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"Aveva il cuore gonfio di tutte le lacrime che inghiottiva."

Victor Hugo

È già passata una settimana

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È già passata una settimana...

Mi sentivo come atterrato. Ero circondato da pergamene e scartoffie varie a cui avrei dovuto pensare, mi ritrovavo seduto sulla poltrona del mio studio con il volto chino in direzione della scrivania e le mani che sorreggevano il mio capo che sembrava pesante come un macigno. Mi percepivo distante e sentivo il mio stesso petto spossato. Non c'era mai stato battito da quando ero divenuto un demone sebbene in questo momento mi sembravo ancora più morto del normale. Andava così da giorni, da una settimana per l'esattezza. Proseguiva la vita non vita, la cosiddetta sopravvivenza e io tentavo di sopravvivere anche a me stesso.

"Sei inutile, Orias."

Le frasi che mi erano state ripetute in passato, quando ero una creatura di luce, riaffioravano nei meandri della mia memoria, e io davo ragione a quelle parole che riecheggiavano più volte, frantumandomi le tempie e persino il buonumore che non avevo da tempo.
Cercavo di fingere che andasse tutto bene, che l'avessi superata, e che ora riuscissi persino a leggere e ad adempiere ai miei doveri inquanto demone Special membro del COD. Tuttavia, non ero in grado di concentrarmi e infatti, come il fato voleva ribadire, ero inutile. Ogni maledetto foglio di pergamena era ancora intatto.

"Sei inutile, Orias. Non sarai mai all'altezza di tuo fratello."

Lo sapevo già. Non ero mai stato come Orios. Non ero mai stato idoneo. Non ero mai stato all'altezza delle aspettative nonostante facessi di tutto per esserlo. Nonostante io provassi con tutte le mie forze a essere come mio fratello. Nonostante ogni sforzo, nulla era servito. Io ero sempre lo stesso. Sempre un'esistenza futile e priva di ogni utilità. Non ero mai stato all'altezza delle aspettative. E neppure dopo secoli lo ero diventato.

Qualcuno bussò alla porta, con impeto e rapidità. Sbuffai, spossato e non nelle condizioni adeguate per ricevere visite. In questa settimana ero stato come un morto vivente, ma io lo ero letteralmente da una vita. Io ero davvero un morto vivente quindi non sortiva alcuna differenza. Mi ero limitato a cercare di stare accanto a Dolion come lui aveva tentato di stare accanto a me nonostante il tradimento di suo fratello Varian.

«Avanti», dissi io, attendendo chiunque fosse dall'altro lato della porta in legno massiccio.

Il tempo sembrava quasi volare, ma restando bloccato sulle stesse emozioni. Proseguiva il suo cammino, sfrecciava rapido, ignorando tutto e tutti, e io ora ero ignorato e proseguivo il mio cammino come bloccato in un cul de sac alla quale non sapevo sfuggire.

C'è un modo per ritornare al passato e cambiare le cose?

Purtroppo il tempo era una delle poche essenze arcane che non si era in grado di manipolare a proprio piacimento senza alcune difficoltà che rischiavano di estinguere l'intero pianeta. Avevo chiesto a Dolion se avesse qualche marchingegno in grado di mandare indietro il tempo e riavvolgerlo fino a quel momento esatto dove la vita di Armony venne esurpata per dare spazio all'essenza della Dea delle Tenebre.

Wicked or GodsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora