CAPITOLO 37

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È il giovedì precedente all'inizio del nuovo lavoro di Gabriele, Alessandro arriva a casa sua per accompagnarlo a Milano come promesso: "Wow! Non dovevano essere un paio di bagagli con gli effetti personali?" chiede Alessandro guardando il pavimento dell'ingresso invaso da valigie, borse e zaini di ogni forma e dimensione.
"In effetti non mi sarei aspettato così tanta roba..." afferma con tono colpevole Gabriele. "Dici che dovrei lasciare qualcosa?" "L'unico limite è la capienza della mia auto, iniziamo a caricare e vediamo dove si arriva." Dopo circa trenta minuti il soggiorno è di nuovo sgombro e la macchina è carica all'inverosimile, ma in modo sicuro e compatibile con un viaggio così lungo. Prima di uscire Gabriele si guarda in giro ripensando con affetto agli anni trascorsi in quella casa, ma non è  triste, perché sa che è solo un arrivederci, dal momento che con sua madre hanno deciso di non venderla e rinviare la decisione di cosa farne alla fine dell'anno, quando presumibilmente avranno più chiaro lo scenario correlato al futuro di Gabriele.
Salgono in macchina e partono, questa volta consapevoli che non torneranno indietro insieme. Gabriele è euforico, già proiettato con la mente verso la nuova vita che lo attende e non si sofferma granché su questo pensiero, che invece aleggia insistente nella testa di Alessandro, costretto a ricacciare il groppo in gola.

Giunti a quella che sarà la sua casa per i prossimi sei mesi, Gabriele usa la chiave per la prima volta. Apre il grande portone ed entra nel soggiorno  illuminato dalla luce naturale che entra copiosa dalla grande vetrata antistante. L'arredamento ricercato ed a tratti un po' eccentrico racconta Alberto meglio di qualsiasi parola: accostamenti audaci di colori, oggetti di mobilio in stile barocco affiancati ad altri moderni, dettagli luccicanti, specchi, tappeti,... Si guarda intorno, con le mani sui fianchi e riflette a voce alta: "Menomale che ha deciso di mantenere una volta a settimana l'impresa di pulizie anche in sua assenza, perché questa casa è veramente impegnativa."
Finiscono di scaricare l'auto e Gabriele si sposta in quella che sarà la sua stanza per sistemare un po' di cose. Mentre è impegnato a disfare i bagagli, gli arriva la risata profonda di Alessandro ed incuriosito si affaccia sulla porta della camera per controllare che cosa ci sia di tanto divertente. Vede Alessandro in piedi accanto all'isola della cucina, un foglio in mano, la testa buttata all'indietro ed una mano sulla pancia, incapace di smettere di ridere. Lo raggiunge e lui, che proprio non sa come fermarsi, gli passa il biglietto. È un messaggio di Alberto.
"Ciao ragazzi,
Ben arrivati a casa. Vi lascio un secondo mazzo di chiavi in caso di bisogno. Godetevi la casa come fosse la vostra, sono davvero felice di potervi aiutare. Vi ricordo però che è dotata di un sistema di telecamere collegate ad un'applicazione per il controllo remoto che resterà attiva sul mio cellulare per tutto il tempo. Attenzione a scegliere bene gli angoli nei quali assecondare i vostri istinti, non vorrei assistere ai vostri amplessi in differita! Se proprio devo farlo, voglio che sia dal vivo!
Un abbraccio,
Alberto"
Gabriele ride : "È proprio tuo amico! Condividete qualche altro kink per caso, oltre a quello dei ménage à trois?"
Alessandro che si è finalmente placato lo osserva attento: "Sbaglio o sei indispettito? Sento una nota di gelosia in quel tono."
Gabriele incrocia le braccia davanti al petto e con una certa alterigia chiede: "C'è qualcosa che vuoi raccontarmi delle bravate fatte con Alberto, prima che mi imbatta accidentalmente per casa in qualche vecchia foto che vi ritrae in situazioni compromettenti?" Alessandro gli scioglie le braccia e se le poggia sulle spalle, poi incrocia le mani dietro la sua vita e lo attira a se. Lo guarda negli occhi con un'espressione furba: "Non c'è alcuna foto compromettente, ne sono sicuro", i lineamenti di Gabriele si addolciscono un po', ma Alessandro prosegue "perché abbiamo sempre fatto molta attenzione a non lasciare tracce!" Gabriele solleva gli occhi al cielo, ma non tenta di allontanarsi. "In ogni caso, siccome ti ho promesso di essere trasparente, ti racconterò le nostre malefatte." Lo stringe un po' di più e con i pollici gli disegna dei piccoli cerchi alla base della schiena, esattamente nel punto in cui sa sono presenti le due fossette nelle quali ama fare pressione quando il ragazzo è a quattro zampe. Guardando in un punto indefinito alle spalle di Gabriele, come se stesse cercando ispirazione, inizia con tono solenne: "Vediamo, da dove inizio? Ora che ci penso sono davvero un bel po', cavoli! Potrei partire da quando siamo andati ad un play party a Torino, o dalla volta in cui abbiamo finito la serata direttamente alla centrale di Polizia oppure dalla volta in cui ci siamo risvegliati nella villa in campagna in una stanza colma di corpi seminudi senza ricordare come ci siamo arrivati,.. " A quel punto Gabriele gli tappa la bocca con una mano per impedirgli di andare oltre: "Basta così, ho capito, vi siete divertiti, buon per voi!" lo zittisce seccato.
"Possiamo ripeterne qualcuna insieme se l'idea ti attrae" propone Alessandro.
"Cosa ti fa pensare che voglia fare quell'esperienze?" chiede Gabriele accarezzando le labbra di Alessandro con il pollice.
"Lo sai che il tuo corpo parla molto più chiaramente di quanto tu non ti conceda di fare" gli ricorda. Gabriele lo guarda in tralice, poco convinto: "Ma che cosa dici? Non sono neanche un po' duro" gli fa notare sottolineando le parole con una spinta in avanti del bacino.
"Non mi serve più arrivare a tanto per capirlo, ora riesco a leggere i segnali più sottili." Alessandro strofina la sua guancia su quella morbida del ragazzo, raggiunge il suo orecchio con le labbra e con tono seducente sussurra: "Sento le tue vibrazioni, noto la pupilla che si dilata leggermente, le tue labbra che si dischiudono appena, la tua temperatura corporea che inizia a salire, il tuo battito cardiaco che cambia ritmo,..." mentre elenca tutti i riflessi incondizionati che sistematicamente tradiscono l'eccitazione del ragazzo, Alessandro gli sfiora  il collo con la punta del naso, indugia sul pomo d'Adamo, risale dall'altro lato lasciando una scia di baci umidi, arriva al lobo e lo succhia delicatamente.
Gabriele, con le dita ancorate al cuoio capelluto dell'uomo, muove la testa per agevolare il suo percorso, restando ad occhi chiusi, ma a modo suo cerca ancora di non dargliela vinta: "Non è vero, stai inventando tutto per incastrarmi" miagola.
"Quindi non è vero che ti piacerebbe ripetere qualcuna di quelle esperienze con me?" lo incalza Alessandro.
Gabriele perde la pazienza, gli afferra la testa e la spinge ancora di più sulla sua pelle, in modo che da quella bocca non possano più uscire domande sconvenienti: "Zitto e divorami."
Geme quando Alessandro lo accontenta, succhiando energicamente l'incavo della clavicola. Con le mani di lui che esplorano il suo corpo sotto i vestiti, Gabriele presto si ritrova a implorare di avere di più: "Ale, dove sono le videocamere?" Alessandro non capisce, troppo impegnato a ripercorrere fedelmente la mappa mentale dei punti sensibili di quel corpo che lo porta ogni volta alla follia. "Di cosa parli?" chiede tra un bacio e l'altro. "Il messaggio di Alberto" ansima Gabriele che ha avvolto una gamba al bacino di Alessandro e si tiene in equilibrio contro il ripiano in marmo dell'isola. Alessandro coglie finalmente il significato di quella domanda, solleva la testa e si guarda in giro, mentre Gabriele continua a leccargli la pelle lasciata esposta dai vestiti. Alessandro non nota niente che possa far pensare a delle videocamere in quella stanza: "Ma chi cazzo se ne frega! Che guardi pure!" "No Ale, dai, non sono tranquillo se ho il dubbio che ci veda" tenta di opporsi il ragazzo, che però è già nudo dalla vita in su ed agita i fianchi a destra ed a sinistra per aiutare Alessandro che è alle prese con i suoi jeans troppo stretti. L'uomo ride di lui: ancora una volta la mente di Gabriele si oppone alle iniziative di Alessandro, ma il linguaggio del suo corpo è ben più convincente ed efficace. "Stronzo!" lo accusa il ragazzo che ha capito il motivo della sua risata. "Adesso ti faccio smettere io di ridere!" Gabriele con fare autoritario, spinge la testa di Alessandro verso il basso fino a farlo inginocchiare e sposta l'elastico dello slip facendo sobbalzare la sua erezione. Gli preme la testa sulla pelle vellutata della sua lunghezza e con gli occhi incatenati ordina spavaldo: "Allora vedi di fare un bello show per il nostro pubblico!"

Nei giorni successivi la questione del sistema di videocamere viene velocemente accantonata ed i due sperimentano diversi angoli della casa, decretando la vetrata del soggiorno il loro nuovo posto preferito per il sesso: "Questo tuo nuovo lato esibizionista un po' mi sorprende" afferma Alessandro ansimante, mentre affonda dentro di lui e lo schiaccia contro il vetro stringendo di più le loro mani intrecciate sulla parete trasparente. E' già buio e dalla finestra si notano le luci della città che sta entrando nel pieno della vita notturna della domenica.
Gabriele non raccoglie la provocazione e si concentra solo sull'ascoltare il suo corpo, ma Alessandro non accetta di essere ignorato ed insiste: "Hai una nuova parafilia Gabri?" gli sussurra all'orecchio prima di mordicchiarlo.
"Finiscila di fare il sessuologo e scopami!" sputa fuori il ragazzo in un misto di eccitazione e rabbia.
Alessandro ride e la vibrazione si trasmette dal suo petto alla pelle di Gabriele che aderisce ancora di più alla distesa di muscoli dietro di lui, restando in equilibrio su una gamba, mentre l'altra è mantenuta sollevata a lato dalla mano di Alessandro, stretta sul retro della coscia.
"Stai diventando sempre più prepotente piccoletto, tra non molto per scopare ancora con te dovrò sottomettermi."
Gabriele spalanca gli occhi, si volta per guardarlo con espressione seria: "Chiamami un'altra volta piccoletto e per venire dovrai segarti!"
Alessandro lo guarda arrapato: "Mi fai impazzire quando ti incattivisci!" gli ringhia sulle labbra, mentre aumenta il ritmo degli affondi e porta entrambi verso l'oblio.

Quando i muscoli di entrambi iniziano ad illanguidirsi ed i respiri si placano un po', Gabriele propone di fare una doccia insieme. Di lì a poco si dovranno salutare, perché Alessandro dovrà mettersi in viaggio per tornare a Firenze e Gabriele resterà solo a Milano per la prima volta. Finisce che quella doccia dura più del necessario, consci che passeranno diversi giorni prima di potersi di nuovo beare del contatto dei loro corpi.

Gabriele è già nostalgico al pensiero di passare la notte da solo in quella grande casa, ma avverte distintamente tutte le preoccupazioni di Alessandro e vorrebbe rassicurarlo.
"Domani sera ti chiamo così ti racconto le impressioni del primo giorno" propone con tono allegro, mentre sono nella sua stanza e lo aiuta a raccogliere le sue cose e riporle nella borsa da viaggio. "Perché non lasci qualcosa qua? Così la prossima volta potrai viaggiare più leggero visto che verrai in treno." "Buona idea, così avrò una scusa sicura per tornare se non vorrai più vedermi" replica Alessandro col sorriso sule labbra. "Non dire cazzate. Piuttosto prendi queste." Gabriele si alza, va verso il comodino e torna da Alessandro col secondo mazzo di chiavi che gli aveva lasciato Alberto e glielo porge. "Sei sicuro? Non sarebbe meglio che tu lo lasciassi in ufficio se dovessi perdere il tuo?" suggerisce Alessandro prima di accettare la sua offerta. "In quel caso il portiere ne ha una di scorta per le emergenze. Questo tienilo tu, così a qualsiasi ora arriverai, potrai entrare autonomamente." Alessandro sorride grato e le ripone nella borsa.

Davanti all'ascensore, al momento dei saluti, l'atmosfera si fa pesante. Gabriele si cinge il corpo con le braccia ed é piuttosto silenzioso, così è il turno di Alessandro di cercare di tranquillizzarlo. "Nervoso per domani?" chiede con sguardo comprensivo, prendendolo sotto braccio e scorrendo la mano su e giù sul suo bicipite in un gesto di rassicurazione. Gabriele annuisce: "Un pochino." "Sono sicuro che in breve tutti apprezzeranno la tua serietà e la tua preparazione. Sta tranquillo, non ti ci vorrà molto per farti valere." Gabriele sorride, ma è un sorriso smorzato, non troppo convinto.
Quando le porte dell'ascensore si aprono, Alessandro schiocca un bacio a stampo sulle labbra di Gabriele e si china per prendere il suo bagaglio, ma il ragazzo con un gesto repentino gli cattura il viso tra le mani, unendo di nuovo le loro labbra per un bacio più profondo. Non riesce più a staccarsi da quella morbidezza ed a farlo è Alessandro che fa un passo indietro, entra in ascensore e lo saluta con un gesto della mano, mentre le porte si richiudono, lasciando Gabriele avvolto dal silenzio e dalla solitudine.

Una vita sospesa a meta' (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora