Prologo

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"Si era fatta strada tra le crepe della mia anima, e passando per le vie distrutte della mia psiche, si era intrufolata nel mio cuore mal ridotto."

Orias Wyld

Pericolo e salvezza

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Pericolo e salvezza.
Due termini contrastanti anche se, spesso, le loro vie discorde si incrociano.

Soffermiamoci un breve attimo sul primo termine: pericolo.
Qual è la definizione etimologica della parola pericolo?

La definizione etimologica del medesimo termine è: "Situazione o motivo cui sono associati uno o più elementi capaci di compromettere più o meno gravemente la stabilità o la sicurezza".

Questa definizione era equiparabile a una donna, un nome e dei lunghi capelli voluminosi biondi.
Angeline, il suo nome angelicato apparteneva a una creatura che di angelico e celestiale aveva solo l'aspetto esteriore.
Era una donna che il vecchio me non era in grado di comprendere realmente.
In passato, mi ero soffermato sul suo aspetto, pensando che essendo così... lo fosse anche dentro.
Tuttavia, non tutto ciò che era magnifico fuori lo era anche dentro.
Non tutto quello che sembra buono lo era davvero.

Le apparenze erano illusioni per gli idioti, il che era un'altra cavolata ancora più grande.
Esistono seriamente gli stupidi?
Io ne dubitavo seriamente.
Ho sempre creduto che esistano molteplici tipologie d'intelligenza, e che non tutte siano uguali o simili.
La stupidità, alla fin fine di tutto, è solo un costrutto sociale.
Creata dall'uomo per etichettare gli altri suoi simili.
Creata per giudicare.
Come le apparenze.
Chi non ha mai giudicato qualcuno?
L'ho fatto perfino io, qualche volta.
Era umano, si diceva. Io credevo fosse disumano e sbagliato, sebbene di cose disumane ne commettessi di svariate.

Angeline era il pericolo imminente per la mia sicurezza e stabilità.
Era il mio passato che bussava alla porta per ricordarmi che anche se era passato, lui era ancora qui e si afferrava ai ricordi. E non soltanto ai ricordi che mi tempestavano la mente. Giorno dopo giorno, da secoli.

Invece, la definizione della parola salvezza?

La definizione etimologica è: "Sicurezza e incolumità da pericoli raggiunta per un atto improvviso o attraverso un'opera continuata."

Questa era la definizione, e io associavo un nome alla sua definizione.
Armony. Uno soltanto. Il suo.
Lei era salvezza. La mia salvezza.
Lei mi aveva salvato senza difficoltà, mi aveva trascinato in parte nel suo mondo di ingenuità e gentilezza, ma sapeva anche stupirmi. Sapeva stupirmi con la sua ingenuità che si mescolava alla mia follia.
Amavo quando questo accadeva.
Vederla arrossire per i miei modi, vederla sorridere con me, vederla amare me, vederla godere con me, vederla brillare con e per me... mi salvava.
E lei ne era ignara.
Aveva un immenso potere su di me.
Anche se all'inizio temevo che fosse lei il pericolo.
Avevo temuto di lei, quando però lei era la mia salvezza.

Era solo la diffidenza di un uomo trafitto fin in profondità della propria anima.
Lei si era conquistata la mia fiducia.
Gradualmente e con costanza.

Si era fatta strada tra le crepe della mia anima, e passando per le vie distrutte della mia psiche, si era intrufolata nel mio cuore mal ridotto.

Il contrario di quello che aveva fatto Angeline con il vecchio me: mi aveva ammaliato con la sua bellezza solare e mi aveva fatto credere di essere come sembrava.
La realtà era un'altra, però.
Le tenebre vivevano in lei, e non le avevo sapute riconoscere a quei tempi.

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