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"Lei era la mia condanna e la mia grazia.
Con lei ero libero di essere me stesso, senza di lei ero condannato a non poterlo essere."

Orias Wyld

«Provaci, Cassian», lo sfidai, sorridendogli provocativo

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«Provaci, Cassian», lo sfidai, sorridendogli provocativo.

Dentro di me, tuttavia, mi sentii nascere un gigantesco moto di paura che mi stava riempiendo lo stomaco di mine pronte a esplodere.
A distruggermi.

«Lo farò senz'altro... poi, quando lei non ti vorrà più, ripenserai al grande stronzo che sei stato».

Sono sempre stato uno stronzo, sempre. Da quando ero divenuto demone.
Su questo Cassian aveva ragione, pienamente ragione.
Mi scocciava ammetterlo.
«Vi sento... vi ricordo che ho un udito fuori dalla media, oltre ad avere un udito soprannaturale», ci rammentò Dolion, seccato dei nostri disguidi.

«Se ci tenete tanto a manifestare amore ad Armony, vi consiglierei prima di pensare a salvarla, perché se in lei si Risvegliasse la Dea Luna, dubito che avreste delle chance».

Dolion iniziò a salire le scale, ormai era come se fosse casa sua e conosceva come le sue tasche i piani della mia dimora.

Cassian mi guardò con disprezzo e poi, si voltò, e seguì Dolion al piano superiore.
Ayla mi guardò confusa.
Sapevo poco di lei e del suo strano rapporto con Cassian.
Solitamente lei era l'unica persona con la quale Cassian manifestava sentimenti.
Ora però, Armony aveva un ruolo importante anche per un cuore gelido e spezzato come quello di Cassian.
Anche Ayla salì le scale.
Sapevo dove stavano andando: nel mio studio.
Era il posto più idoneo, e soprattutto sicuro.

Arrivarono anche Thore e Zephyrine, entrambe vestite di scetticismo.
Loro erano... dubbiose riguardo ad Armony. Non avevano avuto il tempo di conoscerla bene, e inoltre erano amiche strette di Dione, che era innamorata di me.
Tuttavia, speravo di ottenere anche il loro aiuto più sincero.
Seguitò Dione, vestita di tenebre e il viso sfoggiava un'espressione scettica e un poco delusa. Alzò lo sguardo, trovandosi davanti il mio.

«So già il motivo per cui ci hai urgentemente convocati qui...», esordì Dione, la voce austera tuttavia flebile, piena di sentimenti.

«Sai bene cosa provo per te, so di non essere ricambiata... e so anche che tu ami Armony». Restai fermo a sentirla parlare.

«Nonostante in questo momento vorrei soltanto strangolarla o strangolare te, per tutta la gelosia che mi pullula nello stomaco... quella ragazza mi è sembrata... forte e vera», ammise mettendo a nudo i suoi sentimenti.

«Non posso ignorare questa situazione, anche se fa male... sono qui per te ma specialmente per salvare Armony», specificò. Fece una breve pausa. Prese fiato e disse: «Hai il mio completo supporto, Orias».

Thore ed Zephyrine rimasero visibilmente scioccate, anche se infondo conoscevano bene Dione, lei era sempre stata una donna... taciturna. Teneva tutto dentro, finché poi non esplodeva.

«Hai anche il nostro pieno supporto, Orias. Non abbiamo ancora avuto modo di conoscerla bene... ma se proprio tu tieni così tanto a lei, deve esserci una ragione, suppongo», aggiunse Thore. Zephyrine sorrise a sua sorella e poi, sorrise anche a me.

«Grazie, Dione... grazie anche a voi». Era importante per me, il loro supporto.
Era fondamentale se dovevo giocare questa partita contro Khaos Wyld in persona.

«Sono arrivati tutti?», domandò Zephyrine, guardandosi attorno e non vedendo nessuno. Scossi la testa.
«Manca Varian».
In quel esatto momento, Varian salì le scalinate e intravidi la sua figura.
Varcò la soglia e disse: «Ora non più».
Aveva sentito.

«Ora siamo tutti. Andiamo, gli altri sono nello studio».

Mi voltai, dando le spalle.
Mi diressi verso le scalinate gemelle che percorremmo con rapidità demoniaca.
Giungemmo al piano superiore.
Entrai nello studio, seguito da Varian, Dione, Thore ed Zephyrine.

«Grazie a tutti per essere qui», esordii, squarciando il silenzio.
«Come già sapete, la causa per la quale siete stati convocati qui urgentemente è una: Khaos Wyld ha incominciato a giocare seriamente, rapendo Armony», spiegai.

Ora che Khaos aveva iniziato a giocare seriamente, la situazione era grave, molto grave. Non era da sottovalutare, Khaos era da temere, e da assecondare.
Io l'avevo fatto, per anni e anni.
Volevo diventare come lui, indifferente al mondo intero, tranne che a se stesso e ai suoi scopi.
Poi, però, quella piccola umana dagli occhi ambrati mi ha stregato, ha lanciato qualche incantesimo al mio cuore malfunzionante.
E l'incantesimo ha sortito i suoi effetti.
Mi stavo davvero opponendo a Khaos Wyld? Io?
Al solo pensiero che stavo facendo una simile azione suicida, soltanto per lei...
Una parte di me mi diceva, non farlo... non rischiare di farti uccidere soltanto per amore, l'altra, diceva l'esatto opposto.
Infondo, cosa c'era di più nobile di morire per amore?
Di sicuro, sarebbe la morte che più desidererei.
Piuttosto di vivere senza lei, preferirei smettere di vivere.
Come avevo fatto a stare senza di lei?
Come avevo fatto a vivere?
E perché solo con lei avevo riposto le maschere e la corazza?
Perché solo lei mi faceva sentire più me stesso... e meno il mostro che ero?
Perché lei era l'unica che mi facesse sentire al sicuro?
Lei era la mia condanna e la mia grazia.
Con lei ero libero di essere me stesso, senza di lei ero condannato a non poterlo essere.

«Angelina?», richiamai la sua attenzione, poco prima che uscisse dalla stanza

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«Angelina?», richiamai la sua attenzione, poco prima che uscisse dalla stanza.

Si voltò verso di me, guardandomi e attendendo che parlassi.

«Grazie», mormorai flebilmente, quasi a non voler essere udita da lei.
Mi sorrise complice, aprì la porta in mogano.

«Riposati, Armony. Ti servirà parecchia energia per sopravvivere a questo periodo».

Uscì dalla stanza, chiudendo la porta alle sue spalle.
Angelina era... una brava persona.
Stentavo a crederci.
Avevamo parlato per ore, e mi aveva fatta uscire da quella cella dopo avermi fatto promettere che non sarei scappata.
Non lo avrei fatto. Non avrei messo nei guai una come lei. Così simile a me.
Lei voleva... aiutarmi. E voleva aiutare se stessa, e sua sorella.

Io sapevo il male che aveva causato Angeline a Orias.
Tuttavia, dopo aver conosciuto la storia anche da Angelina, un pochino comprendevo Angeline: voleva solo salvare sua sorella, riaverla indietro.
Lei si era sentita in parte colpevole per quello che le era accaduto.
Angelina non mi voleva davvero usare per il Risveglio, e per compiacere Khaos Wyld.
Lei aveva accettato questo incarico perché obbligata, stessa cosa Angeline.
Sapeva che Orias avrebbe lottato per me, e che non si sarebbe arreso facilmente. Puntava su questo.

Anche lei voleva uscire fuori dalle tenebre, ma per farlo, dovevamo prima nuotarci dentro.
Dovevamo raggiungere la superficie.
Solo così avremmo scorto la luce del sole.
Solo cosi avremmo avuto una chance.

Wicked or GodsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora