui. Tanto meglio, sono comunque stanca e assetata.

Mi districo tra gli altri scrutando in giro alla ricerca di qualcosa di liquido e bevibile. Sento due mani afferrarmi per i fianchi da dietro e tirarmi a sé ed immediatamente il mio corpo aderisce ad un altro molto più alto e muscoloso. Riconosco immediatamente il profumo di Teo che mi avvolge come una nuvola.

- Tutto okay? - mi sussurra nell'orecchio per sovrastare la musica pop che esce dalle casse.

Annuisco. - Ho solo un po' sete.

- Andiamo in cucina. Sempre dritto.

Si muove dietro di me senza lasciare la presa suoi miei fianchi, mostrandomi nella direzione giusta.

Arriviamo in cucina. Grande (come tutto il resto), design impeccabile (come tutto il resto) e perfettamente attrezzata.

- Cosa vuoi bere? - mi chiede Teo staccandosi da me per andare ad aprire il frigorifero. Sento subito la mancanza del calore del suo corpo e un po' mi dispiace.

- Acqua?

Lo guardo muoversi per la cucina mentre prende un bicchiere da un'anta, lo poggia sul tavolo davanti a me e ci versa l'acqua. - Tieni - dice poi passandomi il bicchiere.

Bevo. E sento il suo sguardo fisso su di me mentre lo faccio, che mi mette un po' a disagio. É così che si é sentito lui mentre lo guardavo un attimo fa? Anche se non credo, considerato quando sembri sicuro di sé e a suo agio in ogni situazione.

- Grazie.

Finisco e gli do il mio bicchiere vuoto che lui mette nel lavandino. Solo allora mi si avvicina così tanto che riesco a distinguere le pagliuzze verdi che circondano la sua iride.

- Sei stupenda - mi dice. - Come sempre.

Mi bacia. Ma questa volta si tratta di un bacio vero, alla francese. Con tanto di lingua e tutto il resto. Ricambio il bacio senza esitazione, contenta che finalmente abbia fatto la sua mossa.

E poi qualcuno spalanca la porta, sorprendendoci.

Addio al momento romantico.

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