Martina va via verso l'ora di pranzo e rimango sola in casa. Mia sorella é ancora dalla sua amica mentre mia madre é già andata al lavoro.
Mi faccio una doccia e lascio che l'acqua calda mi rilassi i muscoli. I miei pensiero vagano per poi fermarsi su Teo e il mio appuntamento di domani.
E così domani uscirai con lui?
Già, e dispetto di tutto quello che pensavo, il merito é tutto di Martina. L'operazione cupido non é poi una stupidata, in fondo. C'é davvero la speranza che tra noi due nasca qualcosa.
Sorrido come una stupida mentre mi insapono i capelli. Non so perché il solo pensare a lui mi faccia questo effetto, considerato che l'ho appena conosciuto che non so così poco da lui. Nelle relazioni sono sempre stata una ragazza molto seria, non mi interessano le avventure e detesto quelle persone, maschi o femmine che siano, che usano gli altri senza tenere conto dei loro sentimenti.
Non vorrei che Teo fosse quel genere di ragazzo.
Scaccio subito quell'idea. Insomma, se fosse davvero una persona così Martina non mi avrebbe mai spinta a frequentarlo. Lei sa come la penso e di sicuro ha rispettato questo punto. Nonostante sia molto insistente e testarda, non farebbe mai niente che potrebbe farmi male. Men che meno far entrare nella mia vita una persona che potrebbe farmi soffrire.
Quindi devo stare tranquilla e vedere di godermi l'uscita di domani.
E se invece sono io a rovinare tutto con una delle mie solite figure? Cioè, mi conosco e conosco il mio nervosismo. Finirò per lasciarmi prendere dal panico e dire qualcosa che non dovrei dire o fare qualcosa che non dovrei fare. Accidenti.
Martina alzerebbe gli occhi al cielo se dovesse sentire i miei pensieri in questo momento.
Devo davvero smetterla di essere così negativa.
Devo uscire con un ragazzo. É solo un normale ragazzo di diciotto anni a cui piaccio.
Non Johnny Depp, Hugh Jackman né tanto meno il Presidente Obama.
Faccio un respiro profondo mentre mi do un'ultima occhiata allo specchio e cerco di calmare il mio cuore che batte impazzito. Il mio corto vestito bianco dalla gonna ampia mette in risalto le mie lunghe gambe e si modella perfettamente al mio corpo minuto. Raccolgo i capelli in una coda alta e mentre vado verso la porta, prendo al volo la mia tracolla con frange color camoscio.
Teo mi aspetta appoggiato alla sua auto. Bello come tutte le altre volte in cui l'ho visto, con una maglietta bianca che gli fascia i muscoli e un paio di pantaloncini. Non appena mi vede andare verso di lui, le sue labbra si aprono in un ampio sorriso felice di vedermi. Si tira su gli occhiali a goccia, mostrandomi i suoi occhi color sabbia scintillanti.
Non. Sbavare. Controllati.
- Ciao - mormoro.
- Ciao.
- Allora, dove vuoi andare?
- Uhm..
É una domanda semplice, Vanessa. Sei tu che l'hai invitato fuori, dovresti aver in mente pur qualche posto in cui andare.
- Non lo so?
- Mi hai chiesto tu di uscire - mi fa notare. Esattamente.
- Lo so.
- Ma non sai dove andare.
Annuisco imbarazzata facendolo ridere leggermente.
Sotterratemi adesso, penso mentre stringo la tracolla con entrambe le mani.
- Che ne dici di una sagra?
Sagra? Vuole portarmi ad una sagra? Eh ti lamenti?
Se fosse per te sareste rimasti lì in piedi come due ebeti.
Annuisco. - Sembra interessante.
- Ci sei mai stata?
- No - nego.
- Bene, allora é deciso. Non é molto lontano da qui, possiamo andarci tranquillamente in auto.
- Okay.
E forse dovrei smetterla di parlare a monosillabi.
Si rimette gli occhiali sul naso e mi apre la portiera galante. Lo ringrazio salendo al posto del passeggero mentre lui si mette al suo posto. Teo mette in moto e a quel punto il nostro appuntamento comincia.
- Penso sia meglio scendere qui, più avanti non sono sicuro di poter parcheggiare.
Gli faccio cenno di sì e scendiamo. Lui fa il giro dell'Audi e mi prende la mano. Guardo le nostre mani intrecciate, la sua molto più grande e calda della mia e arrossisco;
Teo sorride. - Tanto per essere sicuro di non perderti.
Non sono mai stata ad una sagra ma presto scopro che sono eventi a cui partecipano tantissime di persone. Facciamo fatica a districarci tra tutta la gente e in meno di dieci minuti ricevo come minimo una cinquantina di gomitate. Ora capisco perché lui abbia insistito per tenermi la mano, se fossi stata libera lo avrei perso da tempo, probabilmente.
- Beh, ieri non c'era di certo tutta questa gente - commenta tirando leggermente in modo che passi davanti a lui. Mi poggia una mano sul fianco, per non perdermi comunque di vista e mi incita a proseguire. Il calore del suo palmo penetra attraverso la gonna dell'abito e i battiti del mio coure aumentano.
- Ci sei già venuto ieri? - gli chiedo curiosa.
- Si, ero con Josh ma come ho detto ieri non c'erano tutte queste persone mi dice sottovoce nell'orecchio.
Chi è Josh?
- Un amico - risponde alla mia domanda inespressa. - Di là.
Seguo la strada che mi ha indicato e mentre proseguiamo, la mia testa di volta da tutti le parti, imprimendo ogni particolare esposto sugli stand. Quadri, oggetti in ceramica, souvenir, collane..
- Un attimo - gli ordino arrestandomi.
Guardo affascinata tutti gli splendidi anelli fatti a mano. Gli anelli sono la mia passione, indubbiamente gli accessori che preferisco. E questi, li adoro, perché sono originali, di diverse forme, materiali e colori.
Lo stand é gestito da due ragazze che, a mio parere non possono avere più sedici anni, e un'altra donna, più grande (immagino la madre) che penso sia colei che realizzi quelle meraviglie. Le due ragazzine non appena vedono Teo si scambiano uno sguardo complice e sorridono apertamente verso di lui. Teo ricambia, scoprendo il suo bellissimo sorriso e i denti bianchissimi. E il suo sorriso fa su di loro esattamente lo stesso effetto che ha su di me.
Alzo gli occhi al cielo e mi allontano leggermente da lui, staccando la sua mano dal mio fianco, in un gesto fintamente casuale. Non l'ho fatto per gelosia,comunque.
Adocchio uno degli anelli, argento con tre piccole pietre color ambra uno affianco all'altro. Lo appoggio sul palmo per guardarlo bene e poi me lo provo.
- É molto bello - dichiara Teo, che a quanto pare ha smesso di ammaliare le due ragazze. Alzo lo sguardo verso di lui e rimango sorpresa dalla somiglianza del colore dei suoi occhi con quello delle pietre. - Quanto costa?
Senza nemmeno ascoltare il prezzo, Teo sfila di tasca il portafoglio e da due banconote ad una delle due ragazze. - Posso pagare - mormoro cercando il portafogli nella mia borsa.
Sorride prendendo il resto. - Consideralo un regalo.
- Grazie.
Gli sorrido e do un'altra occhiata all'anello che adesso é infilato al mio dito medio.
- Andiamo?
Mi prende nuovamente per mano e proseguiamo insieme.
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Live your life
Teen FictionNon volevo nemmeno partecipare a quella festa ma se non l'avessi fatto non l'avrei conosciuto. E, forse, questa estate non sarebbe stata bella, piena di incontri, amicizia e amore. Forse, mi sarebbe stato più difficile affrontare le difficoltà con...