- C'é una cosa di cui vorrei parlarvi.
Io e mia sorella ci scambiamo uno sguardo preoccupato sedute sul divano.
I miei amici se ne sono andati dopo pranzo, appena prima che mia sorella tornasse dal suo weekend con i nonni e dopo mia madre ha deciso di fare questa specie di riunione di famiglia. Perciò ora ci troviamo tutte e tre sedute nel soggiorno, lei sulla poltrona mentre io ed Alessia sul divano rosso, su cui stanotte ho dormito con Teo.
- Cioè?- chiede Alessia alzando un sopracciglio.
La vedo prendere un respiro profondo prima di continuare a parlare, con l'espressione mortalmente seria. - Domani é il suo compleanno. Vorrei che andassimo a trovarlo tutte e tre insieme, sono sicura che gli farebbe piacere.
Il silenzio che ne segue é tutto ciò che l'annuncio di mia madre ottiene come risposta. Mi sorella ed io restiamo completamente spiazzate dalla sua richiesta.
- No.
- Tesoro..
- Ho detto di no - scatto ancora più vivacemente. - Non ho intenzione di andare a trovarlo.
Perché dovrei? Lui non c'é mai stato per me, a conti fatti non é che un'estraneo con cui condivido il DNA. É assurdo.
- Tesoro, so che cosa provi ma é tuo padre e noi siamo la sua famiglia - cerca di farmi ragionare.
Scuoto la testa furente. Non voglio che la parola padre venga associata a lui quando si parla di me. Non mi piace. E mia madre dovrebbe capirlo, come può considerarlo ancora parte della famiglia dopo tutti questi anni e dopo tutto ciò che é successo? - Mi dispiace, mamma ma per me non lo é. Ha smesso di esserlo definitivamente nove anni fa.
O forse molto tempo prima.
- Non parlare così, Vanessa! - replica mai madre facendo sorgere lievemente la sua rabbia e la frustrazione. - Tu verrai e su questo non si discute.
- Non puoi costringermi, mamma - dico mentre mi alzo dal divano incredula sotto lo sguardo attonito di mia sorella, rimasta incapace di dire parola per tutto il tempo, accarezzando distrattamente Blake. - Che cosa pensi di ottenere? Che le cose si rimettano magicamente a posto? Non credi che forzandomi non otterrai che l'effetto contrario?
Sono stata dura, lo so. E mi dispiace vedere quello sguardo di rammarico nei suoi occhi ma non posso proprio farlo, non con tutto il rancore che covo da anni nei suoi confronti. Non andrò a trovare mai quell'uomo. Lo disprezzo.
Mi pento di essere sua figlia e questo non può cambiare. Non posso semplicemente presentarmi lì e fare finta di niente, saltargli in braccio dalla gioia e chiamarlo papà.
Solo per questo potrebbe fargli piacere, penso con una smorfia mentre chiudo la porta dietro di me, lasciandomi colpire dal sole estivo.
Odio litigare con mia madre. Dopotutto é l'unico vero genitore che ho, é stata lei a crescere da sola me e mia sorella, dandoci tutto ciò di cui avevamo bisogno e anche di più ma, questa volta, non riesco davvero a comprenderla e ad accettare che il suo volere.
Giro l'angolo stringendomi le braccia al petto e con lo sguardo fisso sul marciapiede, seguendo il movimento delle mie scarpe che calcano la strada.
- Potresti anche guardare dove vai - mi dice scontrosa una voce femminile.
Accigliata alzo la testa verso la ragazza che ho urtato. E rimango a bocca aperta quando mi ritrovo di fronte lei, proprio lei. La mora che si divertiva con Teo quel giorno in spiaggia.
STAI LEGGENDO
Live your life
Teen FictionNon volevo nemmeno partecipare a quella festa ma se non l'avessi fatto non l'avrei conosciuto. E, forse, questa estate non sarebbe stata bella, piena di incontri, amicizia e amore. Forse, mi sarebbe stato più difficile affrontare le difficoltà con...