25

748 33 14
                                    


"Mi capirai quando ti farà male l'anima come a me."

Frida Kahlo

Frida Kahlo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Freddo.

Mi sentivo il cuore congelato, avvolto da una coltre di tenebre e neve che ovattava le mie emozioni e mi intorpidiva la razionalità, pur di tentare di soddisfare quel bisogno incontrollabile di provare qualcosa, di sentire qualcosa, un'emozione, qualcosa che mi facesse sentire... viva.

Sono viva?

Mi domandavo spesso se fossi davvero in vita, se tutto questo fosse davvero reale oppure se fossi morta da quando ero stata con l'amato della Dea Luna, fingendomi lei, pur di guadagnare tempo, di convincerlo di essere lei, di avere una chance di salvezza. La salvezza era andata a farsi un giretto nei meandri dell'inferno, e non sarebbe ritornata da me.

Adesso, con lo sguardo di Orias colmo di perle cristalline a incorniciare i suoi rubini di sangue, mi stavo rivestendo, mentre lui mi fissava, mi guardava con un'espressione che traboccava il desiderio che nutriva nei miei riguardi, e al tempo stesso, quello sguardo... faceva trasparire tutto il suo dolore. Il dolore che io stessa gli avevo inferto. Quegli occhi generarono un'esplosione di fiamme nel mio corpo, un pugno allo stomaco della mia coscienza, un tornado funesto nella mia mente che mi stava incasinando i pensieri già scompigliati, e infine, una fitta bufera di neve nel cuore che mi ovattava le sensazioni che mi suscitava avere i suoi occhi addosso. Odiavo quella sensazione.

Sia io che lui eravamo rimasti ammutoliti, in totale silenzio, scambiandoci insulti e dichiarazioni con gli sguardi, che esprimevano parole che mai avrei pronunciato ad alta voce, non adesso, non con lui.

Cassian si era già rivestito, aveva ridicolizzato un'ultima volta Orias, e poi era uscito rapidamente dalla stanza, con la scusa di dover parlare con qualcuno, per una questione urgente e importante.

Caldo.

I suoi occhi ingordi, voraci, sagaci, addolorati ma ardenti, mi accesero un braciere nel basso ventre, facendomi fremere per la brama di ottenere qualcosa da lui, un qualcosa che non avrei affatto permesso di far accadere, nonostante desiderassi sentirlo, toccarlo, e averlo più vicino a me... non avrei mai più permesso una cosa del genere.

Egoista.

Sapevo bene che Orias fosse un grande egoista, che pensasse solo a sé stesso, non accorgendosi di nient'altro di quello che lo circondava. Io sapevo che dava attenzioni a quello che invadeva i suoi pensieri e a quello che i suoi occhi vedevano. Sapevo già, in fondo, in qualche parte del mio cuore, che non mi avrebbe neppure chiesto come mi sentissi, cosa avessi passato, e che avrebbe messo prima un mero piacere fisico, legato solo alla nostra attrazione, mettendo davanti alle mie emozioni un desiderio che sfociava solo in un riavvicinamento dei nostri corpi, non di noi due davvero.

Wicked or GodsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora