Capitolo 26

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Essere innamorati a volte può far paura, erresere innamorati di Zulema Zahir terrorizza.

È quello che penso quando scendo dall'auto con le buste della spesa in mano. Non riesco più ad razionalizzare il nostro rapporto. Non so come sia potuto accadere ma quando la guardo non vedo più colei che mi ha distrutto la vita ma una persona. Una persona che voglio nella mia vita perché, paradossalmente, mi fa stare bene. Sono innamorata di lei ma non perché siamo state così sprovvedute da decidere di andare a letto insieme, ripetutamente aggiungerei, ma perché lei è.. lei.

Faccio qualche passo prima di accorgermi dell'enorme tappeto elastico davanti alla caravana. Zulema è distesa con il viso rivolto verso il sole.

Mi ha mandato il cervello a puttane e non era assolutamente previsto, la guardo mentre mi avvicino e mi rendo conto che tutto quello che non volevo accadesse... È accaduto.

"E questo?" Le chiedo ridendo.

"È in garanzia" mi risponde senza scomporsi. Ah beh allora questo cambia tutto.

Rido appena scuotendo la testa e la osservo meglio. Qualcosa non va "Come va?"

"Tutto bene, Bionda" accenna un leggero sorriso.

Tiene gli occhi chiusi, si sta abbronzando fingendo che vada tutto bene ma non le credo "Ti conosco.. ti conosco come se fossimo sposate e condividessimo un mutuo.. c'è qualcosa che ti turba" le dico mentre mi siedo sul tappeto lasciando le buste per terra. Lei non si scompone assolutamente e non mi risponde. "Ma tu non mi dirai nulla" penso ad alta voce, mi guardo intorno "E va bene, tieniti i tuoi segreti" con una spinta riesco a salire sopra e mi sdraio accanto a lei "Che forte!" Dico come una bambina con un nuovo giocattolo.

Lei ride senza dirmi nulla e la sento sistemarsi meglio.

Non ci sfioriamo nemmeno e restiamo sdraiate a prenderci i raggi del sole, respiriamo meglio quando siamo vicine e il silenzio, il nostro silenzio, che ci avvolge ci tranquillizza sempre.

Restiamo un paio d'ore così, finché il sole non viene completamente coperto da dei brutti nuvoloni neri che minacciano una pioggia imminente e, mio malgrado, un terribile temporale.

Il sole è un lontano ricordo ma nessuna delle due accenna ad alzarci.

Vorrei sapere a cosa pensa, cosa la turba, vorrei che condividesse con me i suoi problemi e vorrei saperne di più. Penso che ci sia tutto un mondo, il suo, da scoprire se solo volesse.

Una goccia sul viso è l'inizio di una pioggia fitta.

Mi siedo e la guardo "Dovremmo rientrare" dico guardandomi intorno.

"Ancora un secondo" mi dice senza muovere nemmeno un muscolo.

La guardo aggrottando la fronte e poi faccio spallucce, faccio per scendere ma mi sento afferrare per un braccio e le cado inevitabilmente addosso. Scoppio a ridere e la sento ridere sotto di me. Mi reggo sulle mani, messe accanto alla sua testa. Con un mano mi sposta i capelli lunghi biondi, portandoli dietro e permettendomi di guardarla meglio. È bellissima. Ogni cosa di lei lo è. Ogni sfumatura, ogni dettaglio, ogni imperfezione la rende incredibilmente splendida. Alza appena la testa e so perfettamente cosa vuole, la raggiungo a metà strada e la bacio. Le sue mani sono sul mio viso, che lo accarezzano lentamente, mentre la bacio con tutta l'anima. Insinuo la lingua nella sua bocca e incontro la sua. Allarga leggermente le gambe per farmi spazio e non esito, le sono completamente sopra.

La pioggia non smette di cadere sopra di noi, inzuppandoci completamente ma non mi importa. La bacio e mi esplode il cuore nel petto.

Nella mia testa c'è solo lei, nel mio cuore c'è solo lei... Ed è proprio in questo momento, sotto la pioggia e sopra un tappeto elastico in garanzia, con lei che mi fa impazzire solo con un bacio.. che mi rendo conto che sono fottuta.

Mi rendo finalmente conto che la amo.

La amo con ogni fibra del mio corpo e questo... Questo mi terrorizza.

Mi stacco e appoggio la fronte contro la sua con la scusa di riprendere fiato.

Piango.

Le mie lacrime si mischiano alla pioggia, lei non se ne accorge.

Piango perché so che amo l'unica persona che non potrà mai amarmi, che non sa amare, che non riuscirà mai ad amarmi.

Mi sono fottuta da sola.

"Piove a dirotto" mi suggerisce "Dovremmo restare a casa" aggiunge e il suo sguardo è tutto un programma.

"Tutto il giorno?" Le chiedo da falsa innocente.

"Sono sicura che troveremo dei passatemi divertenti.. insieme" mi sussurra piano accanto all'orecchio prima di mordermelo.

Rido e poi lego il mio sguardo al suo "Mi stai dicendo che vuoi scoparmi?" Le sorrido, mordendomi appena il labbro inferiore.

Fa cenno di no con la testa "Sto dicendo che quando avrò finito.." mi afferra per il collo senza stringerlo "..non riuscirai nemmeno a sederti" mi sussurra prima di infilare prepotentemente la sua lingua nella mia bocca.

Come ho detto: mi sono fottuta da sola.

Mi convince a scendere dal tappeto, abbandono la spesa lì dov'è, e barcolliamo mentre non si staccano le nostre labbra finché non entriamo. Ci strappiamo via i vestiti fradici. "In doccia" mi suggerisce, accorgendosi che sto tremando, un po' dal freddo e un po' a causa sua. Entriamo in bagno, sapendo che è uno spazio minimo ma abbastanza grande per le nostre esigenze.

Finiamo di spogliarci a vicenda con prepotenza e poi mi fa sbattere la schiena contro la parete della doccia. Mi raggiunge, incollando il suo corpo al mio. Con un suo gesto, il getto dell'acqua tiepida ci colpisce. Mi volta e la sua bocca è sul mio collo, mi morde la spalla mentre le sue mani scendono. Disegna dei cerchi immaginari sul mio punto più sensibile, porto la testa all'indietro e la appoggio contro la sua spalla mentre lei affonda, inarco la schiena di colmo e gemo. Inizia un movimento ritmico deciso mentre con l'altra mano mi tiene ferma. "Vieni per me" mi sussurra piano mentre mi morde, inserisce un terzo dito sussulto e gemo incontrollatamente "Vieni per me, Maca" ripete con le labbra attaccate al mio orecchio e vengo urlando il suo nome. Mi deve tenere lei, altrimenti rischio di cadere, le gambe tremano e il mio corpo è ricoperto di brividi. Mi serve qualche secondo per regolarizzare il respiro "Il mio compito è finito" dice divertita mettendo un piede fuori.

No. Non finirà così.

La afferro per un braccio e la tiro dentro. Sbatte la schiena contro la parete mentre mi incollo al suo corpo e la bacio. La bacio con tutta me stessa. Un bacio che sa di consapevolezza, almeno da parte mia, che c'è molto di più. Con la bocca scendo, mandibola, collo, spalla e arrivo al seno. Mordo, lecco, assaggio e mangio. Geme sotto di me, è trattenuta e detesto quando cerca di non darmi le soddisfazioni che merito. La mia lingua scende lungo la sua pancia piatta ed entro con prepotenza. La sua mano e subito sulla mia testa, per accompagnare il movimento, geme e vedo la sua schiena inarcarsi ogni volta che affondo. Sento che le pareti si stringono, cambio velocemente e inserisco le dita. Incollo lo sguardo al suo. Voglio guardarla negli occhi mentre viene perché è il momento più sincero della giornata, glielo leggo chiaramente che non sono avventure, sono i momenti a cui mi aggrappo per motivare tutto questo. Quando sembra che stia per esplodere aggiungo il terzo dito e lei lancia un urlo incontrollato. La bacio. La tocco. Le do tutto ciò che ho. Infine viene, urlando il mio nome, e si appoggia a me per non dover cadere perché anche le sue gambe tremano. Continuo un leggero movimento, accompagnando l'orgasmo mentre la bacio. Esco dal bagno e indosso l'accappatoio mentre lei riprende fiato. Sento che chiude la doccia. Ma appena apro la porta sento che mi prende per i fianchi e mi volta.

Le sue labbra sono sulle mie, la sua lingua intrecciata la mia, finiamo nel letto, fradice in ogni senso possibile "Bagneremo il letto" le dico tra un bacio e l'altro.

"Lo spero" mi risponde, accendendomi in maniera incredibile.

Questo sarà sicuramente un pomeriggio di fuoco.

Due cuori e una caravana Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora