Capitolo 24

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- Per favore, Marti - esordisco vedendola così agitata. - Calmati e spiegami che diavolo sta succedendo. 

La mia amica sposta il peso del corpo da un piede all'altro impaziente. - Sara - mormora. - Dobbiamo andare da lei, adesso. 

Aggrotto la fronte. - Perché? Sta male? 

- No ma.. davvero, Vanessa, non posso spiegartelo così. Semplicemente, dobbiamo andare subito da lei. 

Mi afferra nuovamente per il braccio, ignorando le mie proteste. - Almeno mi puoi dire dov'é? - le chiedo cercando di strattonare il braccio in modo da farla rallentare. Al contrario lei va ancora più veloce e sbotta: - Da Josh. 

Di nuovo mi ritrovo con la fronte aggrottata. Che cosa ci fa Sara da Josh? Non mi risulta che quei due si stessero frequentando, perché se così fosse Sara me lo avrebbe detto. 

- Capirai tutto quando saremo lì - dice anticipando la mia prossima domanda. In meno di due minuti lasciamo il centro sportivo e ci ritroviamo nell'ampio parcheggio. Ale e Teo sono piazzati di fronte alla sua macchina intenti a discutere, le espressioni agitate e preoccupate quanto quella di Martina. Quando ci vedono, salgono in macchina senza dire una parola e aspettano che anche noi saliamo con loro. 

Martina richiude la portiera dietro di sé e in  un attimo ci ritroviamo i strada, verso casa di Josh. Nessuno dice una parola e dentro l'abitacolo si respira una tensione tale che é possibile tagliarla con un coltello. Il mio sguardo corre sui miei tre amici frustrata, immagino di essere l'unica a non sapere che cosa stia succedendo nel dettaglio; sono sicura che persino Teo sia stato informato da Ale e questo spiega la sua aria corrucciata mentre tiene la mani strette sul volante e gli occhi fissi sulla strada. Incredibile come la situazione sia cambiata in così, solo poco tempo fa ero tra le sua braccia e scherzavamo; adesso mi sembra di andare ad un funerale.  

- Qualcuno vuole spiegarmi? - sputo irritata di fronte alle loro espressioni sempre più tese. Ma, ovviamente, é come se rivolgessi quella mia domanda ai finestrini, tradotto, nessuno mi risponde. 

Magnifico, penso perché tutto questo non fa altro che aumentare la mia inquietudine. 

E quando finalmente arriviamo di fronte a casa di Josh, immagini orrende su cosa possa essere accaduto a Sara mi stanno riempiendo la mente. 

Teo bussa due volte prima che Josh gli apra con espressione corrucciata (che novità!) e si fa da parte per farci entrare. 

Sono la prima a varcare la soglia del suo piccolo appartamento, praticamente fondandomici dentro alla ricerca della mia amica riccia. Seduta sul divano nero, con la testa fra le mani e gli occhi persi nel vuoto, Sara mormora parola senza senso. 

La mia prima reazione, é di infinito sollievo nel constatare che stia bene fisicamente ma mi rendo conto che ci deve essere qualcos'altro sotto che deve averla sconvolta a tal punto. 

- Non posso.. - dice sottovoce incredula. 

-  Ora posso sapere che cosa cazzo sta succedendo? - sbraito guardando verso gli altri, riuniti in fila dietro di me. 

- É in ritardo di due settimane. 

E per la terza volta nel giro di mezz'ora la mia fronte si aggrotta. - Cosa? 

- Non posso essere incinta.

Cazzo. É di questo che si tratta allora. Cazzo.

- Sei incinta?

- Non ne siamo sicuri ma c'è la possibilità che lo sia. - É di nuovo Martina a rispondermi. 

La mia bocca si apre più volte, completamente spiazzata. - Avete...avete fatto il test? 

Josh scuote la teta facendosi avanti. - No, vi ho chiamato subito dopo che mi ha detto del ritardo. 

- Voi due avete.. - farfuglio. Dio, ora sono veramente scioccata. - Da quando..? 

- La festa a casa di Teo - borbotta. 

Merda. Mi ricordo che alla festa aveva invitato Sara a ballare ma credevo che fosse rimasto un episodio isolato. Invece, le cose tra loro avevano continuato fino a quel punto, all'insaputa di tutti ( o, forse, solo alla mia visto che per un certo periodo avevo cercato di tagliare i ponti con i ragazzi). 

E, adesso scopro che Sara e Josh hanno fatto sesso. 

Lei potrebbe essere incinta. 

Merda. 

Non dico che sia una brutta notizia ma, accidenti, non é nemmeno una cosa che se arriva così inaspettatamente, se non l'hai voluto o programmato, accogli facendo i salti di gioia. 

Lancio un'occhiata a Sara, che tiene ancora la testa fra le mani, mormorando frasi disconnesse e noto al suo fianco la piccola scatolina bianca. Immagino che sia il kit per fare un test di gravidanza. 

- Non posso essere incinta - ripete quando mi siedo accanto a lei passandole una mano sula schiena per cercare di tranquillizzarla. Non riesco nemmeno ad immaginare come deve sentirsi in questo momento. 

- Ehi - cerco di parlarle. - Credo che dovremmo fare il test prima di saltare a delle conclusione affrettate. Potrebbe esserci qualche altro motivo. 

- Ho diciassette anni - dice disperata, ignorando le mie parole di conforto. - Come posso prendermi cura di un bambino? 

É la stessa domanda che mi sono posta anch'io. Un figlio, per quanto possa essere una fonte di gioia e completezza, é anche impegnativo. Per una diciassettenne poi, che vive ancora con i suoi genitori, senza stabilità economica e certezze sul futuro é ancora più dura. 

Ma comunque vada, se dovesse davvero essere incinta, potrà contare sul mio appoggio per qualsiasi cosa. É una delle mie migliori amiche e non mi sognerei mai di voltarle le spalle adesso che ha più bisogno di me. 

- Siamo qui, okay? Non ti lasceremo - cerco ancora una volta di rassicurarla, e questa volta sembra funzionare visto che mi guarda, accenna un piccolo sorriso. - Grazie. 

- Vanessa, ha ragione - si aggiunge Martina avvicinandosi e prendendole il viso tra le mani. Le asciuga dolcemente le piccole lacrime. - Perché non facciamo il test e vediamo, eh? 

Sara prende un profondo respiro annuendo. Il suo sguardo vola sulla piccola scatolina al suo fianco e con un po' di esitazione le prende tra le dita. Lancia un'occhiata a Josh, in piedi a qualche metro di distanza. E, incredibilmente, lui le rivolge un sorriso dolce accompagnato da un cenno di incoraggiamento. 

Bene, questo é un buon segno. 

Qualche minuto dopo la mia amica sparisce dietro la porta del piccolo bagno, con Martina sulla soglia. 

Io mi alzo da divano. - Come? - chiedo a Josh. 

- Siamo usciti e abbiamo esagerato con l'alcol..

- E non avete usato le precauzioni - finisco io per lui. 

Si passa una mano fra i capelli. - Non posso credere di essermene dimenticato, cazzo. 

Già, neppure io. Ma non mi sono ai presa una vera sbronza in vita mia per cui non posso sapere se sia una cosa normale che la sua mente (anzi, la loro mente, perché anche lei avrebbe potuto farci caso) fosse talmente annebbiata da non elaborare quel pensiero o meno. 

- Lei potrebbe essere incinta - affermo, sondando la sua reazione. 

Gli occhi verdi di Josh si alzano verso di me, seri. - Lo so. 

Il mio tono si fa duro, grave. - Bene. Mi auguro che tu non voglia lasciarla sola.

Perché in quel caso gli spaccherei tutti i denti. E questo sarebbe solo l'inizio.  

- Ho intenzione di prendermi le mia responsabilità - risponde assolutamente convinto. - Ho un lavoro e una casa e posso prendermi cura di lei e del bambino, se sarà necessario.  

Annuisco, rilassando le spalle. Almeno, non é un codardo. 

Sospiro. Questa settimana si sta rivelando la più dura della mia vita: tra mio padre, Serena, questo..

E ora non ci resta altro che aspettare e affrontare ciò che verrà.  

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