CAPITOLO 3

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La luce filtra dalle fessure della persiana. Alessandro apre gli occhi facendo vagare lo sguardo in giro incapace da principio di capire dove si trovi. Poi avverte il respiro di Gabriele, ancora profondamente addormentato al suo fianco, spontaneamente un sorriso gli fiorisce sul viso.

Stenta a credere che sia veramente così. Quante volte nelle ultime settimane ha sognato di possedere quel corpo magnifico, di portarlo all'estasi più e più volte, per poi addormentarsi appagati fianco a fianco! Finalmente è accaduto e la realtà per una volta ha persino superato la fantasia, perché quel concentrato di sensualità, dolcezza e fascino, che ancora riposa ignaro a pochi centimetri dalla sua spalla, è davvero meglio di qualsiasi sogno ad occhi aperti.

La serata e la notte appena trascorse sono ancora vivide nella sua mente, fotogramma dopo fotogramma: non c'è niente che Alessandro avrebbe voluto andasse in maniera diversa. E' stato tutto semplicemente perfetto. L'intesa tra loro, la facilità nel raccontarsi, l'assenza di silenzi imbarazzanti, la comune voglia di conoscersi e di esplorarsi e quella chimica spontanea che li spinge costantemente uno verso l'altro generando elettricità ad ogni sfioramento casuale. Alessandro non aveva mai sperimentato niente di tanto intenso e viscerale prima di all'ora.

Dio mio, fa che duri più a lungo possibile!

Alessandro non si fa illusioni. Sa per esperienza che le cose belle prima o poi sono destinate a finire, come è accaduto a tutte le sue precedenti relazioni che prima o dopo hanno avuto lo stesso triste epilogo, spesso a causa della sua incapacità di riuscire a far coesistere nella sua vita un partner stabile ed il suo lavoro, che frequentemente lo porta a partenze improvvise, lunghi periodi di assenza e trasferimenti da un capo all'altro del Paese ogni due, massimo tre anni.

Alessandro ha sempre trovato estenuante dover discutere col partner di turno a causa dell'ennesimo appuntamento rinviato all'ultimo minuto per un improvviso impegno in ufficio, o dover spiegare perché non può rifiutarsi di partire senza alcun preavviso per un progetto che si complica a seguito di un imprevisto, oppure perché non può scegliere di mettere radici in una città anziché trasferirsi periodicamente da una filiale all'altra della sua compagnia. In ognuna di queste occasioni, Alessandro si è sempre ritrovato coinvolto in scontri esasperanti, che lo hanno indotto piano piano ad allontanarsi dal suo partner, giustificando a se stesso la sua decisione col dire che per lui il lavoro è molto importante, che non può fare a meno di soddisfare le sue ambizioni professionali e che preferisce la solitudine se non può condividere questo suo desiderio col proprio partner. Del resto non ha mai avuto difficoltà a incontrare uomini con i quali ovviare a quella solitudine, dare sfogo ai suoi istinti e anche quando ha avuto la possibilità di approfondire il rapporto, non ha mai trovato una persona che capisse fino in fondo questo suo bisogno di realizzazione professionale e soprattutto lo condividesse. Così è arrivato a 32 anni senza un compagno, ma con una triste collezione di ex, che nei momenti più bui gli fa dubitare di aver fatto le scelte giuste in passato. Da diversi mesi infatti Alessandro non riesce più ad apprezzare come un tempo la compagnia passeggera di qualche bel ragazzo che al mattino è costretto a liquidare, perché al di là di una buona intesa di letto, non riesce a trovare altri validi motivi per proseguire la frequentazione. Si scopre spesso a sognare ad occhi aperti di avere una persona fissa al suo fianco, alla quale raccontare  le sue giornate, i suoi sogni, ma anche le preoccupazioni, come accade alla gran parte dei suoi amici di lunga data, ormai quasi tutti in compagnia della loro anima gemella. E' consapevole però che il suo stile di vita, il suo continuo dare priorità al lavoro ed alla carriera, è difficilmente compatibile con una relazione stabile. Avrebbe bisogno di incontrare una persona che comprenda a pieno le motivazioni che lo portano a dedicare così tanto tempo ed energie al suo impiego, che non sono legate a status sociale o ricchezze materiali, che per quanto importanti, non sarebbero uno stimolo sufficiente. Il suo è un bisogno di sentirsi soddisfatto ed appagato per i risultati e per il modo nel quale li ha raggiunti, è l'avere ogni giorno la fortuna di andare in ufficio con entusiasmo, di tornare a casa sapendo di aver assolto agli impegni al massimo del suo potenziale, di aver dato un contributo importante al progetto di turno. Lo stipendio, i titoli, l'ufficio di rappresentanza e l'auto elegante sono tutte conseguenze incidentali, che per quanto piacevoli, non potrebbero mai bastare. In passato però gli uomini con i quali ha tentato di instaurare una relazione più duratura, si limitavano ad apprezzare molto quest'ultimi aspetti, ma non riuscivano assolutamente a comprendere tutto il resto. Questa volta, più delle altre, è terrorizzato all'idea che possa accadere di nuovo, perché, benché conosca Gabriele da poco tempo, sente che con lui potrebbe davvero avere qualcosa di unico. 

Mentre è perso in questi pensieri, Gabriele si muove leggermente ed il lenzuolo scivola di lato lasciandolo scoperto. Alessandro si gode in silenzio quello spettacolo: adagiato sul fianco destro il viso rivolto verso di lui incorniciato dai riccioli neri arruffati dopo l'intensa notte di sesso, le braccia raccolte davanti al busto con le mani infilate sotto al viso, le labbra rosee leggermente schiuse, le lunghe ciglia nere adagiate sugli zigomi alti con un accenno di rossore. Il torace si alza e si abbassa al ritmo di lenti respiri profondi, i capezzoli ben evidenti sulla pelle chiara sembrano due bottoncini posti tatticamente a impreziosire il petto, dove qua e là Alessandro riconosce i segni della sua passione. La gamba sinistra è piegata in avanti mentre l'altra è distesa, il bacino leggermente ruotato lascia intravedere la curva sensuale dei glutei sodi, esposti all'aria in tutta la loro magnificenza. Alessandro fa su e giù con lo sguardo, incapace di decidere quale parte di quel corpo divino preferisca ed inevitabilmente il suo uccello si risveglia sotto quel potente stimolo visivo.

Da una rapida occhiata al cellulare: dato che sono le dieci non è troppo presto per svegliarlo. Scende dal letto, va in bagno e dopo aver liberato la vescica ed essersi rinfrescato torna in camera, dove Gabriele ancora non si è mosso. Si adagia piano alle sue spalle, anche lui su un fianco con la testa sostenuta dalla mano per poter osservare meglio le reazioni dell'amante. Inizia ad accarezzarlo con il palmo sulla spalla, al fianco, le cosce, per poi risalire e tracciare piccoli cerchi sulla schiena. Gabriele, ancora con gli occhi chiusi, emette dei gemiti quasi impercettibili e sorride sommessamente. Alessandro sente i suoi muscoli contrarsi al passaggio della sua mano, si abbassa e poggia le labbra sul suo orecchio: "Buongiorno dolcezza, dormito bene vedo".

L'unica risposta che ottiene è un mugugno, che diventa un grugnito in segno di protesta quando Alessandro interrompe le sue carezze, così torna a percorrere con il suo tocco tutto il corpo dell'amante, mentre col bacino preme la sua erezione sul culo tondo. Gabriele indietreggia ancora un po' ed infila una mano tra i loro corpi per afferrare l'asta già completamente eretta di Alessandro, che si inarca ancora di più in cerca di maggior attrito. La mano di Gabriele scivola più indietro, fino a posarsi sulla natica di Alessandro per avvicinarlo ancora di più. "Questa è la mia posizione preferita" lo informa Alessandro. Gabriele apre gli occhi e si perde in quelle pozze verdi smeraldo la cui la pupilla è già molto dilatata, chiaro segno di eccitazione. "Dicono che sia una delle più romantiche del Kamasutra, sei un romanticone?"
"Non lo so, dovremmo controllare sulla enciclopedia a casa mia" replica Alessandro continuando a scivolare su e giù nel solco delle natiche che lo abbracciano alla perfezione. Gabriele sorride al ricordo evocato della prima sera a casa sua, spinge la testa di Alessandro e lo tira giù per coinvolgerlo in uno dei loro baci appassionati che li lascia senza fiato.
"Ce la fai? Ti fa male?" chiede con tono preoccupato Alessandro, lambendo con le sue le labbra dell'altro. Gabriele inizialmente non coglie il significato di quelle parole, poi nel tentativo di far capire all'amante come stanno le cose esclama:
"Non vorrei deluderti, ma non è che fossi vergine... tutt'altro. E' vero che non avevo rapporti da mesi, ma il mio culo si è sempre mantenuto in esercizio", accompagna le parole con un occhiolino. Alessandro lo guarda stupito, poi ride incuriosito.
"Più tardi mi darai dimostrazione di quegli esercizi allora."
"Vuoi conoscere Jerry?" lo provoca Gabriele.
La faccia di Alessandro si fa subito seria ed interrompe ogni movimento: "Chi è Jerry?"
"Jerry è il mio fedele scopamico da qualche mese..."
Gabriele lascia un po' in sospeso la frase e vede l'espressione di Alessandro rabbuiarsi, poi conclude "... è rosa, in lattice ed è sempre pronto!"
"Ma vaffa... mi hai fatto prendere un colpo! Mi si è ammosciato! Scemo!"
Gabriele ride di gusto, allunga una mano dietro di sé e la avvolge attorno all'erezione di Alessandro.
"No, qua sotto è tutto in ordine, non campare scuse adesso! Finisci quello che hai iniziato."

Tra risolini e baci bollenti riprendono la loro danza di piacere, fino a che entrambi raggiungono l'estasi.

Una vita sospesa a meta' (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora