CAPITOLO 33

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Gabriele, disteso sotto il lenzuolo, è ancora nell'ebrezza del post orgasmo quando Alessandro gli porge una busta da lettere bianca.
"Che cosa è?"
"Aprila" suggerisce Alessandro.
"Ale, basta regali, mi metti a disagio con questa tua abitudine di spendere soldi per me..."
"Non è un regalo."
Gabriele si decide ad aprirla. Ne estrae due fogli di carta stampati: il primo riporta l'intestazione di un laboratorio di analisi. Gabriele passa lo sguardo dal foglio all'uomo al suo fianco che resta in silenzio: "Perché l'hai fatto? Non te l'ho chiesto."
"Lo so, è stata una mia decisione infatti, per sgombrare il campo da ogni dubbio, per dimostrarti nero su bianco che sono pulito." "Non era necessario, ti avevo già creduto quando me lo hai detto, non servivano gli esami tossicologici."
"Serviva a me, diciamo che è un promemoria."
Gabriele torna a guardare il secondo foglio: anche in questo caso si tratta di risultati di esami di laboratorio, ma per la rilevazione di malattie sessualmente trasmissibili.
"E con questo?"
"Con questo ho voluto assicurarti che sono sano come un pesce e che se e quando vorrai, io con te vorrei smettere di usare la protezione."
Gabriele resta basito, non sa come replicare. Non ha mai pensato a quella possibilità ed ora che si sta concretizzando è disorientato.
"Gabriele non è assolutamente un modo per farti pressione. La scelta è solo tua, e va benissimo anche se deciderai di andare avanti come abbiamo fatto fino ad oggi."
"Io non l'ho mai fatto senza" è l'unica cosa che riesce a dire Gabriele.
"Neanche io" lo informa Alessandro.
Gabriele sta ancora metabolizzando quelle informazioni, quando Alessandro gli presenta sotto il naso un terzo oggetto, una scatolina blu.
Gabriele è pietrificato, la guarda sospettoso.
"Tranquillo Gabriele, non è un anello." Alessandro ride di gusto quando vede Gabriele rilasciare il respiro trattenuto fino a quel momento. Si lascia scappare un sorriso sbilenco: questa cosa di essere trasparente per lui inizia ad essere imbarazzante!
La apre e all'interno c'è una chiave: "Che cosa apre?" chiede guardando in faccia Alessandro.
"Casa mia. Ora che non hai più il tutore non è necessario che io stia da te, ma tu potrai venire qui tutte le volte che vorrai."
"Non starai da me nelle prossime settimane?" chiede Gabriele con malcelato stupore, evidentemente non aveva contemplato quella possibilità.
"Erano questi i patti, no? Sarei stato da te per aiutarti fino a che non saresti tornato autonomo, quindi adesso non c'è più motivo che continui a stare lì."
Gabriele incassa quelle parole come un pugno allo stomaco: nel suo immaginario avrebbero continuato a condividere il suo appartamento fino alla partenza per Milano, ma il ragionamento di Alessandro non fa una piega, e allora perché si sente così vuoto di fronte a quella prospettiva?
È molto confuso: di fronte alla proposta di fare sesso non protetto ha dovuto lottare contro la reazione istintiva di darsi alla fuga, non tanto per la scelta in se, quanto per il significato che si porta dietro in termini di esclusività, legami, consolidamento del rapporto. Però quando Alessandro gli ha candidamente comunicato che avrebbe lasciato il suo appartamento, si è sentito smarrito. Si rende conto che è un enorme controsenso ed ancora una volta fatica a fare stare insieme le due anime.
Alessandro lo guarda perdersi nei suoi pensieri, con le mani che ancora stringono da un lato i fogli e dall'altro la chiave.
Gli accarezza l'addome con gesti lenti, volti a tranquillizzarlo e riportarlo piano al presente.
"Gabri?!", ma il ragazzo sembra non sentirlo, allora gli pizzica un fianco e finalmente si desta. "Scusa, mi dicevi?"
"Ti eri estraniato nel tuo mondo."
Gabriele sorride imbarazzato, ma non aggiunge altro e Alessandro amareggiato capisce che questa volta non condividerà con lui le sue riflessioni.
"Vogliamo dormire?"
Gabriele annuisce, ripone la lettera e la scatola col loro pesante contenuto sul comodino, si gira su un fianco e si lascia circondare dalle braccia di Alessandro che alle sue spalle gli sussurra: "Sentiti libero di usare quella chiave ogni volta che vorrai, senza remore."

Il resto del fine settimana scivola via veloce passando tra uscite con gli amici, l'immancabile appuntamento quotidiano di ricerca della sistemazione su Milano, l'allenamento al parco ed un giro in moto per recuperare dopo lo stop forzato. Per la gran parte del tempo i due sono insieme, ma anche quando Gabriele è da solo non ha modo di ripensare alla conversazione avuta con Alessandro. Quando però il lunedì mattina, dopo aver passato la notte insieme a casa di Gabriele, Alessandro lo saluta prima di uscire, Gabriele nota che ha con se il borsone che aveva utilizzato per portare lì le sue cose due settimane prima quando si era stabilito da lui. Alessandro intuisce la sua perplessità e col fare diretto che lo contraddistingue affronta subito l'argomento. Solleva la borsa affinché sia bene in vista per entrambi: "Ho raccolto le mie cose dalla stanza degli ospiti. Questa sera, dopo il lavoro, torno a casa mia." Gabriele continua a fissare la borsa senza proferire parola, fa cenno col capo di aver capito. Alessandro allora gli solleva il volto con due dita sotto il mento: "Fammi sapere quando ci vediamo", poi lo bacia con trasporto prima di voltarsi e lasciarlo solo.

Una vita sospesa a meta' (boyxboy)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora