CAPITOLO 44

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"Ale se non rallenti non duro neanche un minuto in più!" ansima Gabriele che  si sta sforzando di controllare l'eccitazione, ma  si trova in seria difficoltà. Sarà perché Alessandro lo sta prendendo nella sua posizione preferita, sarà che sembra aver recuperato tutte le consuete energie dopo una settimana di riposo. "Aspetta, dai cambiamo posizione... " prova a  convincerlo, ma con scarsi risultati. Alessandro  alle sue spalle lo sta schiacciando col suo peso sul materasso e lo martella ad un ritmo perfetto, riuscendo a colpire ad ogni affondo la sua prostata con precisione chirurgica. "No, non voglio fermarmi! Voglio sentirti venire!" gli morde la spalla, poggiato sugli avambracci posti ai lati del suo corpo lo costringe in una morsa dalla quale non ha scampo. Quando prende a succhiargli la pelle sensibile del collo per Gabriele non c'è più alcuna possibilità di salvezza: sente l'orgasmo montare, inarca ancora un po' la schiena per quanto quell'incastro gli consenta, sente i testicoli ritirarsi e subito dopo la scarica di piacere diffondersi in tutto il corpo, provocandogli una serie di brividi che fanno arrapare ancora di più il suo amante che lo osserva attento. Alessandro si solleva senza sfilarsi da lui, si mette in ginocchio e con entrambe le mani gli allarga i glutei per avere una visuale migliore sul punto in cui i loro corpi sono uniti, uno nell'altro. "Cazzo! Quanto è sexy!" Con un manciata di altre spinte in rapida sequenza viene nel profilattico imprecando per l'intensità del momento. Poi ricade addosso a Gabriele che prontamente lo accoglie con un bacio profondo, giusto epilogo di un incontro sessuale perfetto.
"Ma cosa mi fai?" chiede retorico Alessandro. Gabriele vorrebbe fargli notare che praticamente ha fatto tutto lui, dal momento che è stato svegliato da una lingua insistente che navigava sicura tra il suo perineo e le natiche. Non ce la fa però, tutte le energie residue impegnate nel cercare di recuperare fiato e coscienza. Quando si sente sufficientemente lucido esclama: "Direi che la settimana di riposo è stata assolutamente efficace, forse è il caso che inizi a ridurre gli integratori o servirà a me una cura di sostegno." Alessandro scoppia a ridere e gli assesta un sonoro schiaffo sul culo: "Non ti lamenterai mica? Hai ben sette anni meno di me, dovrei essere io a chiederti di rallentare i ritmi!" All'improvviso Gabriele scatta  e si mette seduto come fosse stato illuminato da una rivelazione. Con gli occhi sgranati ed una mano davanti alla bocca realizza a voce alta: "Cazzo, tra poco è il mio compleanno!" " Ebbene sì tesoro! Sono venti... " "NOOO! NON LO DIRE! Te lo proibisco!" grida Gabriele schiaffando rapido una mano aperta sulla bocca dell'altro per impedirgli di pronunciare il numero esatto. Alessandro alza gli occhi al cielo: "Che fissazione! Va bene, va bene ho capito, 25 per sempre!"  Lo guarda dritto in faccia e getta l'amo: "Ed io ho deciso già cosa regalarti... " A quelle parole Gabriele riacquista il buon umore e senza neanche accorgersene cade nella trappola che gli è stata tesa: "Che cosa? Dai dimmelo..." inizia a cantilenare, già vittima della sua infinita curiosità. Come da copione Alessandro sorride vittorioso e si allontana senza dire niente andando verso il bagno, sicuro che l'altro passerà i giorni che restano da lì al suo compleanno, cercando di convincerlo a parlare con tutti i mezzi che ha a disposizione, molti dei quali sono veramente molto interessanti!

Più tardi, mentre sono in cucina a mangiare, il telefono di Alessandro prende a squillare. Lo guarda distrattamente con la coda dell'occhio convinto che sia il solito call center, ma quando vede il nome si paralizza: "È mio padre." Gabriele con un gesto eloquente gli avvicina il telefono: "Ci siamo." Alessandro prende la chiamata restando seduto sullo sgabello, così Gabriele si alza, gli passa accanto facendo scorrere entrambe le mani sulle sue spalle e poi si allontana per lasciargli un po' di privacy. Va in soggiorno davanti alla grande vetrata che è un punto d'osservazione privilegiato su quella domenica di metà giugno. Il cielo azzurro privo di nuvole, il sole che risplende illuminando il parco sottostante, famiglie che passeggiano, sportivi che si allenano, qualcuno sdraiato sull'erba che ne approfitta per prendere un po' di sole, mentre altri preferiscono  le zone d'ombra. Gabriele guarda tutto quel via vai sotto di sé, ma la testa è ferma alla conversazione telefonica in corso nella stanza a fianco. Sa che se suo padre dovesse rifiutare la sua proposta, per Alessandro sarebbe un duro colpo, l'ennesimo inferto dal genitore al figlio e si augura tanto di non doversi ritrovare a ricomporre i pezzi. Quando sente la voce di Alessandro che saluta, si volta verso il centro della stanza in attesa di vederlo arrivare e capire dalla sua espressione il suo umore. Non appena Alessandro mette piede nel soggiorno, con ancora il telefono in pugno, Gabriele gli corre incontro e gli salta in braccio esultando: "Sì, sì, lo sapevo! Sono troppo felice per te!" e gli cosparge la faccia di baci. Alessandro ride ed il suo sorriso, già ampio, si allarga sempre più, mentre stringe Gabriele: "Non ti ringrazierò mai abbastanza!" gli dice affondando il viso nell'incavo del suo collo, in cerca di un incastro ancora più saldo.
Gabriele torna coi piedi per terra e Alessandro lo avvisa: "Ora però ti tocca davvero la cena al ristorante con loro!" A quelle parole Gabriele ha un momento di smarrimento e cerca di cavarsela con un vago: "Eh magari... un giorno, più avanti..." Alessandro gli scompiglia i riccioli e lo rassicura: "Tranquillo non ho alcuna fretta. Io stesso voglio assicurarmi che siano pronti prima di farvi incontrare di nuovo. Non voglio rischiare che possano sporcare la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita."

Una vita sospesa a meta' (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora