-Capitolo 1-

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Sono Taylor ,ho 25 anni.

Nella mia vita ho sempre lottato da sola, ho sempre fatto tutto da sola senza mai chiedere aiuto a nessuno; questo perché i miei genitori mi hanno abbandonato quando ero ancora in fasce.
Dopo l'abbandono mi presero due persone, 2 islamici.
Erano diventati i miei "genitori" in un certo senso; ma avevano altri 11 figli, 3 femmine e 8 maschi,erano molto severi sopratutto con me, già da quando ero bambina mi hanno fatto subito essere come la "domestica", e se le cose non le facevo bene, mio "padre" mi menava, e mia "madre" quando lui finiva  ricominciava, tirandomi capelli e battendomi la mia testa contro qualsiasi cosa io avessi davanti a me.
Con i miei "fratelli" non facevano così, le mie sorelle cucivano e andavano sempre al mercato con "mia madre" e i miei "fratelli" andavano a scuola.

Quando ero piccola sognavo d'andare a scuola, studiare...
Un giorno appena, compiuti i miei 19 anni decisi di fuggire.
Avevo imparato l'Inglese ascoltando la musica che proveniva dalla camera dei miei fratelli, e ogni tanto li sentivo studiare quella lingua fantastica.
Così, decisi di fuggire e andare in America, ma i miei "genitori" se ne accorsero.
Se mi sarei di nuovo azzardata a fare una cosa del genere mi avrebbero tagliato la testa, così mi dissero.
Io impaurita continuai la mia vita da "schiava", sapevo che avrebbero avuto il coraggio di farmi del male.

Mi sono sempre chiesta come sarebbero potuti essere i miei genitori,di che nazionalità ero realmente, come sarebbe stata la mia vita se non mi avessero abbandonato...
Appena compiuti 20 anni, mio "padre" voleva che io mi sposassi, che me ne andassi da casa, ma io non volevo sposarmi, certo avrei voluto andarmene dal quel posto orribile e da loro... ma non in questo modo.

Un giorno arrivò un signore, avrà avuto il doppio della mia età , era di carnagione chiara, come me.
Era un uomo ricco, aveva gli occhi quasi rossi, era talmente cattivo, mi ricordo ogni singolo dettaglio di quell'uomo, purtroppo lo rivedo in ogni mio peggior incubo.
Quel giorno, mi prese con forza e mi violentò, e per quanto potessi piangere,urlare, non si fermò, mi aveva dato tanti di quei pugni e calci...
Mio "padre" voleva farmi sposare con lui.
Per far arricchire la famiglia.
E io non potevo sopportare altri anni di violenza.
Peró fu quella notte che mi diede la forza per dire "NO" , "BASTA".
Senza dire niente a nessuno nascosi i miei vestiti sotto alle lenzuola, formando una sagoma di una persona che dormiva, mi feci una doccia cercando di levarmi tutto quello schifo che mi sentivo addosso e appena finito, mi vestii, presi i miei risparmi e me ne andai...

Corsi, quella notte, per tutto il deserto fino ad arrivare al centro della città e lì ebbi la forza di andare fino al aeroporto e di prendere un biglietto di sola andata per l'America.

In quell'aereo conobbi quella che poi divenne la mia migliore amica.
Natasha, lei faceva parte di un programma in difesa delle donne, così con il suo aiuto mi diede una nuova identità, scoprì chi erano i miei genitori ,le mie origini...
Io ero Statunitense e i miei genitori erano di Boston, forse era per questo che la lingua mi risultava facile.
Lei,mi aiutò come nessun altro.
Grazie a lei trovai un lavoro, una casa...
E poi...
Mi ritrovai così, non ero più "Shakila" la ragazza bianca che era la schiava della famiglia Yacolui.

Ero Taylor, Taylor Schilling.
Mi ero trasferita in America,il mio vero paese d'origine, a Boston precisamente, i miei veri genitori vivevano lì, ma non ebbi mai il coraggio di andare a conoscerli, anche se avevo e ho bisogno di spiegazioni.
Appena arrivai in America, ero come se non fossi sola, grazie alla mia migliore amica, Natasha, .Natasha Lyonne, era molto simpatica, schietta, divertente, era lesbica ma non mi facevo tanti problemi, infondo non credo che gli omosessuali siano diversi, siamo tutte persone e noi eravamo come sorelle.

Tutto sembrava andare per il verso giusto, ma , poco dopo scoprì di essere incinta. Esatto, di quell'uomo che mi aveva violentato.
Peró, decisi di tenere il bambino, volevo dargli e voglio dargli l'infanzia che io non ho mai avuto, voglio dargli amore, ed è quello che sto facendo, da quando la mia migliore amica Natasha è morta, lasciandomi un vuoto assurdo, lei era l'unica persona che avevo, il mio unico punto di riferimento.
Da allora ho iniziato a contare solo su me stessa e ora ho un buono stipendio, una bella casa, una macchina, faccio l'insegnate come ho sempre sognato e ho una figlia, la gioia della mia vita, l'unica ragione per la quale continuo a lottare lei si chiama Guendalina e io sono Taylor Schilling.

Continua...

-Arianna

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