CAPITOLO 34

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Il venerdì mattina Gabriele arriva presto in facoltà e sulle scale del dipartimento, dove si terrà l'esame, incontra Max. "Buongiorno! Pronto per farti torturare un'ultima volta?" lo apostrofa l'amico. "Sì, sono pronto, ma devo ammettere che 'sta cosa dell' ultima volta aggiunge un pizzico di non so che... Insomma, in breve me la sto facendo sotto, come non mi accadeva dal primo anno!" ammette Gabriele. Ridono, mentre raggiungono l'aula si fermano alla macchinetta automatica per un caffè. "Stasera allora usciamo a festeggiare tutti insieme come sempre?" "No, mi dispiace, subito dopo l'esame parto per Milano. Passo il fine settimana lì per vedere qualche casa, visto che a pochi giorni dalla partenza non ho ancora trovato niente e rischio di dover andare in un ostello." "Vai da solo?" "Mi accompagna Alessandro." Gabriele sorride pronunciando il suo nome. "Ah ecco il tuo fidanzato! Mi sembrava strano che ti lasciava andare da solo" lo punzecchia Max. "Ma non dire stronzate! Quale fidanzato?" "Come no? Vi siete anche scambiati le chiavi degli appartamenti! Non mi risulta che tu le dia a tutti quelli con cui esci." "Vedo che Lisa non ci ha messo molto ad aggiornarti?! Fa tanto la risentita quando ti nomino, ma poi torna sempre da te a spifferare tutto." Max sorride con espressione colpevole, un po' imbarazzato. "Che c'è tra voi due? Lei si chiude a riccio ogni volta che tocco l'argomento" indaga Gabriele, sperando di aver più fortuna con lui di quanta non ne abbia avuta finora con lei.
Max scuote la testa: "Bella domanda! Vorrei saperlo anche io..." In quel momento dalle loro spalle sopraggiunge il Professore: "Buongiorno ragazzi, tutti in aula che cominciamo subito, devo andare via prima del previsto". Gabriele si stringe nelle spalle e bisbiglia all'amico: "Va a finire che ci boccia tutti perché ha fretta!" "In bocca al lupo amico mio, facci sapere come è andata!" lo saluta Max con un abbraccio incoraggiante, prima di allontanarsi.
"W il lupo!" bofonchia mesto Gabriele, mentre sale sul patibolo.

Due ore più tardi Gabriele esce dalla facoltà leggero come una piuma, felice di aver archiviato anche l'ultimo esame. Senza pensarci, prende il telefono e chiama Alessandro: "Eccolo il Laureando più bello del mondo!" risponde entusiasta l'uomo.
Gabriele ride a quel saluto: "E se adesso ti dicessi che l'ho bocciato, come rimedieresti a questa figuraccia?"
"Impossibile! Con te è sempre solo una questione di voto, non di esito."
Gabriele è compiaciuto della sicurezza con la quale Alessandro parla di lui, come se lo conoscesse da un sacco di tempo, anziché da pochi mesi.
"Ci vediamo da me più tardi? Ho bisogno di farmi una doccia, questo esame mi ha fatto sudare parecchio."
"Hai bisogno di una mano per la doccia?" propone Alessandro malizioso.
"Bel tentativo! E se ti rispondessi di sì, come faresti in ufficio?"
"Mollo tutto ed in 10 minuti sono da te."
Gabriele ride della risolutezza nelle risposte di Alessandro. "Credimi sono talmente messo male in questo momento, che sarebbe davvero imbarazzante."
Alessandro con voce profonda rilancia: "Non sono d'accordo, l'unico imbarazzo sarebbe dover scegliere tra usare la spugna o la lingua."
Gabriele è attonito, questo modo di fare di Alessandro ogni volta lo spiazza e lo lascia in balia di un desiderio che, in circostanze come quella,  non è facile da gestire. "Ecco, ora vorrei tanto essere già a casa per poter proseguire questa conversazione a modo nostro, ma ahimè sono per strada e devo salire sull'autobus, non vorrei farlo con un'erezione troppo evidente."
"Bravo, allora tira fuori la camicia dai jeans che già si nota" gli comunica con voce suadente Alessandro.
Gabriele è confuso, col telefono all'orecchio abbassa lo sguarda sul cavallo dei suoi pantaloni e si accorge che effettivamente il profilo del suo pene è ben intuibile, così si affretta a nasconderlo spostando davanti la borsa a tracolla. Dal telefono gli arriva la risata profonda dell'altro. Alza gli occhi e lo vede al lato opposto della strada: in piedi, poggiato con la schiena alla sua auto, caviglie e braccia incrociate, con una mano tiene il telefono. "Ciao bell'uomo!" esclama Alessandro quando i loro occhi si incrociano.
"Che figlio di..." impreca Gabriele, mentre chiude la chiamata e con un sorriso enorme si appresta ad attraversare la strada.
"Che ci fai qua?" gli chiede sorpreso quando è più vicino.
Alessandro allunga una mano per prendere la sua e tirarlo a sé. I loro corpi collidono, le bocche si cercano all'istante per un bacio casto che lascia entrambi insoddisfatti, mentre l'abbraccio prosegue per alcuni istanti. Alessandro vicino al suo orecchio mormora: "Ragazzo mio, sei proprio nei guai, quella è proprio difficile da nascondere." Gabriele infila il viso sotto il mento di Alessandro e ride imbarazzato, senza rinunciare però a premere un po' di più il bacino contro il suo.

Una vita sospesa a meta' (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora