2° VOLUME
Sequel di "Kiss or Death"
𝓕𝓪𝓷𝓽𝓪𝓼𝔂 𝓡𝓸𝓶𝓪𝓷𝓬𝓮
🔞Con sfumature di dark, leggere i TW.
"Quanto sei disposto a rischiare per amore?"
L'oscurità, qualcosa di affascinante quanto pericoloso.
Le tenebre ti avvolgono e ti entrano dentr...
Questo capitolo contiene scene esplicite che potrebbero urtare la sensibilità del lettore. Procedere con cautela.
Buona lettura...🔥🔞
♡
"Mi strappi l'anima e la distruggi, mi guardi con quegli occhi, due petali di rosa che mi trafiggono il cuore con le loro spine. Fai male, ma amo anche il dolore quando l'artefice sei tu."
Ayane-Sensei
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Cuore o cervello?
Questa era la domanda che mi tormentava i meandri più reconditi della mia mente, eppure non ero certa di essere lucida, mentre pensavo alla scelta da prendere, essendo conscia di cosa sarebbe accaduto. Ero ubriaca di Orias, il suo modo di fare, la sua bellezza, la sua voce suadente, il suo sguardo mordace, persino il suo orgoglio e dispotismo mi rendevano il corpo colmo di tensione che volevo rilasciare e trasformare in altro. Orias era ubriacante, bastava un sorso di lui, un misero sorso per spedirti in una dimensione alternativa dove tutto ti ricordava lui, dove tutto sapeva di due occhi sanguigni e tortuosi. E lui era una vera dannazione per me. Lo odiavo per come mi faceva sentire... vulnerabile.
Ragione o sentimento?
Questa era un'altra domanda che invadeva la mia quiete mentale, spazzandola via, trasformandola in un temporale di emozioni che infestavano il cuore, annebiavano il cervello e rendevano ogni atomo del mio corpo malfunzionante. Il mio corpo era accaldato, teso, debole, mi sentivo sul punto di esplodere, ero barcollante e bisognosa di alleviare il bisogno che cresceva a dismisura in mezzo alle mie cosce.
Al Diavolo la ragione... io voglio... Io voglio lui. E lo voglio ora.
«Allora, piccola Army... vuoi giocare?», mi chiese provocativo, la voce seduttiva, suadente, carezzevole, che quasi sembrava sfiorare la mia mente per farla capitolare ai suoi piedi.
Avevo due opzioni: insultarlo e scappare a gambe levate oppure restare e giocare con lui al suo gioco.
E io avevo già chiara, dentro di me, la scelta che avrei preso.
«Sì...», mormorai sottovoce. Orias accennò un lieve sorrisetto sfacciato, conscio di essere in vantaggio nella partita a cui stavamo giocando.
«Dillo allora. Dimmi cosa vuoi, ad alta voce e in maniera... convincente», ordinò, severo e con voce pregna di odio e desiderio che si fondevano a meraviglia.
