Capitolo 21

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"Perché rimarrei sola"

Mi guarda come se in fondo riuscisse a capirmi davvero ed è per questo che le spunta un sorrisino lieve che le illumina il viso "Non sei affatto sola, Bionda" abbassa la testa e fa per alzarsi ma invece ritorna con lo sguardo nel mio "Non farlo mai più" lo dice seria, è un avvertimento molto rigido e serio.

"Non te lo posso promettere" le rispondo altrettanto seria, ciò che ho fatto è stato un impulso, ho reagito d'istinto, non ho più il controllo di me stessa quando si tratta di lei da tempo ormai.

"Dico sul serio" si fa ancora più cupa, cosa che non credevo nemmeno possibile.

"Stai attenta Zulema o penserò che anche tu hai avuto paura di perdermi" le dico diretta, il suo autocontrollo vacilla per un secondo e mi guarda con un leggero panico di una che è appena stata smascherata "Che cosa intendevi con.. non morirai prima di me?"

"Che sarai tu a narrare le mie vicende eroiche ai posteri, non il contrario" risponde alzandosi ma mi sta mentendo, lo capisco dal fatto che non riesce nemmeno a guardarmi in faccia mentre me lo dice. Non ho la confidenza né il tatto per scavare più affondo, finiremo solo per litigare "..ora riposa, non posso credere che dobbiamo rallentare la nostra attività a causa tua!"

Spalanco la bocca incredula "Ma vaffanculo!" E lei scoppia a ridere uscendo dalla caravana, dandomi maggiore spazio e tranquillità.

Dopo un mese di convalescenza ero quasi del tutto guarita, mi era rimasta una cicatrice evidente e spesso mi faceva male, era la spalla più debole e la dovevo allenare ogni giorno con esercizi di fisioterapia e altre menate simili. Un mese chiuse in una scatola di latta senza fare altro che stare a riposo, questo non ha mai pensato a Zulema che, ritenendosi in parte responsabile, non mi faceva mai mancare nulla e a modo suo si è presa cura di me.

Questa sera però la vedo aggirarsi un po' troppo vicina all'armadio, sintomo che vorrebbe uscire e l'ansia come ogni volta bussa alla mia porta insieme alla paura di immaginarla con un'altra persona
"Se guardassimo un film?" Salto tutta la parte dove le chiedo dove vuole andare, so già che non ci porterebbe da nessuna parte.

"Macarena.." non vorrebbe, glielo leggo in faccia che la sua volontà la porta fuori e lontano ma la mia espressione intenzionalmente addolcita da cane bastonato sembra funzionare perché "..Però lo scelgo io!"

"D'accordo.. la vita è fatta di compromessi" le rispondo sedendomi bene sul letto e afferrando un cuscino da tenermi in grembo.

"Solo se sono a mio favore.." commenta divertita afferrando la nostra piccola collezione di DVD "..un bel horror" ne tira fuori uno e prepara la TV.

"Ti odio" glielo dico chiaro e tendo, senza abbassare il tono della voce. Sa perfettamente che ho paura degli horror, non mi piacciono e poi mi fanno venire gli incubi.

"Lo so" sorride compiaciuta mentre si siede accanto a me e raccoglie le gambe al petto, appoggiando la schiena alla parete.

Il film inizia nell'oscurità della caravana e a metà visione mi rendo conto che sto tremando come una foglia e che sobbalzo ogni due per tre in preda all'ansia "Te lo ripeto per l'ennesima volta: è un film, è finzione!" Mi sfotte ridendo.

"Ho paura lo stesso" le ringhio contro a denti stretti.

Lei si sporge appena nella mia direzione e mi sussurra nell'orecchio "Fifona!" rabbrividisco. Il suo fiato caldo così mi vicino non me l'aspettavo proprio e nemmeno la nuvola del suo profumo che mi ha colpita una volta così vicina.

Non commento ma inchiodo lo sguardo allo schermo che però mi incute un maggior terrore "No Zulema basta io non lo guardo" alzo il cuscino coprendomi il viso e le orecchie non appena vedo il killer entrare nella stanza della ragazza armato di un coltello grosso da cucina.

"Dai ti dico quando se ne va..." mi rassicura piano e in un momento di silenzio aggiunge ".. ora puoi guardare"

Levo il cuscino dal viso giusto in tempo per vedere il killer agire e uccide la poverina "Zulema!" Grido di colpo sobbalzando.

"La tua faccia!!" Esclama ridendo, tenendosi la pancia con le mani

"Io ti uccido" la prendo a cuscinate più forte che posso. Le para i colpi finché non riesce ad afferrare il cuscino e a spingermi sotto di lei con la schiena sul materasso. Mi blocca i polsi con le mani e mi guarda vittoriosa con quella smorfia del cazzo.

"Ho vinto" sussurra con un tono arrogante.

"Io non credo proprio" lego le gambe alla sua vita e la spingo di lato, finendole sopra. La sua espressione incredula è impagabile. Mi reggo sulla mano sinistra mentre la mano destra è sul suo collo per tenerla ferma "E adesso?" Le chiedo strafottente.

"Avrei un paio di idee" risponde con un sorrisetto furbo "Nessuna praticabile.. perché mi interessa molto di più il film"

Scoppio a ridere dandole della stronza. Afferro il cuscino e glielo premo sul viso mentre lei si dimena ridendo sotto di me. Con una certa forza riesce a ribaltare nuovamente le posizioni e a gettare via il cuscino che cade sul tavolo della cucina. Rido sotto di lei ed è proprio in questo momento stupido di vita quotidiana che lo sento: Sento che qualcosa sta cambiando veramente.
È seduta su di me a cavalcioni e il suo viso è a pochissimi centimetri dal mio. Mi perdo nel suo sguardo mentre entrambe smettiamo di ridere perché la tensione si fa sempre più presente nell'aria. Siamo così vicine che i nasi si sfiorano appena e il suo fiato caldo mi colpisce il viso così come il suo profumo che mi permette a malapena di restare lucida. Non possiamo. Scosto la testa di lato "Forse è meglio uscire" sussurro piano.

Mi afferra il mento e mi costringe a riguardarla negli occhi "Ho vinto" si alza da me e va in bagno. Non so bene a cosa si riferisse ma direi che ha vinto in generale.

Voleva uscire e usciamo.
Voleva vincere la lotta e ha vinto.
Voleva vedere chi cedeva per prima e sono stata io.

Ha vinto punto.

Due cuori e una caravana Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora