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"Le cose rotte non piacciono a nessuno... tanto vale buttarle via."

Aviram

Vidi qualcosa che mi scosse

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Vidi qualcosa che mi scosse.
Un volto familiare, quello cupo e malefico di Khaos Wyld e uno a me sconosciuto.

La base dei capelli biondi, divisi a metà da una riga in mezzo, si sfumavano in due colori.
Blu e rosso. Un rosso che sbiadiva in rosa.
La pelle pallida, gli occhi felini e azzurri.
Era slanciato e non troppo muscoloso.

Di sicuro non era un demone ne un Vespertilian e neppure era dotato di ali. Altrimenti avrebbe avuto una muscolatura più pronunciata per via dell'addestramento per volare.

Aveva addosso un completo rosso vermiglio abbottonato malamente.
La camicia era blu, anch'essa abbottonata malissimo.
Le scarpe erano una blu e l'altra rossa.
Indossava tanti anelli, argentei e neri.
Aveva la matita nera ben visibile sulle palpebre inferiori, i suoi occhi erano tetri e possedeva uno sguardo maligno.
Astuto e infido.
Le labbra piene e leggermente carnose, assottigliate in un ghigno.
Al labbro inferiore vi era un piercing argenteo, con una catenella che si agganciava a un orecchino.
Uno dei tanti.
Aveva qualcosa di strano. Qualcosa di inusuale e che catturò la mia preoccupazione.

Precipitai in una scena...

Rumori e rumori.
Vedevo male, a malapena. Mi trovavo dietro a delle cataste di testi antichi, cose pericolose e di cianfrusaglie.
Era come se fossi di troppo, come se mi stessi nascondendo.

Da chi?

Vedevo dal basso e sentivo parlare due persone.
Mi concentrai per sentire bene tutto quello che c'era da udire.

Angeline... stavo vedendo quello che lei stessa aveva visto. Quello che le aveva turbato l'anima e continuava a farlo.

«Aviram...». Riconobbi quella voce. Stridula e fastidiosa. Era la voce di Khaos Wyld.

«Sai bene quale sia il tuo incarico per questa missione, dico bene?», domandò austero, a un certo Aviram.

Chi diavolo era?
Qualcuno scoppiò a ridere.

«Ovviamente, mio signore... credo che sarà uno spasso muovere i fili di questi burattini... lei non crede?», domandò Aviram, divertito e sorridendo malefico.

In quel momento, Angeline si spostò, riuscii a vedere meglio.

Aviram si mosse, dondolando mentre camminava, e diede le spalle.
Khaos lo guardò divertito ma con un'espressione impassibile di serietà disegnata su quel volto che ripugnavo.
Lo divertiva l'atteggiamento folle di quello squilibrato.

Aviram... sembrava un individuo da cui stare distanti. Molto distanti.
«Assicurati che i fili non vengano tagliati, Aviram», disse soltanto.

«Oh... se dovessero venire tagliati i fili, distruggerei e butterei io stesso i burattini. Sarebbero rotti, e le cose rotte non piacciono a nessuno...», si interruppe, assorto. Inclinò il viso e sorrise lievemente guardando Khaos.

«...Tanto vale buttarle via», terminò Aviram.

Uscii fuori dalla mente di Angeline.
Avevo tutto quello che mi serviva.
Sapevo dove dovevo andare.
Dove si trovavano Angelina e la mia piccola Army.
Dovevo solo recarmi lì. Angeline mi guardò preoccupata. Inquieta.

«So che l'hai visto...», esordì, la sua voce era debole e smorzata. Era spezzata. Da qualcosa o qualcuno. E anche dalla mia invasione nella sua testa. Nei suoi ricordi.

«...Quell'uomo», si bloccò e tremò al solo pensiero di colui che la terrorizzava oltre agli effetti collaterali all'invasione mentale.

«Stategli alla larga... non si farà scrupoli, vi userà come burattini e vi butterà via quando non gli servirete più».

Stava parlando di... Aviram?

«Perché dovrei temere quell'uomo? È Aviram a dover temere me e l'intero COD».

Le creature demoniache più potenti del Darkorld erano poche, e noi del COD rientravamo tra esse.
Era Aviram a dover temere noi.

«Aviram è... uno squilibrato. Per questo dovete temere di lui».

Ci stava mettendo in guardia?

«Stai cercando di avvisarci? E a che scopo?», domandò Cassian, scrutando Angeline e il tono accusatore.

«Che tu ci creda o no, non volevo partecipare a questa missione... io e mia sorella siamo state costrette a occuparcene dopo che Orias ha disobbedito agli ordini... e Aviram è stato incaricato da Khaos per qualcosa di... peggiore», ammise, e sembrava sincera.

«Dovrei crederti?», chiese Cassian, irrisorio, e la guardò con il viso etereo corrugato da emozioni di odio.

«La scelta è tua. Ma se tieni alla vita di quella ragazza... credo che dovresti tenerla in considerazione come opzione».

«Oppure Aviram distruggerà tutti... voi, me e mia sorella... e sì, persino Armony o come diavolo si chiama».

Sembrava sincera. Per una volta, forse diceva la verità.

«Che interessi hai? Perché stai dicendo la verità?», insistetti. Sbuffò, tediata.

«Sto dicendo la verità soltanto perché non voglio rivivere tutto daccapo... come quando ho dovuto ingannare te e confabulare con Orios, per la salvezza di mia sorella. Vorrei semplicemente starne fuori».

Non potevo biasimarla per questo.
Aveva ragione a volerne stare fuori.

«Vorresti ma non puoi...», intervenne Dolion, mentre presumibilmente, gli ingranaggi del suo cervello stavano lavorando senza sosta. Angeline annuì.

«Esattamente... io e Angelina siamo in debito con Khaos Wyld, per quello che è accaduto in passato... non posso rifiutare e nemmeno mia sorella può. Però, né io né lei vogliamo Risvegliare la Dea Luna».

Veritiero, il suo tono sembrava veritiero.
Dovevo credergli?
Gli altri gli avrebbero creduto?
Cassian e Dolion... stavano prendendo in considerazione l'opzione di crederle?

«Non mi fido di te», dichiarai.
Sorrise compiaciuta.

«Neanche io mi fido di te. Tuttavia, vogliamo entrambi la stessa cosa, no?».

Suadente e persuasiva. Degno di questa astuta donna manipolatrice.
Era abile con le parole, e sapeva come usarle a suo piacimento.

«Vogliamo entrambi che la Dea Luna non si Risvegli. Io direi che sia sufficiente», proseguì Angeline, caparbia.

«Dolion e Cassian, che suggerite di fare?», domandai, non sapendo se accettare o no.

«Concediamole il beneficio del dubbio, Orias. Potrebbe tornarci utile», disse Dolion.

«Credo sia pericoloso... però, sono d'accordo con Dolion. Concediamole il beneficio del dubbio». Cassian scrutò guardingo Angeline.

«Così sia, allora...».

Guardai la bionda che mi aveva perseguitato nei ricordi più oscuri.

«Ti avviso, Angeline... prova a fotterci e non sarò solo io a volerti morta».

Wicked or GodsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora